A guardare come sono deserti e snobbati oggi i Saloni dell’auto, sembra quasi impossibile pensare che c’è stato un tempo in cui le fiere avevano così tanta importanza da potersi permettere di commissionare un prototipo a una Casa automobilistica, solo per migliorare la propria immagine. Inizia così la storia di Alfa Romeo Montreal : un prototipo commissionato dagli organizzatori dell’Esposizione Universale di Montreal del 1967.
Un grande evento per celebrare i primi cento anni del Canada, per il quale all’Alfa Romeo fu chiesto di creare una vettura che simboleggiasse “la massima aspirazione raggiungibile dall’uomo in fatto di automobili”. Nacque così la prima Montreal, in realtà una showcar carrozzata da Bertone che su richiesta del Presidente Luraghi doveva poter montare tranquillamente sia il quattro cilindri bialbero che il V8 della mitica 33 Stradale.
Motorizzazioni a parte, la coupé di Arese piacque subito moltissimo e i dealer americani volevano averne almeno una da vendere nei propri showroom. Così iniziò il processo di industrializzazione, dopo aver scelto definitivamente il cuore della 33, propulsore che andava tuttavia “ingentilito” per l’utilizzo su una vettura di serie. Così la cilindrata crebbe da 2 a 2,6 litri e le manovelle dell’albero a gomiti vennero disposte a 90° invece che a 180°.
Peccato per la potenza massima della Montreal, che scese da 275 a 200 CV, ma a un regime di rotazione molto più umano di 6.700 giri, in luogo dei 9.500 della 33 Stradale, che era di fatto una vettura da competizione. In questa configurazione, però, il V8 richiedeva più spazio per essere alloggiato nel cofano, soprattutto in altezza, e dunque furono necessarie alcune modifiche stilistiche che Marcello Gandini apportò obtorto collo. In ogni caso, il modello definitivo fu presentato al Salone di Ginevra del 1970, per poi andare in vendita quasi due anni dopo e dunque a cinque anni di distanza dalla presentazione del primo prototipo. Un lasso di tempo piuttosto ampio.
Ciononostante l’ Alfa Montreal piaceva, ma ebbe la sfortuna di arrivare sul mercato solo un anno prima della crisi petrolifera del 1973. Era un’auto di alta gamma e consumava molto anche in rapporto ai canoni dell’epoca. Così le vendite subirono un pesante contraccolpo e alla fine del 1977, quando uscì di listino, ne erano state vendute poco meno di 4.000. Le sue prestazioni erano ottime – 0-100 in 7 secondi e quasi 230 km/h di velocità massima – ma la guidabilità molto meno, visto che la piattaforma era ancora quella della Giulia, con i quadrilateri anteriori e il ponte rigido posteriore.
Inoltre, il cambio dell’ Alfa Romeo Montreal era lo ZF a 5 marce (con la prima in basso) ed era montato in blocco con il motore, rendendo la distribuzione dei pesi non proprio favorevole. Insomma, la Montreal aveva più di qualche difetto di gioventù, ma poteva contare comunque su un grande fascino e sul blasone Alfa Romeo, all’epoca molto più forte di oggi. Anche per questo il suo valore attuale è alto ma non altissimo, nell’ordine dei 70.000 euro per un esemplare in buone condizioni.
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