Bruxelles impone nuovi obblighi ai costruttori: dal 2029 almeno il 15% dei materiali plastici usati nei veicoli dovrà essere riciclato. Entro dieci anni la soglia salirà al 25%. Ma non tutti sono convinti che sia la strada giusta.
Nel tentativo di spingere l’industria automobilistica europea verso un’economia più sostenibile, i ministri dell’Ambiente dei 27 Paesi membri dell’Unione Europea hanno approvato un nuovo regolamento che impone l’uso minimo di plastica riciclata nelle auto nuove. Una mossa che punta a ridurre i rifiuti, limitare la dipendenza dalle materie prime importate e – almeno sulla carta – rendere più “circolare” la filiera produttiva.
25% di plastica riciclata entro il 2035
Il testo approvato prevede obiettivi progressivi: a partire da sei anni dopo l’entrata in vigore del regolamento (presumibilmente intorno al 2029), almeno il 15% della plastica usata nelle auto nuove dovrà provenire dal riciclo. La soglia salirà al 20% dopo otto anni e raggiungerà il 25% entro il decimo anno, quindi nel 2035. Non solo: almeno un quarto di questa plastica riciclata dovrà essere recuperata da veicoli fuori uso, per incentivare ulteriormente il recupero dei materiali da auto dismesse.
Perché proprio l’automotive?
Per la Commissione Europea, l’auto è un bersaglio strategico. Oggi, il settore automobilistico rappresenta circa il 10% della domanda totale di plastica all'interno dell'UE, ed è anche un grande consumatore di acciaio. Rendere più sostenibile la produzione dei veicoli non è solo un gesto simbolico, ma un passaggio necessario per affrontare una delle filiere industriali più impattanti.
Secondo la ministra polacca dell’Ambiente Paulina Hennig-Kloska, attuale presidente del Consiglio dell’UE, “questo è un vero passo avanti per l’Europa. Non solo riduciamo i rifiuti e le importazioni di materiali critici, ma riportiamo l’automotive al centro della transizione ecologica”.
I dubbi sull’efficacia reale
Ma non tutti applaudono. Da una parte, l’ACEA (Associazione europea dei costruttori) ha definito il piano “realistico e graduale”, ma ha anche fatto capire che molto dipenderà dalle trattative con il Parlamento europeo, che dovrà negoziare e approvare il testo finale. Dall’altra parte, ci sono gli scettici: chi teme che il provvedimento sia solo un’altra “eco-illusione”, poco incisiva e più simbolica che sostanziale.
Critiche arrivano anche dagli osservatori più attenti alle contraddizioni: la plastica resta un materiale fossile, prodotto da petrolio e gas, difficilmente biodegradabile e spesso di difficile recupero. E mentre si promuove il riciclo nel settore auto, si continua a produrre imballaggi monouso in plastica per altri settori, spesso senza una reale alternativa ecologica.