Il 25 luglio 2018 a Zurigo, esattamente 5 anni fa, scompariva Sergio Marchionne, manager che ha portato avanti l’immagine di FIAT e dell’Italia nel mondo, lasciando, certamente, una grossa eredità anche morale.
L’operazione più importante rimane sicuramente il salvataggio della FIAT dal baratro della crisi a inizio anni 2000, creando poi FCA con l’acquisizione di Chrysler, con la successiva quotazione in borsa. Ne nacque una società di diritto con sede in Olanda; storica la rottura con Confindustria.
Fu il primo gradino di un allargamento dei confini di quella che prima era unicamente una realtà solamente italiana: FCA è stata poi inglobata da Stellantis con PSA. Una ventata di aria fresca che è servita per bilancio e idee. Mike Manley prima e Carlos Tavares ora sono i continuatori della nuova filosofia aziendale.
Marchionne aveva lentamente cominciato a credere nell’elettrico: famosa la sua frase rivolta alla prima 500 elettrica: “non compratela, ci perdiamo 14.000 euro per macchina”. Magneti-Marelli fu ceduta proprio per finanziare il piano di elettrificazione. Un fornitore che forse sarebbe stato utile all’azienda.
Insomma, Marchionne impersonò l’idea di internazionalizzazione del gruppo, che con Stellantis si confermò, portando anche un grande azionista cinese, Dongfeng. Complicati i rapporti con l’Italia: il rischio di “operare in un quadro di incertezze” lo portò ad esportare le sedi.
Tavares ora si trova nelle mani un patrimonio e un’eredità enorme. Le preoccupazioni rimangono, soprattutto nel timore della chiusura di stabilimenti francesi e italiani; ipotesi che per ora non si sta avverando. Chissà cosa ci riserverà il futuro: intanto l’obiettivo è arrivare a un milione di auto prodotte in Italia, anche con il rilancio di un Marchio che Marchionne considerava in decadenza come Lancia: nuova Ypsilon, Delta e Gamma saranno le basi per una probabile rinascita. Nel mentre Alfa Romeo viaggia a gonfie vele; Giulia, Stelvio e Tonale hanno rilanciato il marchio del biscione in tutto il mondo.
Sarebbe orgoglioso Sergio Marchionne dell’eredità del colosso industriale che lui ha contribuito a creare? Noi vogliamo pensare di sì.
Autore: Flavio Garolla
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