Quando venne presentata la Ferrari F8 Tributo, era il 2019, ultima volta di un Salone di Ginevra in presenza, ricordo bene la reazione davanti alla supercar creata per celebrare lui, l’8 cilindri, un motore che negli ultimi anni è stata la base sulla quale si sono costruiti i successi commerciali della Casa di Maranelllo. Non a caso, la F8 è stata chiamata Tributo, perchè con questo spirito è nata per poi essere raggiunta, come prassi vuole, dalla variante Spider; proprio lei è stata il motivo di questa “gita” a Maranello e dintorni per provarla e potersi esaltare davanti alle prestazioni di quel motore da 720 CV che sa sorprenderti, sempre e comunque.
Tempi, quelli del Salone di Ginevra 2019, che sembrano ere geologiche invece sono passati quasi 3 anni ma anche Ferrari ormai è cambiata rispetto al suo recente passato, tra l’arrivo di modelli elettrificati già sul mercato, la 296 GTB su tutti che con un V6 ibrido plug-in sviluppa più cavalli del V8 di cui andiamo a parlarvi, così come arriverà nel 2022 il primo SUV Ferrari, Purosangue, già nella sua fase conclusiva di sviluppo. Lei, la F8 Spider, si fa portavoce di un messaggio appartenente a un’era storica ben precisa per il cavallino rampante, e ci si accorge subito accomodandosi a bordo dei suoi sedili a impronta racing dove, ovunque ti giri, vedi carbonio su carbonio e un bel contagiri rigorosamente analogico, lei è stata l’ultima a montarlo prima dell’avvento della Roma nel 2020.
Ci sono motivi vari per farsi ispirare da un’auto così, la Ferrari F8 Spider, ecco perchè vi portiamo a bordo con noi per dirvi com’è fatta, quanto costa e soprattutto cosa si vive a bordo dell’ultima di una nobile stirpe.
Esterni e interni Ferrari F8 Spider: attenzione all’aerodinamica spasmodica, e dentro che bello ritrovare l’analogico
Com’è questa Ferrari F8 Spider, analizzata da fuori? Beh si rimane stregati dal connubio tra stile e cattiveria che al Centro Stile, sempre sotto la sapiente guida di Flavio Manzoni, i ragazzi Ferrari sono riusciti a creare ispirandosi chiaramente alla 488 Pista con cui la F8 Tributo, e con lei la Spider, è strettamente imparentata. Sua peculiarità non può che essere il tettuccio richiudibile, progettato ex novo: è di tipo RHT (Retractable Hard Top) e da lì è partita tutta la progettazione estetica di questo modello. In 14 secondi, fino a 45 km/h, il tettuccio della F8 Spider si apre o si chiude permettendovi di “respirare” aria di V8, che si trova proprio dietro di voi ma il cui sound, del quale tornerò a parlarvi, si sprigiona per buona pace delle mie orecchie ogni qual volta si voglia affondare il piede sul gas, e in questi casi viene facile.
Se invece questa Ferrari F8 Spider la guardiamo da davanti, ecco il tratto di similarità con la 488 Pista/Pista Spider, l’S-Duct. Nato anni fa in F1, più precisamente nel 2008, è una diavoleria ingegnerista e aerodinamica che, tramite un foro sul muso (scordatevi un bauletto, che in realtà c’è ma è minimale, ci stanno giusto poche borse e neanche troppo grandi) permette all’aria di creare un effetto deportante trovando poi il suo sfogo naturale sul parabrezza e quindi nella parte posteriore della vettura. Da qui, dall’S-Duct, è partita la reinvenzione dei fari, con elementi a LED.
Anche lo spoiler posteriore, seppur non troppo pronunciato e solidale alla carrozzeria, è completamente nuovo e integra, quasi volendoli avvolgere, i fanali posteriori ancora di tipo circolare, poi rimpiazzati da elementi rettangolari su SF90 Stradale e da elementi ancora più lineari su Roma e 296 GTB. Vi siete accorti di un’altra particolarità sfogliando la nostra gallery? I due fanali sono tornati a essere inclusi in un elemento di carrozzeria dal colore uguale al resto delle superfici, qualcosa di simile alla 308 GTB anche lei berlinetta 8 cilindri con qualche decennio sulle spalle.
Altro dettaglio che, speriamo, non vi sia sfuggito: se osservate bene il cofano motore, quest’ultimo presenta il tema a T, o a Manta come amano chiamarlo gli stilisti. Praticamente da una schiena centrale che parte fin dal lunotto, minuscolo, le linee scivolano fino a sparire fin sotto lo spoiler, non prima di essere passate a fianco e sopra tre feritoie, per ogni bancata, utili a smaltire il calore proveniente dal vano motore. Anche le creste, dietro i due sedili, vanno dolcemente a confluire verso il posteriore indirizzando l’aria verso la parte centrale dell’ala.
Tanta attenzione all’aerodinamica quindi, su questa Ferrari F8 Spider, e non potrebbe essere altrimenti. Questo modello integra realmente lo stato dell’arte del know how Ferrari nel trattamento dei flussi d’aria, esperienza proveniente anche dal mondo delle corse GT che condividono con lei la presenza di un motore centrale-posteriore attorno al quale viene costruito tutto il resto.
Un altro cambiamento che è stato fatto rispetto alla 488 Spider è stato invece davanti: se sulla 488 Spider i radiatori erano in una posizione, sulla F8 Spider sono stati invertiti creando un beneficio in termini di raffreddamento e, contemporaneamente, riducendo le superfici utili sul fondo per la generazione di carico. In numeri, la deportanza alle alte velocità è ora maggiore del 10% rispetto a prima, peccato che per accorgersene saremmo dovuti scendere in pista.
Parliamo invece degli interni della Ferrari F8 Spider, in parte già ben noti sui modelli del recente passato: il volante è sempre quello della 488, ricco di tasti e funzioni che, sulle prime, non salendo su una Ferrari esattamente tutti i giorni, ti lasciano un po’ lì ma con i quali prendi subito confidenza se, come nel mio caso, ho già avuto modo di testare sia la 488 Pista sia la 812 GTS che presentano lo stesso schema. Sono invece nuovi i sedili, mentre il passeggero può godere di uno schermo dedicato opzionale da 7 pollici.
Rimane un oggetto a sé il tunnel centrale, meglio chiamarlo bridge, capace di snellire gli interni e simbolo di design in funzione del pilota. Pochi tasti, è davvero tutto sul volante, compreso il famoso manettino, ed è da lì che si comanda tramite i due pulsanti appositi l’apertura o la chiusura del tettuccio. Piace il richiamo al Giallo Modena, su sedili e impunture, che è il colore forse più indovinato per questa Ferrari F8 Spider.
Alla guida della Ferrari F8 Spider: quel V8 è una meraviglia, e sa trasformarsi
Dopo i primi passi a bordo della F8 Spider ci siamo subito resi conto che l’indole dell’auto non è quella di intimorire il guidatore, grazie all’ottima fruibilità ad andature “normali”, un grande orgoglio degli ingegneri di Maranello, che sono riusciti a mantenere la vettura utilizzabile anche nel quotidiano come una spider deve fare. Il classico manettino a cui accennavo contribuisce a questo e propone 5 modalità: Wet, Sport, Race, CT Off ed ESC Off.
Senza esagerare, su strada, abbiamo apprezzato il fatto che la F8 Spider in CT Off ti consente di controsterzare in maniera controllata, sapendo però che la vettura ad un certo punto vi aiuterà. Guida divertente, in piena sicurezza e senza dover essere dei pro driver per togliersi qualche soddisfazione.
Veniamo al pluripremiato motore V8 che spinge questa Ferrari F8 Spider. Trattasi dell’apprezzato, non solo dai giurati dell’Engine of the Year, V8 bi-turbo di 3.9 litri, dotato di filtro anti-particolato per rientrare nella classe anti-inquinamento Euro 6d. Il motore ha 720 CV erogati a 8000 giri, mentre la coppia è di 770 Nm. Il V8 della Ferrari F8 Spider (e della Tributo) è il più potente motore a otto cilindri mai sviluppato per una Rossa non in serie speciale, vale a dire gli allestimenti in chiave sportiva (360 Challenge Stradale, 430 Scuderia, 458 Speciale e 488 Pista, dove il 3.9 eroga proprio 720 CV). I dati di potenza e coppia, insieme ad un peso tutto sommato ridotto (la Ferrari F8 Spider pesa 1400 kg), regalano a questa Rossa prestazioni al vertice della categoria, tanto è vero che per lo “0-100” bastano 2,9 secondi, lo “0-200” viene portato a termine in 8,2 secondi e si raggiunge la velocità massima di 340 km/h.
Se si vuole trovare una pecca, la si può trovare nell’urlo del V8 che non è più quello degli aspirati vecchia maniera. Come già per la 488 il ruggito è contenuto e quasi “elegante”, ma con un timbro rauco che lo rende in ogni caso inconfondibile e unico. Grazie alla configurazione spider, sulla Ferrari F8, è ancora più facile godere della dolce sinfonia dei giri del motore che salgono, accompagnata dalla sempre scenografica striscia LED posta sul volante.
Sulla F8 Spider, l’interazione con la vettura non passa ancora attraverso elementi digitali, come accade sulle nuove vetture della Casa di Maranello. Personalmente, questo lato analogico piace, c’è un fascino più tecnico e meno tecnologico. Sensazioni old school che la avvicinano alla 812 GTS, apprezzatissima da chi vi scrive. Il pedale del freno è corto, ma assolutamente gestibile ed intuitivo da utilizzare in ingresso di curva. Lo sterzo come su tutte le Ferrari è allo stesso tempo leggero, ma comunicativo, rimanendo precisissimo allo stesso tempo, caratteristica insita nel DNA e che non può davvero mai manare dalle vetture del Cavallino.
La capacità di Ferrari di mettere il guidatore al centro delle attenzioni della vettura è ancora una volta il grande punto di forza nell’esperienza di guida. Ci si sente sempre in pieno controllo di tutto quello che succede attorno, con i comandi fondamentali che sono a piena portata di mano.
Ferrari F8 Spider: prezzi e concorrenti
La Ferrari F8 Spider costa 262.000 euro ma, come da abitudine, non è dato sapere il costo degli optional e soprattutto il costo della vettura da noi provata in queste poche ore passate nei dintorni di Maranello. Possiamo dirvi che montava le componenti in carbonio esterne e interne, il contagiri nero di serie (ma si può avere anche nei colori giallo, rosso, alluminio e bianco), mentre i cerchi non sono quelli proposti di serie, a cinque razze, bensì i diamantati Grigio Corsa Opaco. Splendida nella sua livrea Giallo Modena, che le calza a pennello, la Ferrari F8 Spider si può avere anche nei colori pastello Rosso Scuderia, Rosso Corsa, Rosso Mugello, Bianco Avus, Nero e Blu Pozzi. Completano la dotazione i metallizzati Grigio Ingrid, Grigio Alloy, Argento Nurburgring, Grigio Titanio, Grigio Silverstone, Nero Daytona, Blu Abu Dhabi, Blu Tour de France.
Perchè non optare, volendo, per gli storici Rosso Dino, Rosso Fiorano, Grigio Ferro, Avorio, Canna di Fucile, Grigio Scuro, Verde British, Blu Scozia e Blu Swaters o, in ultima istanza, le tinte speciali Blu Corsa e Bianco Cervino. Comunque la si metta, la Ferrari F8 Spider rimane un’auto davvero ben fatta che forse perde un po’ di aggressività rispetto all’esuberanza di una 488 Pista, ma fidatevi che sotto il vestito, e alla guida, tutto torna come deve essere.
Volendola confrontare con le sue concorrenti, lo “spostamento” del motore dietro le spalle del pilota potrebbe farci pensare alla Chevrolet Corvette che si ferma, però, ben sotto la soglia dei 720 CV della protagonista di questo test. Lamborghini Huracan Evo ha due cilindri in più ma anche 80 CV in meno mentre avrebbe più senso confrontarla con una McLaren 720S Spider, anche lei 720 CV e un prezzo quanto meno comparabile (la supercar inglese parte da poco più di 290.000 euro, contro i 266.000 euro della 720S).
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