Tutti i media in questi giorni sono concentrati sui mondiali di calcio e, come sempre avviene in questo periodo anche sul calciomercato. Proprio l’acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della Juventus, definito il “colpo del secolo”, sta tenendo banco su tutti i social network e non solo.
Infatti, è di poche ora fa la notizia che un sindacato di lavoratori del Gruppo italiano ha indetto uno sciopero di due giorni come protesta relativa all’acquisto del calciatore portoghese e al suo stipendio faraonico, da oltre 30 milioni di euro a stagione. L’Unione Sindacale di Base, infatti, ha proclamato lo sciopero negli stabilimenti di Melfi per i lavoratori di FCA a partire dalle 22 di domenica 15 luglio fino alle 6 di martedì 17.
È inaccettabile che mentre ai lavoratori di FCA e CNHI l’azienda continui a chiedere da anni enormi sacrifici a livello economico la stessa decida di spendere centinaia di milioni di euro per l’acquisto di un calciatore.
Ci viene detto che il momento è difficile, che bisogna ricorrere agli ammortizzatori sociali in attesa del lancio di nuovi modelli che non arrivano mai.
E mentre gli operai e le loro famiglie stringono sempre più la cinghia la proprietà decide di investire su un’unica risorsa umana tantissimi soldi! È giusto tutto questo?, è normale che una sola persona guadagni milioni e migliaia di famiglie non arrivino alla metà del mese?
Siamo tutti dipendenti dello stesso padrone ma mai come in questo momento di enorme difficoltà sociale questa disparità di trattamento non può e non deve essere accettata.
Gli operai Fiat hanno fatto la fortuna della proprietà per almeno tre generazioni, arricchiscono chiunque si muova intorno a questa società, e in cambio hanno ricevuto sempre e soltanto una vita di miseria.
La proprietà dovrebbe investire in modelli auto che garantiscano il futuro di migliaia di persone piuttosto che arricchirne una soltanto, questo dovrebbe essere il fine di chi mette al primo posto gli interessi dei propri dipendenti, se ciò non avviene è perché si preferisce il mondo del gioco, del divertimento a tutto il resto.
Per le ragioni sopra descritte l’Unione Sindacale di Base di stabilimento proclama sciopero alla FCA di Melfi dalle ore 22.00 di domenica 15 Luglio fino alle ore 06.00 di martedì 17 Luglio 2018.
Un’indignazione che sembra fuori luogo in quanto la Juventus è una SPA quotata in borsa, ben separata da FCA Group (anch’essa quotata in borsa), con conti, bilanci e valutazioni ben diverse tra loro. A parte lo stesso “cappello” di appartenenza, la Exor Group, si tratta quindi di entità distinte.
Come se non bastasse, grazie all’acquisto di Cristiano Ronaldo, la Juventus ha ottenuto un’impennata in borsa oltre a una visibilità di livello mondiale che le porterà importanti introiti derivanti da questa manovra e che riusciranno in buona parte a coprire le spese “vive” del contratto.
Infine, il contratto di Ronaldo è inferiore a quello di altri sportivi legati al mondo del Gruppo italiano, basti pensare a Vettel con un contratto da 49 milioni di euro a stagione. Per lui, però, non c’è stato spazio per l’indignazione.
Dello stesso parere sembrano altri sindacati italiani, come riportato da ANSA. “Altri sedicenti sindacati, per mera pubblicità, giocano sulla pelle e sul futuro dei lavoratori”. Lo scrivono, infatti, in una nota congiunta, Fim, Uilm, Fismic e Uglm riferendosi alla proclamazione da parte dell’Usb (Unione sindacale di base) di uno sciopero alla FCA di Melfi in segno di protesta contro l’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juve. “È incredibile che in una fase così delicata del Gruppo FCA, a partire dello stabilimento di Melfi, qualcuno proclami lo sciopero su di una vicenda che nulla ha a che fare con il lavoro e con i lavoratori”.
Aggiornamento:
Nessun dipendente dello stabilimento di Pomigliano e del Centro logistico di Nola ha stamattina scioperato nell’ambito delle iniziative di protesta promosse nei giorni scorsi in tema calcistico davanti all’impianto campano. E’ la dimostrazione che si trattava di un’agitazione di carattere strumentale e che i lavoratori dello stabilimento di Pomigliano lo hanno capito perfettamente a differenza di quanti invece gli hanno voluto dare credito.
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