Ufficiale, lo Stop al Diesel Euro 5 è rinviato: la solita gestione all’italiana

Attualità
08 luglio 2025, 15.52
rifornimento auto diesel 2025
Lo stop slitta di un anno: meno città coinvolte, misure alternative possibili dal 2026
Il blocco alla circolazione delle auto Diesel Euro 5 non scatterà più il 1° ottobre 2025. Un emendamento approvato dalle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera al decreto Infrastrutture sposta il termine di almeno un anno, rinviando l’entrata in vigore del provvedimento al 1° ottobre 2026. Inoltre, la restrizione si applicherà solo ai Comuni con oltre 100.000 abitanti, anziché a quelli con più di 30.000 residenti, riducendo sensibilmente il perimetro dei divieti.
Il rinvio riguarda le quattro regioni dell’area del Bacino Padano: Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, chiamate da Bruxelles a intervenire con urgenza per migliorare la qualità dell’aria in linea con le direttive europee.

Blocco Diesel Euro 5: cosa cambia

Nel dettaglio, il nuovo testo prevede che:
  • Il blocco non sarà più automatico dal 2026: le Regioni, una volta scaduto il termine, potranno decidere di non applicarlo, a condizione che adottino misure compensative efficaci nei propri Piani regionali di qualità dell’aria;
  • Il provvedimento riguarda solo le aree urbane e in particolare i grandi centri sopra i 100.000 abitanti, restringendo così l'impatto territoriale del divieto;
  • Le modalità applicative saranno demandate alle Regioni, che avranno margine di manovra nella definizione di esenzioni e criteri attuativi.
Il vicepremier Matteo Salvini ha definito il rinvio “una scelta di buonsenso”, accogliendo le richieste di molti amministratori locali e dei rappresentanti del comparto automotive.

CODACONS: “Salvi 1,3 milioni di veicoli, ma serve una strategia sullo smog”

Secondo il Codacons, il rinvio salva 1,3 milioni di auto Diesel Euro 5 che, da ottobre 2025, sarebbero state soggette a restrizioni di circolazione nelle fasce orarie 8:30-18:30, con un impatto diretto sulla mobilità quotidiana di milioni di cittadini, soprattutto pendolari e lavoratori.
L’associazione sottolinea però che il rinvio non può tradursi in immobilismo. “Le Regioni ora non hanno più scuse: devono usare quest’anno aggiuntivo per varare misure strutturali contro l’inquinamento atmosferico”, si legge nella nota.
Le critiche si concentrano anche sull’assenza di una politica nazionale di incentivi adeguata a sostenere il ricambio del parco auto, attualmente il più anziano d’Europa. Il blocco, se fosse entrato in vigore senza compensazioni, avrebbe comportato effetti collaterali sul mercato dell’auto, con un aumento dei prezzi di veicoli nuovi e usati, oltre a penalizzare economicamente molte famiglie prive di alternative.

Diesel Euro 5: una proroga che divide

Il rinvio dello stop alle Diesel Euro 5 rappresenta un compromesso politico tra esigenze ambientali, sostenibilità economica e fattibilità sociale. Ma rilancia anche il dibattito sulla necessità di politiche a lungo termine che affrontino il problema della qualità dell’aria senza penalizzare indiscriminatamente i cittadini.
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