Auto aziendali elettriche: vantaggi fiscali, incentivi e problemi ancora aperti

Attualità
23 giugno 2025, 12.51
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Nel dibattito sulla mobilità sostenibile, le auto aziendali elettriche occupano una posizione chiave. Rappresentano un'opportunità concreta per abbattere le emissioni, rinnovare il parco circolante e beneficiare di importanti agevolazioni fiscali. Ma tra incentivi regionali a macchia di leopardo, vincoli normativi e criticità infrastrutturali, il quadro resta tutt'altro che lineare.

Perché le aziende guardano all'elettrico

Negli ultimi tre anni, la transizione energetica delle flotte è diventata una priorità per molte imprese. Le motivazioni sono diverse:
  • Convenienza fiscale: deducibilità maggiore, ridotta tassazione dei fringe benefit e minori costi d’esercizio;
  • Reputazione aziendale: un parco auto elettrico migliora la CSR e l’immagine ambientale;
  • Accesso agevolato alle ZTL e alle aree urbane sempre più restrittive.

Le agevolazioni fiscali: cosa c’è davvero da guadagnare

Uno dei principali punti di forza delle auto aziendali elettriche è il trattamento fiscale, molto più favorevole rispetto ai veicoli endotermici:
  • Deducibilità: per i veicoli elettrici utilizzati come strumentali all’attività, la deducibilità dei costi di acquisto e di esercizio è pari al 100% (contro il 20%-40% dei modelli a benzina o Diesel);
  • Fringe benefit: per i dipendenti che usano l’auto aziendale anche privatamente, la percentuale imponibile è molto bassa (0%-25% in base alle emissioni), con un netto vantaggio per le BEV;
  • Esenzione bollo: in molte regioni italiane, le auto elettriche godono di esenzione dal bollo per 5 anni o addirittura a tempo indeterminato.
Per i noleggi a lungo termine – una formula sempre più scelta dalle aziende – si aggiungono vantaggi anche sull’IVA detraibile e sulla gestione operativa semplificata.

Ma quali sono i problemi ancora aperti?

Nonostante i vantaggi, restano diverse criticità strutturali che rallentano la piena adozione delle elettriche nelle flotte aziendali:
1. Infrastrutture di ricarica ancora insufficienti
Molti fleet manager lamentano l’assenza di piani industriali integrati per installare colonnine nei parcheggi aziendali. Inoltre, l’offerta pubblica è spesso scarsa o mal distribuita sul territorio.
2. Tempi di consegna lunghi
Per alcuni modelli BEV – soprattutto premium o SUV – i tempi di consegna nel 2024-2025 continuano a superare i 6-8 mesi, complicando la programmazione delle flotte.
3. Troppe incertezze normative
Le aziende si confrontano con normative regionali e incentivi locali poco chiari, spesso variabili di anno in anno, rendendo difficile pianificare il TCO (Total Cost of Ownership) su lungo termine.
4. Autonomia e missioni lavorative
Le esigenze operative di alcune imprese (trasporto merci, venditori in viaggio, tecnici) restano difficili da soddisfare con veicoli full electric, a causa dell’autonomia ancora limitata o dei tempi di ricarica.

I dati del 2025: crescono le flotte elettriche, ma non quanto previsto

Secondo gli ultimi dati di Dataforce Italia, aggiornati a maggio 2025, solo il 6,9% delle nuove immatricolazioni aziendali è costituito da BEV. Un dato in crescita rispetto al 2023, ma ancora lontano dagli obiettivi europei.
Nel settore del noleggio a lungo termine, però, le elettriche hanno toccato il 12% delle nuove forniture, segno che il mercato sta cambiando — anche se a velocità diverse.

La vera domanda: conviene davvero?

Per molte aziende, oggi, la risposta è sì, ma con alcune condizioni, da non sottovalutare:
  • È essenziale analizzare bene il ciclo d’uso dei veicoli e la rete di ricarica disponibile;
  • Serve un supporto consulenziale da parte di fornitori di noleggio, per ottimizzare i costi reali;
  • Le politiche statali e locali devono diventare più stabili e prevedibili, altrimenti il rischio è che solo le grandi imprese riescano a cavalcare la transizione.
L’auto aziendale elettrica è un’occasione reale per risparmiare e contribuire alla transizione ecologica. Ma se il Paese non affronterà i nodi strutturali ancora aperti, rischia di restare un’opzione d’élite, più da immagine che da flotta operativa.
E tu, faresti oggi il salto verso l’elettrico? Oppure aspetteresti (ancora) che le condizioni diventino davvero favorevoli?
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