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A bordo dei simulatori di Wave Italy: che bello sentirsi piloti per un giorno

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Chi scrive è un vero appassionato di simulazione, quella vera e non quella dei videogiochi arcade, giusto per mettere le cose in chiaro. Con questo preambolo sto per raccontarvi una giornata di quelle che non si dimenticano. È vero che molti di noi appassionati si sono innamorati delle curve, virtuali, davanti a uno schermo, magari a una console, con il più classico dei giochi di guida: l’eterno Gran Turismo. È anche vero che, almeno negli ultimi 15 anni, i simulatori professionali hanno avuto una crescita inarrestabile e Wave Italy, una florida e italianissima azienda, rappresenta il vertice di questo mondo dentro i confini nazionali.

Un mondo fatto da tanti appassionati, capaci di spendere qualche centinaio di euro per portarsi in casa l’ultimo dei volanti Logitech e un titolo di grido come F1 2018, giusto per citare quelli che vanno per la maggiore, e fatto dai cosiddetti Sim Racer, veri e propri piloti professionisti, anche se virtuali, che meritano tutto il nostro rispetto. Uno di questi, Enzo Bonito, è pilota ufficiale McLaren agli eSports di F1, un campionato mondiale e ufficiale. Ci ha concesso un’intervista che troverete tra pochi giorni sulle pagine di autoappassionati.it che vi farà capire ancor di più cosa si nasconde dietro questo mondo, ma non vi svelo di più.

Tornando a Wave Italy, l’azienda è distinta in due realtà. C’è quella di Verona, a pochi km dalla città di Romeo e Giulietta, dove ha sede il nuovo Simulation Center, di cui vi parlerò in separata sede. Una rapida visita al sito ufficiale vi farà capire, meglio di mille parole, di cosa stiamo parlando. C’è veramente di tutto, per veri sim racer!

L’altra sede, invece, cuore pulsante di Wave Italy dal 2015, anno di fondazione, è a Maranello, dove nascono tutti i prodotti, dai sofisticati volanti alle realistiche pedaliere. Proprio grazie al fertile territorio in comune, da lì è nata la partnership con Ferrari, tanto che se visiterete il Museo Ferrari i simulatori verniciati di rosso che troverete sono fatti, da cima a fondo, software a parte, ma anche qui si potrebbe obiettare, proprio da Wave Italy. Siamo qui, però, per raccontarvi l’esperienza a bordo dei simulatori veri e propri, opere di ingegneria che lasciano senza fiato.

Chi è abituato a volante e pedaliera economica, o alla PS4 o Xbox One, beh, avrà sicuramente già una buona base. La nostra giornata, dopo un caloroso benvenuto da parte di Alex Martinelli, capo di Wave Italy, e del suo staff, tra i quali Marco Zipoli, coach driver (girò con la Ferrari F60, quella vera, nei test di Jerez nel 2009) inizia a bordo del simulatore GT: macchina la Ferrari 488 GT3, pista quella di Barcellona.

Lo staff di Wave Italy con relativi partner Asus, Freem e piloti virtuali professionisti

Il software è Assetto Corsa, non una novità per chi scrive, e infatti non è poi così difficile prendere confidenza col tracciato catalano. Il difficile viene quando c’è da tirare fuori i secondi, ma questo è un altro discorso che vorrei non approfondire…molto belli i movimenti del sedile che simulano la frenata o il coricamento in curva della vettura, utili a farti sentire ancora di più come se fossi seduto a bordo della GT3 Ferrari.

Il bello arriva quando è ora di provare il vero gioiellino di Wave Italy, ossia il simulatore di F1 Phoenix Pro (foto di copertina), che, su per giù, viene circa 30.000 euro, almeno quello destinato all’allenamento di piloti di tutte le categorie propedeutiche, visto che i team ufficiali della F1 spendono milioni per creare i loro segretissimi simulatori (se avete già sentito parlare del “Ragno di Maranello”, avete capito di cosa stiamo parlando).

Asus è stretto alleato di Wave Italy

Con il supporto informatico di Asus, partner ufficiale di Wave Italy, è stata creata, presso il nuovo Professional Driving Center di Verona, una doppia postazione che permette a due piloti di allenarsi contemporanemente. Si entra in abitacolo, si abbassa il “finto” Halo che permette di entrare ancora più in modalità “race”, simulando quello che vedono i piloti di F1, F2 e F3. L’effetto è strano se si guarda dritto ma bastano davvero poche curve per non avvertirne più la presenza tanto è la concentrazione che serve per tirare fuori il massimo da ogni centimetro di pista.

Sotto di me, e tra le mie mani, il sedile realistico, si guida da sdraiati, e le cinture che si tensionano durante le fasi di frenata; il volante è un piccolo capolavoro e, laggiù in fondo ai piedi, una pedaliera iper-realistica che richiede uno sforzo non indifferente, specie a livello di frenata, come nella realtà.

Il volante Wave Impact con display a colori: viene prodotto da Wave Italy a Maranello

La pista è quella di Spa-Francorchamps, la macchina la Ferrari SF70H con il classico sibilo dell’ibrido riprodotto fedelmente. Conoscendo la pista, non è stato difficile spingere subito forte ma è molto importante scaldare a dovere le gomme per non trovarsi, sulla salita del Raidillon, a governare una monoposto…semplicemente ingovernabile.

Si entra praticamente subito in sintonia, è come se stessi indossando il casco. Le curve scorrono via una dopo l’altra, in sesta piena si affronta Pouhon e il simulatore Wave si muove per simulare i trasferimenti di carico su 4 assi e affrontare Eau Rouge in pieno è vera goduria, credetemi, anche se è “solo” un simulatore. Per vivere le stesse sensazioni, se siete avvezzi con questi “giocattolini”, sono molti i luoghi nei quali potete provare i simulatori Wave: molti sono i Ferrari Store che offrono questa possibilità così come il Museo dell’Auto di Torino, senza citare tutta la lista per motivi di spazio.

wave italy

Da buon sim racer, non professionista, avrei voluto non scendere mai, ma, si sa, le cose belle durano troppo poco. Il bello, invece, sta proprio qui. Sono ormai molte le strutture dove voi stessi potete provare le brezza di sentirvi piloti, anche se virtuali, strutture che trovate elencate sul sito ufficiale di Wave Italy. Un fenomeno in crescita, quello della simulazione virtuale, un fenomeno che permette, allo stesso tempo, di avvicinare i giovanissimi allo sport motoristico e ai meno giovani di divertirsi sentendo le brezza di guidare un’auto al limite, in “estrema” sicurezza, qui i danni non si pagano!

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