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Carburante sintetico: la rivoluzione potrebbe arrivare da Toyota

Tempo di lettura: 2 minuti

Carburante sintetico, Toyota è pronta a innovare ed a far strada come già successo con i motori ibridi. Il brand giapponese ha stretto una collaborazione con ExxonMobil ed insieme lavorano ad un nuovo carburante sintetico molto promettente che presto potrebbe contribuire in maniera tangibile alla decarbonizzazione, il tutto senza fare obbligatoriamente ricorso alle autovetture elettriche.

Carburante sintetico: la collaborazione tra Toyota ed ExxonMobil sta dando i suoi frutti

Quando due colossi si mettono insieme, solitamente qualcosa di buono e di grande sta per essere prodotta. È il caso di Toyota, uno dei brand principali al mondo per il settore automotive ed ExxonMobil, una delle più grandi compagnie petrolifere del mondo, le quali hanno unito le forze per sviluppare un nuovo tipo di carburante sintetico. Ci sono molte aspettative in merito a questo nuovo combustile che dovrebbe ridurre le emissioni di anidride carbonica delle auto con motore a combustione interna fino al 75%. Questa joint venture si sta muovendo nel verso giusto ed ha anche informato che avrà bisogno del sostegno delle politiche governative per implementare questo tipo di carburante e consegnarlo ai clienti se il suo sviluppo progredisce in modo significativo.

Toyota ed ExxonMobil: il loro carburante sintetico è molto promettente

Toyota ed ExxonMobil non si nascondo ed affermano che il nuovo tipo di carburante potrà essere utilizzato sia nei motori nuovi che in quelli più vecchi. È la soluzione ideale per Toyota, la quale ha più volte manifestato un certo scetticismo nei confronti di un approccio completamente elettrico. Le miscele di carburanti sintetici prodotte con ExxonMobil utilizzano materie prime esistenti ed etanolo e, per quanto il combustibile sia ancora in fase di test, il vicepresidente della strategia e della pianificazione di ExxonMobil, Andrew Madden, ha dichiarato che si stanno compiendo progressi significativi. A preoccupare, però, sarebbe l’impatto ambientale di questi carburanti, in particolare quello di uno dei suoi componenti. Si tratta dell’etanolo, criticato per avere un’impronta di carbonio più elevata rispetto ai combustibili fossili.

Angelo Petrucci

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