Sembrano non accorgersi del periodo storico che stiamo vivendo i responsabili dei rincari della benzina, con il 66% del costo di un litro di carburante che finisce in tasse. Assoutenti prevede infatti che in concomitanza con la Pasqua (domenica 4 aprile) fare un pieno costerà, in media, fino a 9,2 euro in più.
Lo denuncia oggi Assoutenti, associazione specializzata nel settore dei trasporti, che fa i conti sulle ricadute dell’andamento dei carburanti per le tasche delle famiglie italiane, in vista delle festività pasquali che, al pari del 2020, saranno deficitate dalla pandemia.
Se il costo del barile è salito nuovamente a 70 dollari e oltre, segnando il massimo da maggio 2019, si prospetta una stangata pari ad almeno 50 milioni di euro.
“Oggi un litro di benzina costa il 13,6% in più rispetto allo scorso maggio, quando alla pompa si toccarono i livelli più bassi degli ultimi due anni, mentre il gasolio costa il 13,4% in più – spiega il Presidente di Assoutenti Furio Truzzi – Questo significa che per un pieno ad un’auto di media cilindrata si spendono oggi +9,2 euro per la benzina, +8,4% per il Diesel”.
Aumenti dei listini alla pompa che si ripercuoteranno anche sui prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari, con rincari a cascata sulla Pasqua degli italiani. Chi deciderà di passare la Pasqua tra le mura domestiche, e lo faranno la maggior parte degli italiani, dovrà comunque metter conto ai rincari.
“Oggi l’85% delle merci in Italia viaggia su gomma, e un pasto percorre circa 2.000 km prima di finire sulle tavole – prosegue Truzzi – I costi di trasporti e logistica incidono per circa il 35% sui prezzi finali dei prodotti: questo significa che solo per il pranzo di Pasqua, che in Italia vale complessivamente 1,2 miliardi di euro di consumi tra cibi e bevande, i rincari dei carburanti potrebbero determinare una stangata da +50 milioni di euro rispetto allo scorso anno. Una maggiore spesa per le famiglie determinata dai rincari dei prezzi di ortofrutta e alimentari, causata proprio dall’elevato costo dei carburanti alla pompa”.
Per tale motivo, e a fronte della crescita inarrestabile dei listini ai distributori, Assoutenti chiede al Governo di intervenire, riducendo la tassazione che oggi pesa per il 66% su ogni litro di benzina venduto in Italia, e applicando misure in grado di limitare gli effetti negativi immediati del petrolio sui prezzi alla pompa, bloccando le speculazioni che danneggiano i consumatori.
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