Auto, l’UE rivede i piani per il 2035: flessibilità o freno alla transizione?

Attualità
17 dicembre 2025, 10.18
ursula von der leyen ansa
Il percorso dell’Unione Europea verso la neutralità climatica del comparto auto segna una nuova, importante tappa che sta già facendo discutere. La Commissione Europea ha presentato una proposta che introduce margini di flessibilità rispetto al drastico phase-out dei motori endotermici inizialmente previsto per il 2035. Se da un lato la mossa appare come un tentativo di mediare tra esigenze industriali e obiettivi green, dall'altro solleva forti perplessità tra gli osservatori focalizzati sulla decarbonizzazione.

Le novità: dal 100% al 90% di riduzione emissioni

La modifica sostanziale riguarda gli obiettivi di abbattimento della $CO_2$. La soglia di riduzione per i costruttori verrebbe portata dal 100% al 90% entro il 2035. Questo 10% di scarto non è un dettaglio tecnico, ma il varco che permetterebbe la vendita di veicoli a combustione anche oltre la metà del prossimo decennio.
Per compensare questo scarto, la normativa introduce un sistema di crediti legati alla sostenibilità della produzione:
  • Acciaio "verde": Crediti per l'uso di materiali a basse emissioni nella costruzione.
  • Biocarburanti ed e-fuels: Possibilità di conteggiare l'uso di carburanti alternativi nel mix energetico europeo.

La posizione di Transport & Environment: "Segnale ambiguo"

L'organizzazione Transport & Environment (T&E) ha espresso una posizione di netto disaccordo. Secondo le loro stime, queste flessibilità potrebbero ridurre le vendite di veicoli elettrici del 25% rispetto ai target originali.
Il timore espresso dal direttore esecutivo William Todts è che l'Europa stia perdendo la bussola della competitività: "Ogni euro speso per gli ibridi plug-in è un euro sottratto agli investimenti nei veicoli elettrici, proprio mentre la Cina accelera". Secondo T&E, la complessità del nuovo sistema di crediti rischierebbe di premiare tecnologie non scalabili o esposte a rischi di frode (come nel caso dei biocarburanti derivati da oli esausti).

Flotte aziendali e "Super Crediti"

La proposta tocca anche il settore delle flotte aziendali, considerato il traino del mercato. Sebbene siano previsti target nazionali di elettrificazione, T&E critica l'inclusione delle ibride plug-in (PHEV) nel conteggio, sostenendo che le loro emissioni reali siano spesso sottostimate rispetto all'uso effettivo.
Inoltre, il piano introduce i cosiddetti "super crediti" per incentivare la produzione di auto elettriche di piccole dimensioni: ogni veicolo di questa categoria varrebbe come 1,3 auto a zero emissioni. Una misura volta a democratizzare l'elettrico, ma che secondo i critici permetterebbe paradossalmente ai produttori di vendere un numero complessivo inferiore di auto a batteria.

Verso l'Industrial Accelerator Act

In parallelo, la Commissione ha pubblicato la strategia EU Battery Booster, che mira a sostenere la filiera delle batterie ricaricando fondi già esistenti, senza tuttavia immettere nuova finanza fresca nel sistema.
Il futuro della mobilità europea dipenderà ora dal dibattito tra il Parlamento europeo e i governi nazionali. Un passaggio cruciale è atteso per gennaio con l’Industrial Accelerator Act, che dovrà definire con precisione i requisiti del "Made in EU" per veicoli e batterie, cercando di bilanciare la difesa dell'occupazione locale con la necessità di non restare indietro nella corsa globale all'elettrificazione.
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