A Parigi, presso la sede della Federazione Internazionale dell’Automobile in Place de la Concorde, è stata inaugurata la nuova Hall of Fame, una galleria aperta al pubblico per celebrare la storia dei campioni che hanno reso grande questa disciplina amata da milioni di persone nel mondo. Uno spazio doveroso è stato dedicato all’Alfa Romeo 158 di Nino Farina, ecco perché.
La Hall of Fame celebre i trentatré piloti che hanno vinto, almeno una volta il Campionato Mondiale di F1, il titolo più importante dell’automobilismo sportivo. All’inaugurazione erano presenti più di 20 piloti, non tutti per ovvi motivi in attività, al fianco di alcune delle vetture che tutti gli appassionati ricordano.
Una di queste, colei che ha aperto la strada alle altre, è la Alfa Romeo 158 “Alfetta” portata alla gloria dal primo campione della F1, il grande Nino Farina, scomparso nel 1966. La vettura fa parte della preziosa collezione FCA Heritage e rimarrà in prestito a Parigi per far contenti i tanti turisti che visiteranno la Hall of Fame appena inaugurata.
Una presenza, quella dell’Alfetta, quanto mai attuale: pochi giorni fa è stato annunciato ufficialmente il ritorno di Alfa Romeo in Formula 1 in qualità di main sponsor della Sauber, ora ribattezzata Alfa Romeo Sauber F1 Team. Sarà una cooperazione strategica per il futuro della Sauber, della Ferrari stessa e dei giovani piloti tra i quali Antonio Giovinazzi e Charles Leclerc, quest’ultimo annunciato come pilota titolare accanto allo svedese Ericsson.
In pochi ricordano che all’alba dei tempi della F1 in formato mondiale, siamo a inizio anni ’50; Alfa Romeo rappresentava ciò che oggi è la Ferrari, una scuderia vincente. I piloti erano Nino Farina, Juan Manuel Fangio e Luigi Fagioli, un terzetto di primo piano che si contese il titolo mondiale fin dalle prime battute. Delle sette gare valide per la classifica, la 158 se ne aggiudicò ben sei. A partire dal debutto al GP di Silverstone, l’Alfa Romeo sarà imbattuta, conquistando i primi tre posti della classifica e vedendo Giuseppe “Nino” Farina primo iridato della neonata Formula 1.
Un successo ripetuto nell’annata successiva, quando la monoposto 159 conquistò nuovamente il titolo mondiale grazie al campione Juan Manuel Fangio. Enzo Ferrari, che partì proprio dall’Alfa Romeo per costruire la scuderia che porta il suo nome e tutto ciò che rappresenta, commentò con questa frase il primo successo della sua creatura ai danni della 158, al GP di Silverstone del 1951: “Oggi è come se avessi ucciso mia madre”.
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