Prove su strada

Mini Clubman One D | Prova su strada

Tempo di lettura: 7 minuti

Mini Clubman, un nome tornato dal passato direttamente nel 2007, quando è rinata la produzione della station wagon, in formato “mini”, del Marchio inglese, prima dell’avvento del SUV, la Countryman, tre anni più tardi. Se pensi a Mini e pensi a un’auto piccola, con la Clubman è ora di ricredersi, e il perchè lo scopriremo nel corso di questa prova su strada.

Per il nostro test abbiamo scelto la Clubman One D F54, ovvero la nuova generazione introdotta nel 2015 e già oggetto di un restyling che ha sollevato la nostra curiosità. La One D, motoristicamente parlando, non è altro che la versione d’ingresso della gamma gasolio, equipaggiata con il tre cilindri turbodiesel 1.5 da 116 CV. Ecco come va l’inglese che strizza l’occhio alle station wagon, a modo suo.

Più lunga per competere con le grandi, peccato la visibilità posteriore

Partiamo subito da quello che differenzia la Mini Clubman rispetto alle sue sorelle più piccole. Rispetto alla Mini 3 porte, gli allestimenti sono gli stessi, la Clubman o Mini sei porte (quattro più le due del portellone)  guadagna ben 43 centimetri di lunghezza, che diventano 27 se confrontata alla 5 porte, la quale non sfonda il muro dei 4 metri. Pur non essendo caratterizzata da una linea così sportiva, accessibile a partire dalla Cooper in su (Cooper S, D o Cooper S e SD, oltre alla più sportiva di tutte, la Clubman John Cooper Works), la Clubman sa comunque distinguersi per la sua linea elegante.

In linea laterale appare molto bassa e la Chrome Line esterna (150 euro a richiesta) aiuta a renderla ancora più premium. Davanti, invece, la griglia, piuttosto generosa nelle dimensioni, è ben incorniciata da un’ulteriore cromatura mentre i LED sono a richiesta (1.050 euro, con fari fendinebbia, per altro inclusi nel pacchetto Boost Line della nostra vettura in prova). Altro “optional” a richiesta, è la vernice metalizzata Lapisluxury Blue (850 euro) mentre, senza sovraprezzo, la Mini Clubman One D viene offerta nella tinta metalizzata Starlight Blue. Scordatevi il tetto a contrasto, è disponibile dalla Cooper in su.

In linea laterale la vettura appare sportiva; lo è un po’ meno alla guida

I bei cerchi Vent Spoke Argento da 17” sono invece inclusi nel pacchetto Boost e cambiano completamente aspetto alla vettura rispetto ai più massicci cerchi da 16” Revolite Spoke Argento.

Sul famoso portellone tanto criticato della Mini Clubman ci torneremo tra poco, poi capirete perché. Dentro la vettura appare subito molto curata in tutti i suoi aspetti, dalla scelta dei materiali alla qualità degli stessi, difficile trovarle un vero e proprio difetto. I sedili sono comodi, si guida in basso (il sedile è comunque regolabile in altezza), ma nessun problema per la visibilità, nonostante la superficie vetrata non sia delle più ampie proprio per tenere la linea generale piuttosto bassa.

A nostra disposizione il volante in pelle Mini Yours Soda (100 euro, molto belle le impunture bianche), il rivestimento a richiesta Mini Yours con fibre Alloy (400 euro), il clima automatico bi-zona (compreso nel pacchetto Boost) e il sistema di ricarica wireless per il telefono, ricavato furbescamente dentro al bracciolo centrale (optional da 600 euro). Insomma, tolta la tecnologia, che c’è eccome, c’è spazio sufficiente per cinque persone, anche se colui che si siede in mezzo sul divanetto posteriore, non può sicuramente esaltarsi.

L’abitacolo della Mini Clubman One D: a bordo si ha la sensazione di stare a proprio agio

Sempre guardando al lato B, veniamo al tasto dolente, la famosa sagoma nera che si viene a creare proprio in mezzo al lunotto a causa della particolare apertura (un omaggio all’originale Traveller del 1960), tra l’altro con apertura ad aria (aprendo il doppio portellone, le due “ante” si aprono completamente anche se con un movimento lento; serve inoltre applicare un po’ di forza per chiuderle, vi abbiamo avvisato). Io, personalmente, non l’ho trovata così problematica, ci si fa l’abitudine insomma. Certo, in manovra, meglio ricorrere alla telecamera posteriore, a richiesta da 400 euro.

Come avrete capito, per cucirvi l’auto addosso secondo le vostre preferenze c’è da considerare un aumento dei prezzi, come vi spieghiamo nella sezione dedicata. Infine, niente da recriminare alla capacità del bagagliaio, che guadagna spazio grazie ai 4,25 metri di lunghezza della vettura: si va da 360 a 1.250 litri, siamo ai livelli di una Golf, la più classica delle segmento C, lunga solo un centimetro in più e alta cinque in più, dove si giocano 20 litri di capacità minima (380 litri contro i 360 della Mini Clubman, per tutte le versioni). Ottimamente rifinito, offre varie prese e sufficiente spazio per una famiglia di medie dimensioni e per le sue necessità di trasporto.

Alla guida della Mini Clubman One D 1.5 116 CV: consuma poco, allunga bene

A nostra disposizione 116 CV e 270 Nm di coppia, già a 1.750 giri. Il tre cilindri 1.5 Diesel non delude

Pur essendo la versione di ingresso della gamma Clubman, parlando di motori a gasolio, sono rimasto davvero ben impressionato dalle doti di questo motore, il tre cilindri 1.5 da 116 CV e 270 Nm di coppia massima a 1.750 giri, quindi subito, a favore di un’accelerazione che non delude affatto. Se lo 0-100 km/h supera di poco i 10 secondi (10,4 per l’esattezza) è sulla distanza che le doti del motore vengono fuori grazie appunto alle classiche doti di un propulsore di questo tipo, seppur tre cilindri, permettendo così un allungo molto piacevole che va a sfruttare ottimamente i sei rapporti del cambio manuale. Sullo sprint, meglio quindi il tre cilindri della Cooper, dotato di meno coppia ma anche di più cavalli, a parità di cilindrata (20 per l’esattezza). Il motore, inoltre, nonostante la cubatura dispari, non vibra e non tentenna mai, neanche con lo Start&Stop; qualità tedesca, inutile negarlo.

Quest’ultimo è molto ben rapportato, con una sesta lunga che aiuta a incidere favorevolmente sui consumi; unica difficoltà lamentata, l’inserimento della retromarcia: bisogna un po’ insistere per non confondersi e inserire la prima, si poteva fare meglio. Sulla vettura da noi provata, dotata del sistema Keyless GO (di serie), è poi sempre un piacere azionare la pratica levetta sulla plancia, colorata di rosso, che restituisce, ogni qual volta ci si siede al volante di una Mini di ultima generazione, la sensazione di avviare un piccolo aeroplano. Sono sempre i dettagli a fare la differenza è questa è un’ulteriore conferma.

Altro aspetto di cui parlare è l’ottima insonorizzazione dell’abitacolo, specie quando si viaggia in autostrada, mentre a livello di sensazioni di guida il famoso go kart feeling lo lascerei ad altre Mini dotate di motori più potenti,  dotate del quattro cilindri (il tre è presente solo sulla One, sulla One D e sulla Cooper). L’assetto è tuttavia bello piatto (ci sono in optional le sospensioni sportive, 250 euro, e sportive regolabili, 550 euro), la schiena non soffre per questo, e il rollio è praticamente assente. Accelerazione, dicevamo, non deludente ma la sensazione è quella di avere un motore più attento ai consumi (davvero ottimi, mai superati i 6 l/100 km nonostante diverse tipologie di percorsi, in prevalenza città, e andature, totale oltre 750 km con il pieno) che alle prestazioni dure e pure.

Dietro la Clubman One D appare ben piantata a terra, unico cruccio il doppio portellone

Buono l’assorbimento del comparto molle/sospensioni (asse anteriore McPherson, posteriore Multilink), così come buono è lo sterzo, anche se non così reattivo. Un bel must in città, vista la sua morbidezza, meno fuori, tra i tornanti, dove fa comunque il suo onesto dovere. Apprezzata la presenza del Parking Assist, peccato l’assenza di molti dispositivi di assistenza alla guida ormai proposti di serie su buona parte delle concorrenti, grande pecca considerando il prezzo non proprio soft della versione d’ingresso. Mancano il monitoraggio degli angoli ciechi o la ben più importante frenata automatica d’emergenza, c’è solo un avviso che vi segnala il pericolo imminente ma non frena la vettura. Il cruise control, invece, anche con funzione freno, fa il suo dovere.

Vogliamo esprimere un verdetto? Dai, la Mini Clubman One D è un auto molto piacevole da guidare e bada al portafoglio, più per i consumi che per la lista corposa di optional, purtroppo lunga e costosa. Se però siete indecisi se acquistare lei o la Countryman, cerchiamo di risolvervi qualche dubbio…

Clubman o Countryman? Le dimensioni sono simili

Se siete indecisi tra una Clubman e una Countryman, almeno in termini di spazio, non crediate che la differenza sia così marcata. Si viaggia comodi su entrambe, laddove ballano solo quattro centimetri in lunghezza e undici in altezza a vantaggio della seconda, aspetto che le differenzia maggiormente a una prima impressione e soprattutto a livello di seduta, ben più in alto sulla Countryman. Dentro, invece, va apprezzata a parimerito la stessa cura ai dettagli testimoniata dalle tante luci a LED che permettono di illuminare l’abitacolo a piacimento, compreso l’ormai famos LED Ring che circonda il sistema d’infotainment (disattivabile a piacimento ma con le gradevoli funzioni di illuminazione variabile a seconda del comando impartito, ad esempio da bianco a rosso quando si varia la temperatura).

Mini Clubman o Mini Countryman? La differenza non è così come ampia come appare

La Mini Station Wagon, perché questa è la Clubman, a prescindere dalle motorizzazioni, è quindi una rivale diretta della sua sorellona maggiore. Se, però, amate guidare in alto, la scelta non potrà che portarvi a scegliere la seconda (una Countryman One D, a parità di motore, viene, da listino, 28.250 euro, esattamente 3.000 euro in più della Clubman).

Prezzi e concorrenti

Il listino della Mini Clubman One D parte da 25.850 euro mentre servono rispettivamente 2.100 euro in più per l’allestimento Boost o Business (da 27.950 euro) e ulteriori 1.900 euro per l’Hype (da 29.850) che diventano 1.600 euro per la Business dotata di cambio automatico DCT a 7 rapporti (da 29.550 euro). 23.300 euro è invece il prezzo d’attacco per la versione a benzina con il 1.5, sempre tre cilindri, da 102 CV.

La versione da noi provata, abbastanza ricca di optional (pacchetto Boost, vernice metalizzata ecc.) supera quota 30.000 euro, arrivando di slancio a circa 31.800 euro. Una lista degli optional sempre molto lunga, come spesso capita con le case premium, fa lievitare appunto i prezzi di listino. Occhio, quindi, se siete attenti al portafoglio, a selezionare tutte le varie possibilità per personalizzare la vostra vettura dei desideri.

Difficile trovarle delle vere rivali, un po’ per la sua linea praticamente unica un po’ perché le dimensioni non la rendono così “simile” rispetto ad altre station wagon, premium come lei, capaci di superare con disinvoltura i 4,50 metri di lunghezza, mentre lei tocca i 4,25 metri come abbiamo avuto modo di scoprire. Sicuramente tra le concorrenti non possiamo non citare l’Audi A3 5 porte, la BMW Serie 1 in termini di dimensioni e, ovviamente cavalleria, e la Golf, che le abbiamo già messo contro per misruare il bagagliaio; insomma avete capito, allungandosi rispetto alle 3 o 5 porte, la Mini Clubman può competere ad armi pari con tante berline di segmento C tanto in voga. I prezzi di listino sono molti simili così come le potenze disponibili.

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Tommaso Corona

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Tommaso Corona

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