Storiche

Citroen 2CV: il suo primo depliant pubblicitario

Tempo di lettura: 2 minuti

La prima “pubblicità cartacea” sottoforma di depliant per il 2CV, chi se la ricorda? La sua storia è legata a diverse vicende di casa Citroen.

Da Citroen ai fratelli Michelin

Ai tempi di André Citroen, la marca del Double Chevron era celebre per la colorata comunicazione voluta dal fondatore ed affidata ad artisti del calibro di Pierre Louÿs.

Questa campagna comunicativa comprendeva grandi affissioni sulle strade francesi, colorate brochure e perfino il nome Citroen a lettere luminose sui quattro lati della Tour Eiffel.

Ma questa prospettiva cambiò completamente a partire dal 1935, l’anno in cui i fratelli Michelin subentrarono ad André Citroen nella gestione dell’azienda che ne portava il nome.

La pubblicità passa in 2° piano

Industriali di Clermont Ferrand i fratelli Michelin credevano che la pubblicità avesse, in ambito produttivo auto motive, un ruolo importante ma non del tutto decisivo.

Così, in accordo con Pierre-Jules Boulanger, l’uomo a cui avevano affidato il comando di Citroen, decisero di ridurre le spese pubblicitarie. Maggiori investimenti sarebbero stati finanziati per lo sviluppo dei prodotti che, innovativi e tecnologici, avrebbero pubblicizzato se stessi.

Le grandi brochure con copertina in seta cinese (che raccontavano le avventure dei semicingolati Citroen fino a Pechino) lasciarono il posto a semplici fogli illustrativi, che riepilogavano le specifiche tecniche del prodotto.

La marcia in più: il nodo della 2CV

La 2CV non sfuggì a questa regola e, al momento del debutto al Salone dell’Auto di Parigi del 1948, fu affiancata da un piccolo foglietto stampato fronte e retro e piegato a metà. Questo mini depliant misurava su ogni facciata appena 9 X 13 cm!

Le foto erano in parte quelle degli esemplari di pre-serie, il testo enfatizzava le caratteristiche di economia e praticità, con una singolare particolarità: la Casa dichiarava la presenza di un cambio a tre marce più una “surmoltiplica”.

Se scendiamo nel dettaglio ricordiamo che questi elementi erano stati, all’inizio, il frutto di una diatriba tra i progettisti e il direttore generale. Mentre quest’ultimo voleva un cambio a tre marce, ormai fuori moda nel dopoguerra, i tecnici avevano già progettato una trasmissione a quattro rapporti più retromarcia.

Alla fine la questione fu risolta con un cambio a quattro marce: la quarta era chiamata “surmoltiplica” e si poteva inserire (e togliere) solo passando dalla terza marcia, grazie a un “dentino” metallico che impediva l’inserimento senza seguire questa procedura.

Il comando del cambio della 2CV (e della derivata AMI6, apparsa nel ‘61) rimase così fino alla seconda metà degli anni ‘60, quando il dentino fu rimosso e la quarta marcia riapparve al suo posto.

Ritorno alle origini pubblicitarie?

Anche il depliant della 2CV pian piano crebbe: con l’arrivo nel 1958 di Jacques Wolgensinger alla direzione della comunicazione di Citroen, l’immagine della marca fu affidata al geniale Robert Delpire dell’omonima agenzia.

E lo stesso Delpire restituì al Double Chevron quella veste giocosa e colorata che fa parte della storia primordiale di Citroen.

Simone Arnulfo

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Simone Arnulfo
Tag: 2CVCitroen

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