Dopo le dimissioni dell’ex amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares, si rincorrono sempre più le voci legate alle ultime ore del mandato dell’ex CEO del gruppo italo-francese. Secondo quanto riportato da “Il Giornale” tra il 25 ed il 28 novembre tra il Cda ed il manager portoghese si era arrivati ad un punto di non ritorno per via di crescenti tensioni legate alla gestione dell’azienda.
“Non dovete interferire con il mio lavoro, non sono fatti che vi competono”: queste le parole di Tavares, riportate dal quotidiano italiano, che hanno testimoniato uno scontro acceso che molto probabilmente ha segnato un punto di non ritorno ai vertici dell’azienda. Il motivo della contesa? Sempre come riportato dalla fonte, il Cda aveva chiesto delle spiegazioni circa le strategie adottate in un periodo fortemente complesso per il comparto industriale con dei risultati di vendita che anche per Stellantis hanno visto una contrazione rispetto all’anno precedente.
Le parole taglienti del manager portoghese, riprese in primis dall’agenzia Reuters, evidenziano la reazione sopra le righe. La tensione non poteva quindi che portare alla separazione delle strade tra il manager portoghese ed uno dei colossi mondiali dell’auto.
Sempre secondo quanto riportato, la decisione dell’allontanamento di Tavares non è stata fulminea in risposta alle crescenti difficoltà relazionali in azienda, anche perché poco prima prima il portoghese aveva ricevuto il massimo appoggio sino alla scadenza del 2026 nonostante già ad ottobre fossero emerse delle divergenze importanti.
Quello che è certo è che nel lungo periodo non potevano non emergere le difficoltà evidenti del gruppo che nell’ultimo periodo ha visto un crollo delle azioni del 43%, oltre ad altre problematiche finanziarie legate alla politica di gestione proposta da Tavares sulla liquidità focalizzata sul 2024 a scapito del flusso di cassa del 2025 che avrebbe potuto condurre al rischio di un nuovo profit warning di lì a poco (secondo quanto riportato sempre da Reuters).
Carlos Tavares non voleva rinegoziare le sanzioni europee
Questione altrettanto spinosa nel rapporto tra l’ex numero uno ed il Cda è stata poi quella relativa alle sanzioni europee sui cui l’industria automobilistica si sta muovendo compatta per scongiurare multe che potrebbero mettere in difficoltà la produzione. Il manager portoghese, invece, aveva espresso la volontà di andare in direzione opposta con una strategia che prevedeva un taglio anche delle vendite delle auto a combustione interna.
Come se non bastasse, poi, Tavares aveva una linea peculiare nel rapporto con i fornitori di Stellantis che in un’ottica di contenimento dei costi potevano essere sacrificabili. Insomma, più di un elemento creava insoddisfazione ed anche dopo il cambio di molti manager nelle posizioni apicali le difficoltà rimanevano presenti anche dopo l’episodio di giovedì 10 ottobre, di fronte al siluramento della cfo Natalie Knight e del cambio della guardia alla guida del mercato USA, il presidente John Elkann dichiarava che “Il Cda, all’unanimità, si è espresso a favore di Carlos Tavares“.
Ora Stellantis si trova in una situazione in cui deve affrontare sfide molto importanti e difficili, al momento non è stato ancora annunciato un sostituto del portoghese ed i poteri sono nelle mani del presidente Elkann anche se negli ultimi giorni alcune voci sul possibile sostituto si stanno rincorrendo “scaldando” i mercati con il titolo che a Piazza Affari ha segnato una salita.
Per l’ex CEO potrebbe arrivare una buonuscita da record
Secondo quanto riportato da alcuni sindacati francesi la cifra che Tavares avrebbe maturato sarebbe attorno ai famosi 100 milioni di euro, riportati da tutti gli organi di stampa. Un importo che ha scatenato non poche polemiche in un periodo molto difficile per l’occupazione nelle fabbriche del gruppo.
Di fronte a questo sollevamento di opinioni, l’azienda ha voluto precisare la notizia del super bonus con una nota da Parigi dove viene sottolineato che le cifre in questione sono molto imprecise e lontanissime dalla realtà. Stellantis ha anche ribadito la propria politica di riservatezza all’interno dell’azienda: “Non divulghiamo i dettagli delle dimissioni dei nostri dipendenti, dirigenti compresi, se non nei casi previsti dalla legge“.
Carlos Tavares era uno dei manager più pagati del panorama automobilistico con un compenso base di circa 13,5 milioni di euro, a cui si aggiungerebbero incentivi variabili fino a un massimo di 23,5 milioni. Importi che anche in Italia non sono andati giù ai sindacati con Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil, che ha definito la liquidazione una “beffa da evitare dopo il danno industriale prodotto“.