“Date a un bambino un foglio di carta, dei colori e chiedetegli di disegnare un automobile, sicuramente la farà rossa.” Così saggiamente predicava il Drake, Enzo Ferrari, attraverso una frase che diventò negli anni una delle sue citazioni più famose. Mai una affermazione del genere fu più azzeccata se oggi pensiamo alla Ferrari 488 Pista, moderno oggetto del desiderio e vettura già iconica della passione Ferrari.
Passione, esatto, perché ci sono vetture che fanno sognare tutti, dai grandi ai piccini, e questa è una di quelle che ha incontrato un consenso veramente ampio, fin dalla sua presentazione, avvenuta al Salone di Ginevra 2018.
Se già la 488 GTB faceva girare la testa, la Pista emoziona con le sue soluzioni aerodinamiche estreme, con il V8 Turbo che continua a crescere di potenza e colleziona premi senza sosta.
Quarta interpretazione estrema delle supercar compatte di Maranello, la Ferrari 488 Pista fa seguito, infatti, alla 360 Challenge Stradale, alla 430 Scuderia e alla 458 Speciale. La domanda, però, sorge spontanea: è davvero la Ferrari 488 Pista l’arma definitiva prodotta dal Cavallino rampante? Proviamo a scoprirlo nel nostro test drive.
Prendere una supercar e trasformarla in un oggetto ancora più performante è sempre un compito tanto difficile quanto entusiasmante. Dal punto di vista estetico, lo stile della Ferrari 488 Pista è stato curato dal Ferrari Design Centre, che ha deciso di combinare le linee più classiche e pulite della 488 GTB con gli elementi racing e funzionali già visti nelle versioni 488 GTE e 488 Challenge, da competizione ovviamente. 4,60 metri di lunghezza, 1,97 di larghezza e 1,20 m di altezza sono le misure di questa speciale 488, che non cambia nella silhouette, ma è facilmente riconoscibile da qualsiasi appassionato.
La ricerca della migliore aerodinamica possibile è stata maniacale, con il risultato di un miglioramento complessivo del 20% rispetto alla GTB. Il primo elemento che salta subito all’occhio e che rappresenta una novità assoluta è il canale aerodinamico S-Duct all’anteriore. Questa soluzione deriva direttamente dal mondo della Formula 1, accorcia otticamente il muso della vettura e crea un originale effetto di ala a sbalzo. L’aria entra dal paraurti anteriore, velocizzata dallo sbalzo, ed esce sul cofano, generando un forte carico sull’avantreno. L’S-Duct è responsabile da solo del 18% di aumento del carico aerodinamico globale rispetto alla 488 GTB, e di contro di solo il 2% dell’incremento della resistenza.
Dal WEC e dal Monomarca del Cavallino derivano, invece, il ribaltamento dei radiatori, che favoriscono l’evacuazione dell’aria calda dal fondo vettura davanti alle ruote anteriori, migliorando le performance degli intercooler posteriori e di ridurre la resistenza aerodinamica. Inoltre, il fondo è piatto, la presa d’aria del motore è stata portata al posteriore (dalla fiancata), come sulla 488 Challenge e, sempre come le Ferrari da corsa, anche i paraurti anteriori sono scavati in maniera scenografica. Il posteriore è quanto di più pornografico esista nel mondo Ferrari. Lo sfogo dietro le ruote è ispirato alla FXX-K, il doppio scarico centrale con collettore in Inconel risparmia peso e il diffusore posteriore deriva direttamente dell’Endurance, con la stessa doppia kink line dell’estrattore che equipaggia la 488 GTE e che ne amplifica la sua funzione. Infine, c’è l’ala posteriore sospesa a “coda di rondine”, che aggiunge un’ulteriore 25% di carico rispetto alla GTB.
A livello estetico, infine, la Ferrari 488 Pista è caratterizzata da una livrea bicolore che percorre tutta la carrozzeria dal paraurti anteriore, attraverso il condotto S-Duct, fino al posteriore.
Nell’abitacolo l’atmosfera è decisamente racing, all’insegna dell’essenzialità, tanto che rispetto alla GTB sparisce il cassettino portaoggetti. Fibra di carbonio, Alcantara e materiali tecnici dominano gli interni. La qualità si vede e si sente, anche solo toccando i diversi tasti distribuiti a sinistra e a destra del volante, anch’esso un pezzo di “arte Ferrarista”. Pelle a profusione e il cockpit concentrato all’interno della corona, che comprende, tra le altre funzioni, il “magico” tasto rosso di avviamento, le frecce, il manettino per le modalità di guida e l’indicatore del cambio marcia posizionato nell’estremità alta del volante.
Dietro quest’ultimo si trovano due generosi paddle in fibra di carbonio e la strumentazione, che al centro propone il contagiri analogico, accompagnato da due schermi, a destra e a sinistra.
Prima di passare al “pezzo forte”, una menzione di merito al tunnel centrale che propone i comandi del cambio su un monolite dallo stile particolare e il perfetto alloggiamento per la chiave. La maestria artigianale si ritrova sugli sportivissimi sedili con cuciture manuali a contrasto, impreziositi dalle (opzionali) cinture a quattro punti, che permettono di godersi appieno l’esclusività e la cattiveria della Ferrari 488 Pista.
Tra i motori V8 più potenti nella storia della Casa di Maranello, lo stesso che monta la F8 Tributo e superato solo dalla SF90 Stradale, questo 3.9 biturbo è un concentrato di tecnologia e cattiveria, capace di alzare ancora una volta l’asticella delle performance delle auto del Cavallino.
Non solo potenza e tecnologia, ma anche tanto know how derivante dal mondo delle competizioni, infatti, come avvenuto a livello estetico, anche le soluzioni tecniche e motoristiche sono mutuate da 488 Challenge e 488 GTE.
Il 3.902 cc è stato potenziato di 50 CV, arrivando a 720 CV (185 CV/l), ma le modifiche non hanno toccato la turbina, se non per il sensore di velocità di quest’ultima. La potenza massima viene espressa a 8.000 giri, mentre la gigantesca coppia di 770 Nm arriva già a 3.000 giri, con una curva che cerca però di replicare il comportamento di un motore aspirato. Il risultato è un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 2,85 secondi (c’è il tasto del launch control in bella vista sul tunnel centrale) e uno 0-200 km/h in 7,6 secondi. La velocità massima supera i 340 km/h.
Per ottenere queste prestazioni, il propulsore è stato comunque rinnovato per il 50% delle sue parti, alleggerito con componenti specifiche tra cui le bielle in titanio (-1,7 kg) e i polmoni d’aspirazione in fibra di carbonio, oltre ai pistoni e teste dei cilindri rinforzati.
Maggiore aerodinamica, maggiore potenza, ma un peso complessivo minore. Un dato impressionante per una vettura che, già nel suo modello “base”, puntava fortemente sulle performance. Opzionali, ma meno belli rispetto alle altre proposte, i cerchi in lega in fibra di carbonio, che eliminano 8 kg da ogni ruota, alleggerendo in maniera netta le masse non sospese.
Batteria al litio derivante dalla 488 Challenge, collettore di scarico in Inconel (-9,7 kg), albero motore e volano modificati e i nuovi cerchi in fibra di carbonio (opzionali) fanno fermare il peso della Ferrari 488 Pista a 1.280 kg, 90 kg in meno rispetto alla 488 GTB.
A differenza di altri modelli estremi del Cavallino, la Ferrari 488 Pista non intimorisce il guidatore nei primi chilometri percorsi, grazie all’ottima fruibilità ad andature “normali”, un grande orgoglio degli ingegneri di Maranello, che sono riusciti a mantenere la vettura utilizzabile anche nel quotidiano. Il classico manettino contribuisce a questo e propone 5 modalità: Wet, Sport, Race, CT Off ed ESC Off.
L’anima di questa 488 però è votata alla sportività pura e si sente che sotto i 4.000/5.000 giri ancora non si è visto nulla del potenziale e, sinceramente, ancora non si capisce fin dove può arrivare quest’auto. Il mondo dopo questo numero di giri, infatti, diventa tremendamente veloce ed entusiasmante. La 488 Pista sprigiona la sua potenza totale e questa esplosione di energia coinvolge tutti i sensi del tuo corpo, portando con sé una dose di adrenalina che probabilmente mai avete vissuto.
La dinamica della Pista è curata in ogni dettaglio, anche per la guida su strada. L’assetto rigidissimo, ad esempio, riesce ad assorbire egregiamente le asperità del terreno, ma allo stesso tempo fa sì che l’auto rimanga sempre incollata all’asfalto, nonostante gli avvallamenti della strada. Ci si immedesima con un felino, capace di abbassarsi e mantenere sempre la massima aderenza con il terreno attraverso le sospensioni adattive (con la modalità “asfalto sconnesso”), gli ammortizzatori SCM-E con tarature specifiche, le molle più rigide del 10% e gli “artigli fenomenali”, rappresentati dalle gomme Michelin Sport Cup 2. Tutta questa sensazione di aderenza viene ulteriormente amplificata a bordo con le consigliatissime cinture a quattro punti, optional non certo trascurabile.
Più si guida, più ci si sente a bordo di un’auto da corsa, ma con una maggiore facilità nel raggiungere alte performance. Se in Race le cambiate del 7 rapporti F1 a doppia frizione sono delle fucilate 30ms più veloci rispetto a Wet e Sport, in CT Off si raggiunge un nuovo livello di gestione della vettura, pensato per avvicinare il pilota quanto più possibile al limite dell’auto.
Sulla Pista ha debuttato, infatti, il Ferrari Dynamic Enhancer (FDE), un controllo di dinamica laterale che utilizza un canale di comando collegato alla pressione idraulica dell’impianto frenante. In sostanza, il sistema di controllo interviene in anticipo, con leggere attuazioni sulle pinze dei freni, nelle situazioni di percorrenza e uscita curva. In questo modo il sistema gestisce l’evoluzione dell’angolo di assetto rendendo la gestione delle dinamiche laterali a elevate prestazioni più prevedibile, controllabile e intuitivo. I traversi diventano, quindi, più gestibili e controllabili con minore sforzo da parte del guidatore e grazie a un’ottima capacità di comunicare tutto quello che succede al guidatore.
L’FDE fa parte della gestione Side Slip Control (giunta alla versione 6.0) e dimostra quanto i controlli oggi siano fondamentali per ottenere risultati impensabili anche solo qualche anno fa. Tra le curve la Ferrari 488 Pista si inserisce come una freccia, scagliata in maniera precisa e stabile, mentre in percorrenza ed uscita l’unico limite è veramente rappresentato dalla fisica. La capacità di cambiare direzione in maniera immediata è tutta nelle vostre mani, sapendo che dipende tutto dalla vostra prontezza di riflessi.
Il cambio risponde alla perfezione ad ogni sollecito del guidatore e i paddle in fibra di carbono sono perfettamente dimensionati e sempre sfruttabili grazie all’assenza di altre leve dietro al volante. A proposito di quest’ultimo, la sua taratura è pressoché perfetta. Lo sterzo, che rimane idraulico a differenza della 812 Superfast, è leggero quasi ad ogni andatura, ha una consistenza e una precisione molto simili a quello di una vettura da corsa, ma trasmette una maggiore fiducia alle alte velocità.
La capacità di Ferrari di mettere il guidatore al centro delle attenzioni della vettura è ancora una volta il grande punto di forza nell’esperienza di guida. Ci si sente sempre in pieno controllo di tutto quello che succede attorno, con i comandi fondamentali che sono a piena portata di mano.
Ci saremmo aspettati qualcosa di più dal sound emesso dal doppio scarico, anche se c’è da ammettere che con il V8 turbo non si riescono a toccare le note dei “naturalmente aspirati”. La logica ottimizzata dei bypass di scarico e i materiali nuovi permettono comunque di raggiungere tonalità più alte (+8 decibel) rispetto alla 488 GTB. Il suono emesso dalla Pista risulta sempre contenuto e quasi “elegante”, anche per il fatto che si scatena dai 3.000 giri in poi, mentre prima rimane sempre un po’ sommesso. Siamo sicuri che all’interno dei progressi continui attuati dalla Casa di Maranello alle sue vetture, anche il lavoro sul sound sia una delle componenti fondamentali per rendere il piacere di guida ancora più coinvolgente.
Dato che la Ferrari 488 Pista è una vettura sviluppata per un utilizzo prevalentemente stradale ma con prestazioni elevate anche in circuito, l’impianto frenante è stato sviluppato per migliorare il raffreddamento ed è stato inoltre adottato il servofreno della 488 Challenge, per aumentare il feeling di guida sportivo e rendere la frenata consistente e omogenea anche in condizioni estreme. Questi interventi, unitamente con le soluzioni di alleggerimento adottate, permettono di ridurre lo spazio di frenata da 200-0 km/h di un metro rispetto alla GTB.
Per un’auto del genere poco contano, ma i consumi omologati nel ciclo misto, poco attinenti con la realtà dei fatti, della Ferrari 488 Pista corrispondono a 11,5 l/100 km nel ciclo misto.
La Ferrari 488 Pista parte dal prezzo di 296.000 euro, ma la lista di personalizzazioni è molto ampia e fa parte di quel tailor made per cui il Marchio del Cavallino permette di creare l’auto a propria immagine e somiglianza. Cerchi, stripes, colori, interni e tantissimi dettagli permettono di rendere un’auto già unica in qualcosa di ancora più originale. Questo, ovviamente, comporta che il prezzo salga e non di poco.
Per quanto riguarda la concorrenza, la 488 Pista ha a che fare con la rivale di sempre, la Lamborghini Huracan Performante (o la più recente Huracan EVO), che però è dotata del V10 aspirato ed è a trazione integrale e la McLaren 720S, pari potenza e prezzo simile. Tutte diverse tra loro, ma capaci di regalare grandi emozioni: voi quale preferite?
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