La sicurezza in auto è data da diversi fattori. Il primo e principale strumento che garantisce la sicurezza, però, sono gli pneumatici. Nonostante il loro ruolo fondamentale, spesso sono messi in secondo piano, negletti da gran parte degli automobilisti. Saper cambiare al momento corretto gli pneumatici e accorgersi della loro usura e di eventuali problematiche è fondamentale. Ma perché è importante cambiare gli pneumatici al momento giusto? E soprattutto, qual è questo momento giusto?
Proprio su questo argomento discutono appassionati, utenti comuni e, soprattutto, Case costruttrici. É infatti molto interessante vedere come ci siano diversi costruttori che consigliano di cambiare gli pneumatici ben prima del classico limite di legge, posto ad uno spessore del battistrada di 1,6 mm. Altri, invece, ritengono questa pratica paradossalmente poco sensata, nonostante vada contro i propri interessi. Tra i promotori del cambio gomme al limite di legge c’è Michelin. Da anni la Casa del bibendum si batte per spiegare perché è importante cambiare gli pneumatici al momento giusto. Tra usura corretta, qualità dello pneumatico, sostenibilità e costi di produzione, le motivazioni dietro questa posizione sono tante e molto interessanti.
Supponiamo che montiate un treno di gomme, e che percorriate circa 20.000 km all’anno. Per sua natura, ovviamente, uno pneumatico è progettato per usurarsi, per consumare il suo battistrada per permettere l’aderenza ottimale del veicolo sull’asfalto. Mettiamo poi caso che non subiate forature, tagli, danni accidentali o dolosi, e percorriate quindi tutti i vostri km senza sorprese. Come si fa a capire quando è bene sostituire le proprie gomme? Il segnale più chiaro è ovviamente quello riferito all’usura. Più il battistrada si usura, minore è l’aderenza offerta dall’automobile sull’asfalto. Diminuisce, però, anche la capacità di scaricare l’acqua su asfalto bagnato, così come su neve e ghiaccio.
Fino a qualche decennio fa, non c’erano limiti al consumo, e spesso tanti automobilisti arrivavano al limite di sicurezza con i propri pneumatici. Dal 1989, però, in Unione Europea è presente un limite di legge sul consumo del battistrada, sotto al quale si è passibili di multa. Per le automobili, questo limite è di 1,6 mm. Ma cosa significa? In poche parole, lo spessore del battistrada, ovvero degli intagli dello pneumatico, non può scendere sotto 1,6 mm. Per controllare questo dato, ci sono tre metodi principali. Il primo, il più semplice e il più empirico, è rappresentato dall’utilizzo di una moneta da 2 euro. La parte argentata, infatti, è spessa circa 1,6 mm, e se si riesce a vedere dietro gli intagli, lo pneumatico è da cambiare.
Non mancano, ovviamente, degli strumenti professionali che verificano precisamente lo spessore rimanente del battistrada, dal calibro ad un lettore digitale. Infine, per legge ogni pneumatico è dotato di un piccolo talloncino posizionato all’interno della parte più bassa del battistrada. Questo piccolo rialzo è infatti spesso 1,6 mm: se il battistrada è livellato con il talloncino, la gomma è da cambiare. Il limite, quindi, c’è, ed è stato studiato proprio per evitare di viaggiare con pneumatici non sicuri. Per alcuni, però, questa limitazione è troppo generosa. Ci sono alcuni costruttori che spingono per alzare il limite a 3 o addirittura 4 mm, permettendo così agli automobilisti di avere sempre gomme in perfetto stato e capaci di affrontare asfalto asciutto, bagnato o innevato senza problemi.
Non tutti, però, sono d’accordo. Per Michelin, infatti, cambiare gli pneumatici al momento giusto significa arrivare al limite di legge di 1,6 mm. Una posizione che per alcuni potrebbe apparire come paradossale. Lasciare il limite “basso”, infatti, porterebbe Michelin a vendere meno pneumatici, andando quindi contro i propri stessi interessi di fatturato. Ma per la Casa francese c’è molto più di questo sul tavolo.
Nella sua lunga esperienza, infatti, Michelin ha raccolto alcuni dati che fanno ragionare in un modo diverso rispetto al solo fatturato. Prima fra tutti la sempre più importante sostenibilità. Da anni ormai, Michelin si fa promotrice di un approccio più sostenibile, partendo dal riciclo degli pneumatici fino a siti produttivi meno impattanti, come vi raccontiamo anche in questo articolo dedicato alla ricerca della sostenibilità di Michelin. Sebbene tutto questo sia molto importante, però, la sostenibilità ottenuta da un “risparmio” di pneumatici prodotti è davvero enorme.
Secondo i dati raccolti dal costruttore transalpino, infatti, cambiare e quindi buttare pneumatici con 3 mm di battistrada rimasto porta ad un’aumento dell’uso delle materie prime del 35%, senza contare un aumento dei rifiuti prodotti. Un’equivalenza fa capire la portata del fenomeno: secondo questo studio, equivale a consumare 290 milioni di tonnellate di petrolio greggio, la quantità prodotta in un anno dal Messico e dal Venezuela.
L’aspetto peggiore di questa cattiva abitudine riguarda l’inquinamento: disfarsi degli pneumatici con 3 mm di battistrada significa incrementare del 35% l’uso di materie prime e la quantità di rifiuti. Ogni anno, secondo uno studio di Ernst&Young, l’abitudine di cambiare gli pneumatici con 3 mm di battistrada comporta l’utilizzo di 128 milioni di pneumatici e 9 milioni di tonnellate in più di CO2 in più ogni anno.
A livello ambientale, quindi, il vantaggio di scegliere con cura quando cambiare gli pneumatici al momento giusto è abbastanza eloquente. Meno immediato, ma ugualmente grande, è il risparmio che si prospetta per gli automobilisti. Secondo Michelin, infatti, cambiare i propri pneumatici con ancora 3 o addirittura 4 mm di battistrada rimasto è, senza troppi giri di parole, spendere male i propri soldi.
Secondo l’azienda, infatti, considerando i dati raccolti in decenni di attività, cambiare gli pneumatici arrivati allo spessore di 1,6 mm e non prima del tempo a 3 mm porta ad effettuare un cambio gomme in più ogni due anni. A livello economico, si parla di un risparmio di 6,9 miliardi di euro ogni singolo anno. Anche per Michelin, poi, l’utilizzo di materie prime, energia e costi di spedizione è sprecata se i suoi prodotti non vengono sfruttati fino al fine vita, aumentando la propria impronta ecologica in maniera inutile. Per questo, Michelin da anni si impegna per aumentare la qualità dei propri pneumatici e la loro durabilità nel tempo. Da decenni infatti investe in Ricerca e Sviluppo una cifra di circa 700 milioni di euro annui, con progetti volti anche a migliorare la durata degli pneumatici usati.
Ma perché Michelin insiste così tanto sull’inutilità di “buttare” pneumatici ancora in perfetto stato? Da tempo, il produttore francese punta il dito contro chi giudica uno pneumatico solo dal suo battistrada. In realtà, il battistrada è solo uno dei parametri per capire quando cambiare gli pneumatici nel momento giusto. Questo, secondo loro, non è neppure il più importante.
Michelin punta il dito sulla qualità della mescola, sull’intaglio, sul comportamento della gomma dopo anni di usura e di esposizione agli elementi, e non solamente al battistrada. Per capirlo, in effetti, basta fare alcuni esempi. Se il battistrada, ad esempio, è entro i limiti di legge, ma la spalla è molto usurata, lo pneumatico è legale, ma non è sicuro. Uno dei punti cardine del concetto secondo Michelin, però, è lo stato della mescola nel tempo. Per sua natura, infatti, una gomma è esposta agli elementi, soprattutto se l’automobile viene parcheggiata all’esterno. Se una mescola è studiata in maniera corretta, anche dopo anni di intemperie è in grado di consumarsi, e quindi di offrire il giusto livello di aderenza.
Uno pneumatico è infatti soggetto ad invecchiamento, e dopo alcuni anni la mescola diventa così dura e secca che non si consuma più. Questo rende così gli pneumatici sempre “legali” a livello di battistrada, ma con un livello di aderenza bassissimo. Per questo vi sollecitiamo a controllare anche la data di produzione dei vostri pneumatici, il cosiddetto DOT. Si tratta di un codice di quattro cifre inserito sulla spalla all’interno di un ovale, come in foto. Questo semplice codice che indica la settimana e l’anno di produzione del vostro pneumatico. Se, per esempio, questo codice reca la scritta “2512“, le vostre gomme sono state prodotte la 25° settimana del 2012, ovvero nel giugno di 10 anni fa. Una gomma così anziana non si consuma più, ma non è più sicura.
Del resto, questa regolamentazione è entrata in vigore nel 1989, quando la tecnologia degli pneumatici era molto, molto più bassa rispetto a quella di oggi. La gamma attuale di Michelin, ad esempio, offre gomme quattro stagioni, pneumatici ad altissime prestazioni, gomme connesse con il proprio smartphone e sviluppate per veicoli elettrici. A livello prestazionale, poi, le gomme di oggi offrono limiti di aderenza enormemente superiori. Il tutto, però, Tutte queste cose, fino a 20 anni fa, erano pura fantascienza. I limiti di legge, però, sono rimasti gli stessi da oltre 30 anni: se andavano bene allora, con le tecnologie di oggi sono ancora più validi.
Per fugare ogni dubbio, però, per capire quando cambiare gli pneumatici al momento giusto Michelin sta spingendo da anni per introdurre dei test obbligatori fatti su gomme usate. Coperture con diversi livelli di usura ed età differenti, per capire effettivamente quanto uno pneumatico sia sicuro anche a migliaia di km dal montaggio. Secondo dei test privati, Michelin ha scoperto che uno pneumatico premium con battistrada a 1,6 mm ha un’aderenza su asciutto e, soprattutto, bagnato migliore di uno pneumatico economico nuovo o semi-nuovo.
Per questo, per capire quando cambiare gli pneumatici al momento giusto è necessario capire come le gomme si usurino, cosa vogliano dire questi numeri e sapere, soprattutto, come questi pneumatici si comportino una volta arrivati nei pressi dei limiti di legge. Per Michelin, un cambio di mentalità porterebbe solo benefici. Una gomma fatta per durare è dotata di una qualità superiore, quindi è più piacevole da utilizzare per il cliente. Uno pneumatico pensato per arrivare indenne a 1,6 mm di battistrada fa risparmiare risorse, emissioni inquinanti e soldi per gli automobilisti. Ci sono solo vantaggi in tutto questo: serve solo una spinta per far diventare tutto questo realtà.
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