Con il nome “corretto” che sarebbe Convertibile, Land Rover ha sconvolto il mercato con il lancio dell’Evoque Cabrio, il primo SUV cabrio premium compatto al mondo.
Le previsioni dicono che, da oggi al 2020, ci sarà un’ulteriore crescita del 20% nel mercato dei Crossover e dei SUV, ed è, quindi, inevitabile che si cerchino nuove forme, nuovi stimoli per sviluppare la propria gamma.
A due anni dal suo debutto è ora di tirare le somme. Nella sua carrozzeria tradizionale, la Range Rover Evoque ha affascinato e conquistato numeri pazzeschi, mentre nella sua versione convertibile ha avuto un po’ meno successo, ma ha dato un segnale di forza alla concorrenza, anche attraverso un’offensiva SUV caratterizzata dalla bellezza.
Un fascino sfrontato
Che piaccia oppure no, di certo alla Evoque Cabrio non manca la personalità.
Infatti, all’aspetto ben riuscito della versione “normale”, si aggiunge questa sofisticata capote in tessuto sagomata, tra le più ampie del settore auto, che mantiene la silhouette fedele al design originale, ma con un profilo ancora più deciso. I suoi meccanismi di apertura capote a Z (a ventaglio) restano a filo dei pannelli della carrozzeria dando al veicolo, con capote aperta, un aspetto armonico e filante.
La capote automatica si ripiega in 18 secondi e può essere sollevata in 21, a velocità che possono arrivare ai 48 km/h. L’Evoque, quando è aperta, ricorda molto un bel fuoribordo pronto a salpare, per via principalmente dei profili neri che contornato tutto l’abitacolo. Ovviamente nella vista laterale, quando la capote è abbassata, la vettura perde un po’ di dinamismo, a maggior ragione se i finestrini sono alzati.
Nonostante il veicolo al di sotto della vetratura appaia identico all’Evoque coupé, la scocca posteriormente alle portiere anteriori è stata sostanzialmente ridisegnata per accogliere il meccanismo del tetto. La porzione superiore dei parafanghi posteriori è stata modificata per integrarsi alla configurazione della Cabrio, mentre spoiler e portellone sono stati totalmente riprogettati.
A impreziosire l’aspetto estetico della vettura ci pensa l’abbinamento cromatico tra gli inserti neri (Black Design Pack) e i cerchi 20″ Satin Black Style e la carrozzeria nello splendido colore Firenze Red. Il risultato è una vettura di carattere, che attira gli sguardi dei passanti, curiosi di scoprire un’auto dal design così originale e appariscente.
Non cambia particolarmente l’abitacolo, che visto oggi risente un po’ del peso degli anni, soprattutto nella zona della strumentazione e del tunnel centrale, dove la zona del climatizzatore (bizona) è ancora troppo piena di tasti fisici.
Il cuore degli interni è il più recente touchscreen da 10,2″ ad alta risoluzione, con l’altrettanto nuovo sistema di infotainment Jaguar Land Rover InControl Touch Pro. L’InControl Touch Pro, molto veloce e reattivo, eleva gli standard di connettività del brand offrendo una totale integrazione con gli smartphone, la navigazione door to door, la connettività 3G ed un sistema audio Premium, targato Meridian.
Inutile specificare che i materiali rappresentano un punto di riferimento per la categoria, grazie a plastiche morbide e inserti di qualità, che mantengono l’abitacolo elegante e discreto.
Bene anche lo spazio delle sedute posteriori – un po’ meno per le gambe – mentre il posizionamento della capote non cambia la capacità del bagagliaio che, con i suoi 251 litri, propone poca capienza e un imbocco molto piccolo, ma in compenso si tratta di una praticità con pochi rivali per una convertibile.
Alla guida della Range Rover Evoque Cabrio da 240 CV: in crociera con qualche accenno di sportività
La motorizzazione che abbiamo messo alla prova è appena uscita di listino – è rimasto il 2.0 Diesel da 180 CV – e si tratta del 2.0 turbodiesel da 240 CV e 500 Nm di coppia, abbinato di serie al cambio automatico ZF a 9 rapporti. Il risultato è un’accelerazione sportiva – da 0 a 100 km/h in 7,3 secondi – e una velocità massima di 217 km/h.
Le prestazioni non nascondono una certa sportività, ma già dopo i primi chilometri si capisce, come era prevedibile, che la Evoque Cabrio, come la coupé d’altronde, preferisce andature più turistiche, dove il cambio dà il meglio di sé e dove l’assetto morbido, ma non troppo, coccolano il guidatore.
Al motore il brio non manca, l’allungo è notevole e, anche qui, il 9 rapporti fa bene il suo lavoro, anche se, a volte, tende a tenere la marcia troppo a lungo, mostrando un po’ meno intuitività rispetto alle aspettative. Se si aumenta l’andatura un po’ di rollio si fa sentire, nonostante le barre antirollio siano state maggiorate, ma questa componente abbastanza “naturale” non inficia più di tanto il piacere di guida, che rimane di buon livello, soprattutto se consideriamo la tipologia della vettura in questione, che, oltretutto mostra una buona rigidità torsionale, grazie ai dovuti rinforzi allo chassis, grande premura dei tecnici Land Rover.
Il comportamento in curva, infatti, rimane sempre rassicurante e questo merito anche del Torque Vectoring by Braking (TVB), che se rileva sottosterzo in curva, applica una lieve forza frenante su entrambe le ruote interne, contribuendo a mantenere l’auto nella traiettoria voluta.
Lo sterzo elettro assistito (EPAS) ad assistenza variabile rimane sempre un po’ troppo demoltiplicato, ma offre una precisione e feedback sempre puntuali. Il piacere della guida turistica e del viaggiare è dato anche dall’ottima insonorizzazione dell’abitacolo, che per essere “protetto” da una capote in tessuto, con il fondamentale strato di materiale fonoisolante, garantisce un comfort interno praticamente uguale a quello della versione a tetto rigido.
L’aspetto glamour e la sfrontatezza della capote non devono distrarre però dal fatto che si tratta pur sempre di una Land Rover, con tutte le conseguenze del caso. Una di queste è la trazione integrale, che, quando si parla del Marchio inglese, non è mai un 4×4 qualsiasi. Anche in questo caso, infatti, si tratta del sistema 4×4 Efficient Driveline, un giunto centrale Haldex a controllo elettronico, che distribuisce la coppia fra le ruote anteriori e posteriori.
Non è un caso, infatti, se tra le selezioni del profilo di guida non esiste una modalità dynamic/sport, ma si possono selezionare diversi profili per affrontare al meglio, Erba/Ghiaia/Neve, Fango e Solchi o Sabbia.
L’Evoque Convertibile è stata provata in off road negli stessi ambienti e con gli stessi standard delle altre Land Rover. Anche se dubito che i proprietari di una Range Rover Evoque Cabrio si possano avventurare in un offroad “spinto” è giusto sapere che il SUV scoperto, con angoli di attacco, dosso e uscita, rispettivamente 19, 18,9 e 31,0 gradi, è capace di superare gradienti di 45°, affronta in sicurezza pendenze laterali di ben 35°, e guadi fino a 500 mm, grazie al sensore apposito (Wade Sensing).
L’Evoque Convertibile vanta anche le tecnologie off-road della versione coperta, inclusi il Terrain Response e l’All-Terrain Progress Control.
Lato consumi, 240 CV non sono pochi, ma ad andature tranquille il 2.0 mantiene una media inferiore ai 9 l/100 km, un buon dato considerata potenza e mole dell’auto.
Infine, per quanto riguarda la sicurezza, nell’improbabile evento di una situazione di ribaltamento, interviene l’apposita protezione, che solleva automaticamente due barre di alluminio in 90 millisecondi, creando uno spazio di protezione per gli occupanti.
Prezzo e concorrenti
La Range Rover Evoque Cabrio da noi provata, SD4 con allestimento HSE Dynamic parte dal prezzo di 69.800 euro.
Per via di alcuni optional, come InControl Secure (670 euro), il pacchetto Black Design (3.734 euro), i fari adattivi a LED (1.334 euro), il cruise control adattivo con queue assist (1.164 euro) e il Luxury Pack (4.947 euro) e il Firenze Red (847 euro), fanno lievitare il prezzo alla considerevole cifra di circa 83.000 euro.
Concorrenti? Quando li trovate fateci un fischio.
[Best_Wordpress_Gallery id=”410″ gal_title=”Range Rover Evoque Cabrio”]