Vero che sono passati ormai parecchi mesi dal Salone di Ginevra ma questa, a essere onesti, ci era un po’ sfuggita. Detto fatto. Si chiama Ferrari 812 Superfast Stallone, della serie un nome un programma, la versione elaborata dal tuner tedesco Mansory e presentata nel marzo scorso alla kermesse svizzera.
Il nome è in onore al grande attore Sylvester Stallone, simbolo di un’epoca, e non è la prima Ferrari a esser stata elaborata: nelle officine Mansory passarono già, in tempi recenti, una 599 e una F12. Certo che elaborare una Ferrari è sempre un’operazione che può sollevare critiche, come modificare la Gioconda con i pennarelli.
Stavolta, però, il risultato parla da solo. Specie in alcuni paesi, e la Germania è tra questi, c’è chi va proprio pazzo per questo genere di auto (in listino da Mansory figurano, tra le altre, una “Siracusa 4XX”, “La Revoluzione” e un’altra Stallone, su base F12) e l’ultima arrivata, la più potente Ferrari stradale di sempre (LaFerrari a parte, prodotta però in serie limitata) non poteva non cadere nelle mani del tuner tedesco.
La 812 Superfast Stallone prevede un ampio ricorso alla fibra di carbonio compreso l’aggiunta di una discreta ala posteriore e di un cofano rivisto con vari dettagli aerodinamici sempre in fibra. Inediti gli sfoghi d’aria sopra il passaruota, in un connubio tra sportività e praticità che sembra trovare il suo compimento. Ferrari ha voluto tenere pulite le linee della sua supercar, l’ultima a montare il sacro V12, mentre Mansory si è spinto decisamente oltre, tirando fuori dal cilindro un oggetto che non sfigurerebbe affatto in pista, nelle competizioni vere.
Dove Mansory non ha osato più di tanto è proprio riguardo all’intervento fatto sul V12, che in quanto sacro non è stato profanato nella sua composizione. Solo 30 i CV in più grazie alla rimappatura della centralina, quindi niente sovralimentazione esagerata ma solo un lieve ritocco alla parte più facile da ritoccare, senza così inficiare sull’opera d’arte costruita in quel di Maranello.
La meccanica rimane invece quella di base se non fosse per l’assetto leggermente ribassato e per l’utilizzo di ruote dal diametro leggermente più grande, con l’impiego degli pneumatici da 21” in luogo ai 20” di serie. Infine, come si può notare, qualche modifica ha riguardato anche gli interni con l’utilizzo di discutibili pelli di colore rosso fuoco (con impunture gialle, per la gioia dei tifosi romanisti) e di Alcantara, mentre una nota negativa è la scomparsa del cavallino dal volante, noi lo avremmo lasciato lì dove deve stare.
Sconosciuto il prezzo dell’elaborazione: per la cronaca la Ferrari 812 Superfast parte da 300.308 euro, chiavi in mano. Se invece volete sapere come va su strada, beh eccovi accontentati con la nostra prova su strada in esclusiva!
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