Dash cam, boom in Italia: perché sempre più automobilisti le installano e cosa dice la legge

Sicurezza
23 giugno 2025, 12.30
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Protezione da truffe, prove nei sinistri, controllo dei figli alla guida: le dash cam diventano lo strumento preferito degli automobilisti italiani. Ma sono davvero ammesse come prova in caso di incidente?
Un tempo oggetto di nicchia, oggi sempre più automobilisti italiani stanno installando dash cam – le videocamere di bordo capaci di registrare tutto ciò che accade davanti (e dietro) al veicolo. Il motivo? Aumentare la sicurezza, ma soprattutto tutelarsi in caso di incidente o controversie stradali. Un fenomeno in crescita costante, tanto che nel primo semestre 2025 si stima che oltre 700.000 veicoli privati in Italia ne siano già dotati.

Dash cam: cosa sono e come funzionano

Le dash cam sono piccoli dispositivi elettronici che si montano solitamente sul parabrezza anteriore e si attivano in automatico all’accensione del motore. Alcuni modelli includono GPS, doppia camera (anteriore e posteriore), visione notturna, sensori di movimento e salvataggio d’emergenza in caso di impatto.
I più evoluti offrono anche funzioni di cloud backup e avvisi in tempo reale tramite app. Il prezzo varia da 50 a oltre 300 euro, ma anche i modelli più economici garantiscono una registrazione continua della strada.

Perché tutti vogliono una dash cam?

Gli automobilisti italiani hanno scoperto che una dash cam può diventare:
  • Una prova decisiva in caso di incidente con colpa incerta
  • Uno strumento anti-truffa, specie contro i finti pedoni investiti o i colpi di frusta simulati
  • Un deterrente contro i danneggiamenti da parcheggio
  • Un modo per controllare i giovani neopatentati alla guida del mezzo familiare
Non mancano i casi in cui video registrati da dash cam sono finiti in rete o utilizzati dalle forze dell’ordine per ricostruire dinamiche di gravi incidenti, inseguimenti o comportamenti pericolosi alla guida.

Le dash cam sono legali in Italia?

Sì, le dash cam sono legali, ma il loro uso è regolato da alcune precise condizioni:
  • I video registrati non possono essere diffusi pubblicamente se riprendono targhe, volti o altri dati identificativi, salvo oscuramento
  • La registrazione è consentita per finalità personali e di sicurezza
  • In caso di sinistro, le assicurazioni possono tenerne conto, ma la loro validità come prova dipende dal giudice o dal perito incaricato
Una recente sentenza del Tribunale di Verona ha stabilito che un video dash cam può rappresentare una prova valida in sede civile, se ritenuto “non alterato e contestualizzato in modo coerente”. Ciò apre la porta a un uso più sistematico di questi dispositivi anche nei risarcimenti assicurativi.

E le assicurazioni? Cosa ne pensano?

Alcune compagnie hanno iniziato a offrire sconti sulla polizza RC Auto per chi installa una dash cam certificata. È il caso di Generali, UnipolSai e Reale Mutua, che premiano i clienti più attenti alla prevenzione, specialmente tra i neopatentati e nei contesti urbani.
Tuttavia, non esiste ancora una regolamentazione unica: ogni compagnia decide in autonomia se e come utilizzare i filmati in caso di sinistro.

Privacy e dash cam: un nodo ancora aperto

Nonostante la crescita del mercato, il Garante della Privacy ha ricordato che la dash cam non può diventare una telecamera di sorveglianza mobile. Chi registra deve essere consapevole che:
  • Le immagini non possono essere utilizzate per monitorare terze persone
  • È vietato diffondere online i video senza autorizzazione (pena sanzioni fino a 20.000 euro)
  • L’uso professionale (taxi, NCC, bus) è soggetto a regole più stringenti

La dash cam è il nuovo airbag?

Sempre più automobilisti vedono nella dash cam una forma moderna di autodifesa digitale: discreta, economica e sempre vigile. Ma resta aperta una domanda fondamentale:
In un Paese dove il 60% degli incidenti avviene per distrazione o mancata precedenza, servono più telecamere o più educazione stradale?
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