La tuta da competizione più leggera del mondo è firmata Sparco: intervistiamo il responsabile produzione dell'azienda italiana

Tuning e prodotti
31 agosto 2019, 16.41
tuta sparco f1
Sparco è, da più di trent'anni, sinonimo stesso di motorsport. A Volpiano, a pochi chilometri da Torino, da inizio anni '80, è nata una realtà che oggi è diventata una delle principali, se non la principale, per tutto il mondo racing. Un'azienda che ha saputo farsi grande grazie ai successi con Lancia nei rally, per poi sapersi reinventare negli ultimi anni, guardando con interesse al mondo del gaming e dell'abbigliamento tecnico, giusto per fare un esempio.
Oggi, dopo la nostra intervista all'A.D. Claudio Pastoris, parliamo della tuta da competizione più leggera del mondo, che nasce appunto nelle segrete stanze del quartier generale di Sparco. Oggi un po' meno segrete, grazie alla nostra intervista a Massimo Benedetto, responsabile prodotto Sparco, alla scoperta della nascita e della manifattura delle tute che Alfa Romeo Racing e McLaren hanno scelto per il loro team e i loro piloti.
Oggi siamo
venuti qui a Volpiano (TO) per vedere
dove, e come, nasce la tuta da competizione più leggera al mondo, made in
Sparco. Qual è il processo che sta alla base della sua produzione?
“Il processo è
un processo tipico del mondo della moda e si basa sulla personalizzazione,
sulla creazione ad hoc. Riceviamo un ordine dal cliente al quale si può già
accompagnare un bozzetto con la proposta personale circa il layout della tuta
oppure possiamo essere noi a proporlo al cliente interessato. Al bozzetto sono
accompagnate le misure del pilota o di chi dovrà indossare la tuta per
consentire lo sviluppo di un modello su misura, a livello sartoriale. Il
processo prosegue poi con il taglio dei materiali che andranno a comporre la
tuta, sicuramente più di uno essendo a più strati, dopodiché parte la
personalizzazione attraverso un processo di stampa dedicata, anche questa
sottoposta a normativa della FIA. C’è sempre da rispettare la variabile
rappresentata dal rapporto tra trasmissione del calore e capacità ignifuga.
Terminata questa fase, ne segue un’ultima detta di confezionamento, che
corrisponde all’assemblaggio della tuta con le misure e le personalizzazioni
richieste. Al termine, tutto viene ricontrollato dall’inizio alla fine, dal
primo all’ultimo passaggio, per poi procedere con la consegna. Il tutto può
avvenire anche nel giro di pochi giorni”.
Il record di
produzione di una tuta per voi di Sparco?
“Siamo riusciti
a fare tute complete in una giornata, e il plurale non è messo a caso. Il
motorsport è fatto di richieste improvvise e noi di Sparco dobbiamo essere
bravi a venire incontro alle esigenze del cliente. Siamo infatti strutturati
per poter far questo”.
Alle tue
spalle c’è una tuta importante, sia per la storia del motorsport sia per Sparco
stessa, quella di Miki Biasion. Quanto è cambiato dalla sua tuta a quella che
oggi indossano piloti come Antonio Giovinazzi?
“C’è stata una
rivoluzione praticamente! Pur facendo un prodotto esteticamente molto simile,
almeno all’apparenza, all’”interno” del prodotto è cambiato tutto. La tuta di
Biasion poteva pesare fino a 1,8 chilogrammi, mentre la tuta di Giovinazzi pesa
600 grammi, praticamente un terzo di trent’anni fa. Dietro questo
“alleggerimento” c’è sicuramente un grosso sforzo tecnologico: abbiamo dovuto
sviluppare insieme ai nostri partner materiali, filati, tecniche di cucitura e
tutto un insieme di cose che hanno permesso questo salto generazionale. Il
trucco? Rimanere all’avanguardia sempre, come noi abbiamo fatto fin dalle
origini”.
Che standard
hanno in termini di sicurezza, volendo fare un confronto a più di trent’anni di
distanza?
“Le tute sono
sempre sottoposte all’omologazione della FIA, sia ieri sia oggi. L’omologa
richiede che la tuta possa resistere 11 secondi al fuoco secondo norma ISO. La
tuta “prototipo”, in fase di test, viene sottoposta infatti a fiamma costante e
un sensore accerta che il corpo umano che si trova dall’altra parte non riceva
ustioni di secondo grado durante quell’arco di tempo. Questo nel presente, ma è
già pronta una nuova omologa che entrerà in vigore nei prossimi anni che porta
questo intervallo a 12 secondi. Un secondo in più che può sembrare poco ma che
rappresenta una grande sfida, visto che un solo secondo può rappresentare la
differenza tra la vita e gravi danni alla persona che si trova coinvolta
nell’incidente in quel momento”.
C’è qualche
retroscena che ci puoi raccontare circa le esigenze espresse dai team di F1 ai
quali fornite le tute e l’abbigliamento?
“I nostri
clienti sono molto esigenti, molto particolari, ognuno ha le sue particolarità
sia di comfort sia di vestibilità. Sono piloti professionisti, sanno
esattamente quello che vogliono. Faccio un esempio: un campione del mondo come
Raikkonen è sicuramente esigente e attento a tutti i particolari, come la
conformazione dello snodo della schiena che gli permette di sedersi in macchina
in una maniera corretta senza fastidi in qualsiasi sessione di guida. Sempre
Raikkonen chiede cinque tute per ogni gara di F1, che è poi lo standard per
molti piloti”.
Si può sapere
il costo di una tuta di una F1 di ultima generazione?
“Il costo è sicuramente elevato per due essenziali motivi: il primo dovuto ai materiali usati, frutto di una ricerca avanzata e dal costo non certo lieve. Dall’altra parte il servizio sartoriale fornito da Sparco, con la massima personalizzazione e in tempi, come abbiamo visto, piuttosto brevi. Il costo lievita così a parecchie migliaia di euro anche se non possiamo dirvi l’ammontare esatto”.
sparco parco valentino 2019
La tuta Alfa Romeo Racing, firmata Sparco, esposta sul nostro stand a Parco Valentino 2019
Altre
curiosità legate al vostro rapporto con questo livello di tecnologia, sempre
nel motorsport?
“Una è
sicuramente il consulto che ci viene chiesto circa l’efficacia di tute prodotte
da noi ma ormai con una decina se non quindici anni sulle spalle. La
preoccupazione riguarda ovviamente il suo utilizzo, a norma di omologazione, in
ambito sportivo, ma può variare anche su piccole riparazioni sartoriali, che
possono capitare su tutte che possono avere fino a vent’anni. Le norme FIA,
fino ad adesso, non davano scadenza, quindi una tuta del 1999 può ancora essere
utilizzata in gara, a seconda poi sempre della categoria e del fisico del
pilota o del meccanico”.
Quanto può
arrivare a costare la tuta di Sparco, controparte di quella impiegata in F1,
per piloti “normali”?
“Intorno ai
1.700 euro, ma abbiamo anche tute più basiche, per chi vuole iniziare a
correre, intorno ai 300 euro. Tutte sono omologate, tutte resistono al fuoco,
ma cambia ovviamente il tipo di lavorazione e la qualità dei materiali”.
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