In India, un professore ha ideato un sistema per generare energia mentre si è in movimento. Ma funziona davvero?
In un’epoca in cui l’autonomia delle auto elettriche e la disponibilità delle colonnine di ricarica sono ancora tra i principali ostacoli alla transizione ecologica, Autoplus.fr riporta un’idea arrivata dall’India che sta facendo il giro del mondo: un’auto elettrica che si ricarica da sola mentre è in movimento. No, non parliamo di moto perpetuo, come potrebbe subito pensare qualche professore mancato di fisica, ma di un progetto, visionario quanto controverso, firmato dal professor Satyam Kumar Jha, fisico e docente universitario, che ha già presentato un prototipo funzionante.
Come funziona: aria in movimento, elettricità in entrata
Il cuore del sistema è sorprendentemente semplice: una presa d’aria frontale canalizzata cattura il flusso aerodinamico generato dal movimento del veicolo. Questo flusso aziona una piccola turbina capace di generare energia elettrica, utile per ricaricare le batterie o alimentare i sistemi di bordo. E non servono velocità elevate: bastano 30 km/h per farlo funzionare.
Un’idea semplice, potenzialmente applicabile a citycar, scooter elettrici e veicoli a tre ruote, soprattutto nel contesto urbano dove i cicli di frenata e accelerazione sono continui. Il professor Jha, insieme alla moglie Preeti, vorrebbe sviluppare un modulo universale da installare anche su mezzi esistenti.
Ma allora perché nessun costruttore ci ha pensato prima?
La risposta arriva dalla fisica. Il principio secondo cui nulla si crea dal nulla vale anche per l’energia elettrica: la turbina introduce una resistenza aerodinamica che il motore deve compensare, consumando a sua volta più energia. In altre parole, il guadagno elettrico potrebbe essere minore del costo energetico necessario a mantenerlo attivo.
Gli esperti parlano chiaro: senza validazioni scientifiche indipendenti, test comparativi e pubblicazioni su riviste riconosciute, l’idea resta affascinante ma non ancora credibile dal punto di vista ingegneristico.
Fantascienza o svolta green?
Certo è che l’intuizione del professore indiano ha il merito di riaccendere la discussione sul tema dell’autonomia elettrica. Se il sistema si dimostrasse efficiente anche in parte, potrebbe ridurre la dipendenza dalle ricariche esterne e abbattere il consumo energetico su scala urbana. Ma per ora, siamo ancora nella fase teorica, tra sogni di innovazione e scetticismo scientifico.