Inutile negarlo. Dacia Sandero, in qualità di ottava auto più venduta in Italia in questo 2020, la terza straniera più apprezzata dietro altre due rivali, sempre francesi, continua a piacere, e non poco, agli italiani. Da una parte il suo prezzo, sempre altamente competitivo, dall’altra motori e piattaforme comuni al Gruppo Renault, a garanzia di un prodotto tecnologico di livello.
Dacia Sandero 2021, infatti, beneficia dell’utilizzo della stessa piattaforma di nuova Renault Clio, la CMF, e il risultato è un’auto che risulta uno step notevole, ovviamente verso l’alto, rispetto al passato. Nelle due versioni in arrivo sul mercato, Streetway e Stepway, dove le differenze non sono solo estetiche, nuova Dacia Sandero promette battaglia nel competitivo segmento delle compatte da città.
Dicevamo della piattaforma comune non solo a Clio ma anche a Captur e a Nissan Juke, quella utilizzata per le compatte dell’alleanza. Parliamo, dunque, di dimensioni: nuova Dacia Sandero 2021 è lunga 4,08 metri, è alta 1 centimetro in meno (ora 1,49 metri) e larga 1,84 metri, ma già qui vale la pena spendere due parole in più. Abbassando, anche se lievemente, la linea del tetto, si è ottenuto un profilo più aerodinamico che ben si sposa alle rinnovate linee della carrozzeria. Cambiano infatti le carreggiate e i nuovi cerchi (da 15″ e 16″) spiccano per ricercatezza in uno stile più affinato rispetto al passato. L’altezza libera dal suolo rimane invece la stessa, pari a 13,3 centimetri.
Sicuramente d’impatto la firma luminosa dei LED diurni, a forma di Y rovesciata e proposti sempre di serie a prescindere dall’allestimento. Da Clio deriva anche l’apertura elettrica del bagagliaio, che permette di accedere al vano da 410 litri (niente male per il suo segmento), estendibili fino a 1.455 litri.
Diverso il discorso per Dacia Sandero Stepway, dove essenzialmente si “alza” l’altezza libera dal suolo (da 13,3 a 20,1 centimetri) per giocare con il design così comune ai tanti crossover tanto apprezzati dal pubblico. Il mix di vendite gioca a suo favore (71% contro il 29% della Streetway nel corso del 2019) e Dacia ha voluto arricchire questa versione di scivoli in plastica su frontale e posteriore, cerchi specifici diamantati oltre all’appariscente vernice metallizzata Arancio Atacama, proposta a richiesta per 610 euro. Disponibili anche le versatili barre al tetto.
Vera e propria rivoluzione quella che ha coinvolto gli interni di Dacia Sandero 2021. Lo si nota già dando una prima occhiata all’abitacolo, dove possiamo notare, sui due allestimenti più ricchi, la presenza del touch screen da 8″ (Media Display/Media Nav) al centro della plancia. Sicuramente meno anonimo del piccolo display della passata generazione, gioca un ruolo da protagonista e, in base all’allestimento, può offrire anche la navigazione, con prezzi variabili tra 200 euro per le sole mappe italiane ai 299 euro per l’aggiunta delle mappe europee.
Altri debutti importanti? Tralasciate le onnipresenti plastiche rigide, d’altronde per contenere i prezzi da qualche parte bisogna intervenire, nella parte alta della plancia abbiamo apprezzato l’utilizzo di materiali soft touch piacevoli al tatto. Buoni anche i comandi della clima automatico, gli stessi di Clio e Captur, così come sparisce la leva del freno di stazionamento in favore del comando elettronico. Altra novità a livello del volante, dove finalmente viene spostato il comando del cruise control: ora si può regolare in profondità e altezza, così come anche il sedile del conducente. Nel 2021 arriveranno anche i sedili riscaldati: chi ci avrebbe mai pensato salendo su una Sandero di 2° generazione?
Piccola, ma doverosa, precisazione: l’allestimento a disposizione per il nostro primo contatto era il Comfort, praticamente full optional (compresi sensori di parcheggio e telecamera posteriore). Sull’allestimento base la dotazione è più scarna: ad esempio manca lo schermo da 8″ ma si può sempre usare il proprio smartphone, specie per le funzioni di navigazione. Per caricarlo è stata pensata una comoda presa USB proprio lì a fianco.
Difficile poi non parlare di un vistoso aumento della vivibilità interna e della qualità percepita, con l’accorciamento della leva del cambio, i già citati comandi per la regolazione di sterzo e sedile e maggiore spazio per le gambe e la testa dei due passeggeri (in tre si sta stretti) del divano posteriore.
Tre i motori a listino della nuova Dacia Sandero, tutti benzina 1.0 tre cilindri con un’eccezione. Si parte con l’aspirato SCe 65 CV, abbinato a un cambio manuale a 5 rapporti, che non ha troppe pretese in termini di prestazioni (accellera da 0 a 100 km/h in 16,7) ma offre un vantaggio di prezzo notevole sul listino. Il cuore di gamma, anche in questo caso in comune con la cugina Clio, è il brillante TCe 90, questa volta abbinabile sia al cambio manuale a 6 velocità sia all’automatico CVT, proposto in sovrapprezzo.
Per chi vuole risparmiare ulteriormente, specie sui costi di gestione, ecco il nuovo ECO-G già al debutto su Dacia Duster prima dell’estate. Dotato di una coppia adatta per la città (170 Nm) e consumi variabili tra 5,3 e 6,9 l/100 km in base al suo utilizzo, la nuova unità GPL offre, e qui sta il vantaggio, una considerevole autonomia: considerati i 50 litri del serbatoio benzina e i 40 del GPL, si toccano i 1.300 km con un singolo pieno di entrambi i serbatoi.
Detto delle tante novità estetiche e di tecnologia, è ora di parlare di prime impressioni di guida a bordo della nuova Dacia Sandero. Sicuramente “l’eredità” concessa da Clio si riflette su un piacere di guida sicuramente migliorato e su un maggior feeling con l’asfalto, rispetto alla precedente generazione dalla quale, oggettivamente, non si poteva pretendere troppo.
Qui sono state sostituite le sospensioni all’anteriore, per un miglior inserimento, il rollio è stato ridotto e di conseguenza è aumentata la stabilità della vettura. Difficile valutarne le doti in un tratto misto, avendola potuta provare sulle non troppo affollate strade di Milano. Qui si apprezza lo spunto al semaforo, dove sullo 0-50 la Dacia Sandero non deve temere le rivali, così come l’intervento dello Stop&Start, volendo disattivabile, risulta ben tarato e gradevole.
Dove si poteva fare di più è sicuramente sul fronte insonorizzazione: il tre cilindri, se sollecitato, penetra troppo in abitacolo e anche le vibrazioni si fanno sentire, anche a causa dei materiali scelti per i rivestimenti, nonostante Dacia prometta un aumento dei pannelli fonoassorbenti. Fatta l’abitudine si apprezza altresì la qualità dello sterzo, abbastanza demotilplicato ma tarato per risultare più morbido in città e nei parcheggi, grazie al servosterzo elettronico. Qui vengono in aiuto i sensori di parcheggio e la telecamera posteriore, nonostante i 4 metri scarsi della vettura non richiedano grandi sforzi per le manovre.
Parlando del cambio noi consigliamo il manuale sei rapporti, preciso negli innesti e dotato della giusta spaziatura tra un rapporto e l’altro, per un allungo che perde di verve superati i 3.000 giri/min ma che risulta comunque più “incisivo” che in passato, specie con il turbo benzina da 90 CV di questo primo contatto. Il CVT, per quanto buono, risulta sempre caratterizzato dal classico effetto a trascinamento e a consumi lievemente maggiori, specie in città: per contenere i costi, Dacia ha preferito non adottare l’EDC doppia frizione in dotazione a Clio.
Chiudiamo, infine, con il debutto di alcuni ma importanti sistemi di assistenza alla guida, tra cui l’ormai improrogabile frenata automatica d’emergenza, già disponibile fin dal primo allestimento, il sensore angolo morto, utile in autostrada, l’assistenza al parcheggio e alla partenza in salita. Compreso il cruise control regolabile, come detto, dal volante, una dotazione di sistemi più che sufficienti per la destinazione d’uso di questa vettura meno spartana del passato.
Per chiudere parlando di prezzi, da sempre il punto forte non solo di Sandero ma dei modelli Dacia sui generis, vanno fatte le dovute distinzioni. Di Dacia Sandero, infatti, ce ne sono praticamente due, con differenze di prezzo che possono confondere l’acquirente. Vista la sua maggior esclusività, tanto che la versione Stepway viene proposta in due allestimenti (Essential e Comfort) rispetto ai tre della Streetway (Access più i due già citati), la prima costa semplicemente di più.
In parole povere, il prezzo di partenza di Dacia Sandero 2021 è di 8.950 euro, per il motore 1.0 tre cilindri SCe da 65 CV e una dotazione di base che può soddisfare i meno esigenti. Si sale a 11.050 euro per il TCe 90 CV e a 500 euro in più si può optare per il GPL ECO-G, che abbiamo analizzato nel capitolo dedicato.
Cambia il listino di Dacia Sandero Stepway, con prezzi più alti ma sempre competitivi. La versione che strizza l’occhio al mondo dei crossover, riuscendoci più che bene, parte da 12.600 euro, e chiude a 13.950 per la GPL più accessoriata.
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