Come sfondare in uno dei segmenti più competitivi del mondo dell’auto, con la facile premessa che lo sarà ancora in futuro? Ci vogliono originalità e idee ed è con queste “armi” che risponde la nuova Citroen C3 Aircross. Forte di un’ampia possibilità di personalizzazione, strategica per accontentare specialmente il pubblico femminile, il crossover francese offre motorizzazioni benzina e Diesel variegate oltre a tre allestimenti capaci di mettere sul tavolo una buona offerta.
Noi, per questa prova, abbiamo optato per la Citroen C3 Aircross PureTech in allestimento Shine, la più ricca tra i tre presenti, spinta dal motore a benzina entry level, il 1.2 aspirato con i suoi tre cilindri e 82 CV, vivace in città e forse un po’ troppo spento quando si abbandonano semafori e tombini. Ecco come va l’eclettico B-SUV transalpino, nella sua versione d’attacco, nella nostra prova su strada.
Nel pieno stile Unconventional ormai proprio della marca francese, la C3 Aircross sa come farsi notare. Sull’esemplare in prova che vedete nella nostra gallery la vernice è a richiesta (si tratta della Breathing Blue metalizzata, a 700 euro) mentre per il tetto a contrasto Natural White serve un ulteriore esborso di 400 euro. Meritevole il Pack Color White, incluso sulla versione Shine, che aggiunge il più candido dei colori dello spettro su altre parti della vettura, nello specifico le calotte dei retrovisori, le barre al tetto, il profilo dei fari e l’originale (anche se da un po’ fastidio in manovra parlando di visibilità) effetto veneziana sulla terza luce, in corrispondenza del bagagliaio.
Nel pieno del segmento le sue dimensioni: con una lunghezza di 4,15 metri rientra pienamente nella categoria dei SUV compatti (le altre dimensioni: larghezza 1,76 metri – altezza 1,64 metri – passo 2,60 metri) abbinate in questo caso a una personalità di tutto rispetto. La parentela con la fortunata C3 si evince dal family feeling della fanaleria (i LED diurni sono di serie) ma a cambiare è appunto l’altezza da terra (più 20 millimetri) e l’imponenza del muso, sul quale spiccano gruppi ottici, solo alogeni, più voluminosi.
Spariti gli Airbump, la linea laterale si caratterizza per la possenza dei passaruota e per la linea di cintura alta, elemento che contribuisce, come leggerete tra poche righe, a quella sensazione di dominio della strada che ha fatto la fortuna di questa tipologia di autovetture. Sempre sul frontale è caratteristico lo Skid Plate che fa il verso al mondo dei fuoristrada (non è però presente la trazione 4×4 su nessuna motorizzazione, anche se questo non sembra essere un problema, leggere per credere).
Amplissima, come dicevamo, la possibilità di personalizzazione: 85 combinazioni per gli esterni con 8 colori di carrozzeria abbinabili a tre tinte per il tetto. Di serie sul modello in prova i cerchi da 16”, in optional i 17”. Belli, infine, i proiettori a LED posteriori con effetto 3D.
Saliti a bordo ci troviamo di fronte una vettura che appare subito molto ben accessoriata grazie al più ricco dei tre allestimenti disponibili. I sedili sono in misto pelle/tessuto (a richiesta, 750 euro) e portano in dote ulteriori rivestimenti in tessuto Square Grey (fa molto anni ’80 ed è bello per questo) oltre all’effetto Quartz Grey sulla consolle centrale. Non si può certo dire che i sedili siano contenitivi, anzi tutto l’opposto, certo è che sono comodi, molto comodi. Personalmente trovo azzeccato il bracciolo, nonostante sia un po’ sottile e non sia facilissimo da regolare. Dopo un viaggio di 500 km, parlo per esperienza personale, si scende senza essersi accorti della distanza coperta. Non vuoi chiamarlo un bel vantaggio?
L’abitabilità, nonostante le dimensioni compatte, è da riferimento. Dietro i passeggeri viaggiano comodi, gli agganci ISOFIX sono di serie e sono molto pratici e versatili i sedili posteriori che si spostano in senso longitudinale, aumentando lo spazio disponibile per il bagagliaio; quest’ultimo si attesta su valori compresi tra 410 e 520 litri (se si fanno appunto scorrere i sedili in avanti) a 1.289 litri. Qui la C3 Aircross fa meglio della rivale coreana Kona e si avvicina a quello della franco tedesca Crossland X. Insomma, siamo a buon punto.
Assente su questo esemplare il vetro panoramico, la plancia colpisce per la sua semplicità. Lo schermo, da 7”, è posto in posizione centrale e continua a non convincermi l’assenza di comandi dedicati al clima. Si comanda tutto dal touchscreen, elemento che può distrarre. Forse un po’ vuota la plancia sotto l’infotainment, a tutto vantaggio, altresì, dello spazio che si libera per oggetti vari. Di serie con il 3D Connect NAV Apple CarPlay e Android Auto, senza dimenticare l’ottimo servizio TomTom Traffic che vi aiuta ad adattare i percorsi sulla base del traffico.
Rimasti favorevolmente colpiti dalle doti del motore BlueHDi 100 della nostra prima prova del modello (specie in termini di consumi) era ora di provare l’alternativa a benzina, ossia il motore che rappresenta la prima scelta quando si approccia alla vettura francese. Via quindi il turbo e via un cilindro per questo aspirato benzina da 82 CV che non impressiona di certo per i dati sulla carta, con uno 0-100 km/h dichiarato in 14 secondi e una velocità massima di 160 km/h, abbinato a un manuale a cinque rapporti (una sesta non avrebbe fatto male, a patto di avere la turbina che invece manca).
La spinta del motore è quindi affabile in città, dove l’auto si dimostra sempre pronta alle ripartenze, merito soprattutto dei tre cilindri e della loro vivacità specie in basso, una garanzia per questo tipo di motorizzazione tanto in voga anche sui segmenti più piccoli anche quando manca la turbina (a parità di allestimento servono 1.650 euro in più per il PureTech 110, sempre 1.2 tre cilindri). Discreto il cambio, dalla leva troppo lunga e dagli innesti non sempre precisi. Per la città, appunto, se volete spendere qualcosa in più, vi consigliamo l’ottimo EAT6, disponibile però con il secondo motore benzina in gamma, il PureTech 110 (a partire da 20.600 euro).
In ogni caso il PureTech si dimostra, dopo qualche giorno di guida, un motore sincero, onesto oseremmo dire: non spicca per la sua vivacità, la coppia è di 118 Nm, ma si fa trovare pronto per l’eventuale sorpasso o per una ripartenza giocando con i rapporti del cambio. Se non avete grosse velleità di sportività, non che il segmento non offra in tal senso, questo può essere il motore adatto a voi: risparmioso e tutto sommato pronto a fare il suo dovere. I consumi si aggirano invece intorno ai 15 km/l, nella norma. Peccato l’assenza dello Start&Stop, con qualche vibrazione di troppo insita nell’architettura del motore a cilindri dispari. Consumi decisamente più bassi a velocità intorno a 110 km/h (sfiorare i 20 km/l non è un’utopia), intorno ai 16 km/l a 130 km/h.
Ciò che mi è piaciuto di più di questa C3 Aircross Puretech è la posizione di guida e lo sterzo. La prima, come ogni SUV impone, compatto o meno che sia, restituisce un’ottima sensazione di guidabilità. Il sedile è comodo, forse anche troppo soffice (e qui Citroen primeggia in termini di comfort) ma la seduta è ben studiata per offrire appunto una sensazione di dominio nei confronti della strada. Lo sterzo, invece, è stato ottimizzato per offrire il meglio in ambito urbano e risulta sempre morbido. Il raggio di sterzata fa girare l’auto in pochi metri mentre, d’altro canto, aumentando l’andatura l’ampia demoltiplicazione diventa l’altro lato della medaglia e frena le ambizioni dell’auto che, ripetiamo, è tutto meno che sportiva, specialmente considerando l’elevato rollio.
Bene l’assorbimento delle buche, grazie a sospensioni morbide, a livello delle concorrenti. Ampia infine la dotazione di sistemi di sicurezza che possono aiutare anche tra un semaforo e l’altro. Innanzitutto sul modello è presente di serie la frenata automatica d’emergenza (Active City Brake) che vi avvisa con un segnale sonoro e luminoso (rosso, molto appariscente) quando presente l’Head-Up Display, come nel nostro caso.
Nel più ampio programma Citroen Advanced Comfort ci sono poi i vari pacchetti che semplificano la vita al conducente. Il Pack City Camera porta in dote la telecamera posteriore e i sensori di parcheggio anteriori (a 500 euro, quelli posteriori sono di serie) mentre il Pack Techno HiFi DAB & Keyless (1.150 euro) prevede l’ottimo impianto audio con radio DAB e l’accesso senza chiavi, una comodità quando bisogna aprire e chiudere l’auto, lasciando le chiavi nella borsa o nelle tasche. Sempre in questo pacchetto sono compresi anche l’Head-Up Display e la piastra di ricarica wireless per i vostri smartphone, se compatibili.
Presenti poi l’avviso del superamento della carreggiata (si può disattivare premendo un pulsante), i fari ad accensione automatica, il riconoscimento dei limiti di velocità e il cruise control. Un’auto sicura per voi e i vostri figli? A sentire gli affidabili test EuroNCAP, sembrerebbe proprio di sì, con le 5 stelle conquistate e un punteggio molto alto per la protezione dei più piccoli, pari all’82%.
La Citroen C3 Aircross si sta ben comportando sul mercato italiano, dove la moda dei B-SUV o crossover, tanto la ricetta è uguale, sta davvero dilagando. L’originalità delle forme e la moltitudine di abbinamenti cromatici sono tra i suoi punti di forza.
I prezzi partono da 15.700 euro, al netto delle promozioni in corso, per l’allestimento d’ingresso Live, sempre considerando la motorizzazione d’ingresso che abbiamo provato, la PureTech 82, guidabile anche dai neopatentati. Si sale a 19.300 per l’allestimento Shine (di serie Citroen Connect Nav, cerchi in lega da 16” e sensori per il parcheggio) mentre l’esemplare in prova, così accessoriato, sfiora quota 23.000 euro, con già una ragguardevole dotazione di optional e di sistemi di assistenza alla guida.
Tra i B-SUV, le concorrenti di certo non le mancano. Rimanendo in Francia ecco la Peugeot 2008, spostandosi un po’ più in là, anche se ormai sotto l’egida di Groupe PSA, tocca alla Opel Crossland X. Da non dimenticare, infine, la Fiat 500L, sua rivale nostrana, Ford Ecosport, Renault Captur e Nissan Juke, quest’ultima tra le pionere di questo ambito, e fortunato, segmento.
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