Nelle ultime ore si rincorrono le voci riguardanti un accordo all’interno del patto di governo tra Movimento 5 Stelle e Lega che ridurrebbe di circa 20 centesimi di euro per ogni litro il prezzo del carburante, grazie all’abolizione di alcune accise.
Questo provvedimento, fortemente voluto da Salvini, finito sul documento condiviso con Di Maio, che al capitolo 10 “Fisco”, prevede l’eliminazione delle “componenti anacronistiche delle accise sulla benzina”.
Le accise
Ricordiamo che le accise sono quelle “sovrattasse” utilizzate per finanziare eventi straordinari dello Stato, come ad esempio terremoti, guerre o crisi varie. Oggi sulla “verde” queste accise valgono per 73 centesimi (sul gasolio 62 cent) di euro, ovvero quasi la metà del prezzo finale. Se oggi il nuovo governo togliesse le accise nate nel secolo scorso, come quella per la guerra in Abissinia, Libano e Bosnia o per la ricostruzione dopo i terremoti in Irpinia, in Friuli, o ancora l’alluvione di Firenze, la crisi del canale di Suez, il disastro del Vajont, questo valore si tradurrebbe in 20 centesimi di euro.
Tutti contenti? Sì, i consumatori senza dubbio, il problema è che queste accise portano nelle casse dello Stato circa 25 miliardi l’anno e tagliarne una parte dall’oggi al domani vorrebbe dire trovarsi senza 5-6 miliardi di euro.
Cosa augurarsi quindi?
Noi siamo il quarto stato europeo con il prezzo del carburante più alto (prima di noi solo Islanda, Norvegia e Paesi Bassi) e probabilmente è giunta l’ora di eliminare gradualmente queste spese aggiuntive, andando, caso per caso, a trovare i soldi per coprire questi buchi, possibilmente non andando ad “attaccare”, ancora una volta, il povero automobilista.
Cosa ne pensate?