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Bugatti W16 Mistral, l’ultima 16 cilindri prima del futuro elettrico

Tempo di lettura: 4 minuti

Bugatti W16 Mistral è un’automobile che tutti si aspettavano. La presenza della leggendaria sigla W16, infatti, capiamo come questa nuova iper-scoperta sia a tutti gli effetti il canto del cigno dell’incredibile 16 cilindri 8 litri quadriturbo di Bugatti.

Fin dalla notizia dell’acquisizione di Bugatti da parte della croata Rimac, specializzata in hypercar elettriche, sapevamo che le future Bugatti sarebbero state tutte elettriche. Per questo, non era più un se sarebbe arrivata la prima Bugatti elettrica, ma quando. E sebbene continuiamo a non avere un debutto per la prima EV di Molsheim, sappiamo che la Chiron è arrivata alla fine del suo ciclo, e la nuova Mistral ne è essenzialmente l’ultimo capitolo. Tutti i 99 esemplari sono già stati venduti ad un prezzo superiore ai 5 milioni di euro. E non è tutto: per Bugatti, la W16 Mistral sarà la convertibile di serie più veloce mai prodotta. Allora scopriamo le caratterisriche della nuova Bugatti W16 Mistral, presentata alla Monterey Car Week di Pebble Beach, in California.

Come Chiron, ma totalmente diversa: l’estetica di Bugatti W16 Mistral

Come per le altre Bugatti “speciali”, anche W16 Mistral è basata sulla meccanica di Chiron, ma dall’esterno è molto differente. Per quest’ultima Bugatti termica, infatti, la Casa di Molsheim ha rivoluzionato le classiche linee Chiron, a partire dal frontale. Qui infatti l’ispirazione è tratta dalle ultra-limitate Divo e La Voiture Noire. Il frontale, infatti, è estremamente aggressivo, dotato di linee molto taglienti e affilate. La grande calandra a ferro di cavallo non sparisce, ma è più grossa che mai. Da questa partono pannelli tesissimi che la rendono forse non elegante e bellissima, ma sicuramente aggressiva e minacciosa.

Dalla prima Bugatti Veyron, specchiata nell’acqua, all’ultima W16 Mistral: il tramonto del W16 Bugatti.

A caratterizzare la Bugatti W16 Mistral sono i fari, formati da quattro sottili linee orizzontali a LED per lato, le gigantesche prese d’aria e il particolare parabrezza. Come sulle spider di una volta, il parabrezza è avvolgente e molto basso, facendolo assomigliare alla visiera di un casco. Anche dal punto di vista laterale manca quella classica linea a ferro di cavallo che accomuna tutte le Bugatti. W16 Mistral è tesa, aggressiva, dinamica. In questo senso arrivano anche le due gobbe dietro i sedili, gli enormi passaruota posteriori e l’assenza di un vero e proprio tetto.

Bugatti ha infatti dichiarato che, come sulle più sportive scoperte, non ci sarà un tetto retrattile elettrico. Al suo posto ci sarà una semplice tela temporanea da montare manualmente, rendendola in pratica un’auto perennemente scoperta. Tra le due gobbe poi non manca la vista del W16, come sempre esposto agli elementi, mentre la coda è molto particolare. Le linee tese e aggressive non sono una novità, così come lo schema dei fari, ispirato alla Bolide. La forma a X dei proiettori posteriori regala un look tutto nuovo al posteriore di W16 Mistral, e spicca anche la presenza del logo Bugatti che si illumina in frenata. Concludono uno stile molto personale l’alettone mobile e l’enorme scarico centrale, che da voce al motore di Bugatti W16 Mistral.

L’ultimo W16 da 1.600 CV vola: Bugatti W16 Mistral sarà la convertibile più veloce del mondo

Sebbene infatti dal punto di vista estetico sia encomiabile, è la meccanica a fare da protagonista su Bugatti W16 Mistral. L’importanza del suo nome sta nell’anticipazione della sigla del suo motore rispetto al nome, mai successo su nessuna Bugatti. E infatti, questa è l’ultima termica di Molsheim, l’ultima a montare il glorioso 16 cilindri. Ed è quindi doveroso un ripasso su questo incredibile capolavoro di ingegneria. L’8.0 16 cilindri a W è un motore assurdo, che ingurgita 70.000 litri di aria al minuto alla massima velocità sfrutta 10 radiatori e quattro turbo. Ci sono poi 32 iniettori, due per cilindro, e le specifiche sono quelle del motore più potente di Casa Bugatti. Sotto il cofano infatti troviamo il motore della della Chiron Super Sport 300+ e della Centodieci, soprannominato Thor. La sua potenza? Esagerata: 1.600 CV.

Thor è il motore dei record, che ha permesso alla Chiron Super Sport 300+ di raggiungere i 490 km/h. Per scaricare a terra tutta la potenza, W16 Mistral sfrutta la stessa trazione integrale e il cambio DSG a 7 marce di Chiron. Rispetto alla sorella, però, il telaio è stato completamente modificato per offrire la giusta rigidezza anche senza il tetto. Non è un caso se proprio la versione più potente dell’8.0 è stata montata, in quanto l’obiettivo è di rendere la W16 Mistral la più veloce scoperta mai realizzata. Non è ancora stato effettuato un tentativo, ma Bugatti si è posta come obiettivo di superare i 418 km/h. Questo, tra l’altro, vorrebbe dire superare i 408 km/h della Veyron Grand Sport Vitesse, dal 2013 spider più veloce del mondo.

Un lusso per… nessuno: tutti i 99 esemplari sono già stati venduti

L’esemplare di Bugatti W16 Mistral portato a Pebble Beach sfoggia infine un inedito schema di colori. Il nero dell’esterno si completa con il giallo dell’abitacolo, tra parentesi assolutamente identico a quello di Chiron. Una citazione alla Bugatti Type 57 Grand Raid, dotata degli stessi colori e anch’essa scoperta. Essendo una scoperta vera, questa speciale Bugatti è molto legata al vento, come possiamo capire dal nome. Oltre a W16, infatti, spicca Mistral. Non si tratta solo del rettilineo del Circuito Paul Ricard, ma è il potente vento che nasce nella valle del Rodano e soffia con vigore sull’amatissima Costa Azzurra.

Un nome evocativo per un’automobile speciale, l’ultima Bugatti termica. Saranno prodotte solamente 99 Bugatti W16 Mistral, e la prima sarà consegnata all’inizio del 2024. Il prezzo? Ovviamente altissimo: si parla infatti di 5 milioni di euro, tasse escluse. Saranno prodotte poi solamente 99 W16 Mistral, e anche se voleste acquistarne una… non è più possibile. Sono infatti state già vendute tutte e 99 le W16 Mistral ancora prima di iniziarne la produzione. W16 Mistral sarà anche la chiusura del cerchio per il progetto Chiron, che dal 2016 è il modello di punta di Molsheim e ha fatto da base a tutti gli altri incredibili modelli della Casa. Il futuro di Bugatti sarà sicuramente elettrico, ma non inizierà senza aver celebrato passato e presente. E se Mate Rimac riuscirà a portare la sua genialità anche a Molsheim… ne vedremo delle belle. Con il W16 sempre nel cuore.

Giulio Verdiraimo

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