La data del 2035, fissata per lo stop alla vendita di auto nuove a benzina e diesel nell’Unione Europea, potrebbe non essere più così intoccabile. Secondo quanto riportato da Milano Finanza, nelle ultime ore si fa sempre più concreta l’ipotesi di un rinvio di cinque anni: una revisione del Green Deal che potrebbe spostare l’addio ai motori termici al 2040. Una decisione potenzialmente dirompente, che la Commissione Europea potrebbe annunciare il prossimo 10 dicembre 2025.
Perché il ban potrebbe slittare al 2040
L’idea di concedere un orizzonte temporale più ampio nasce da una considerazione chiave: la transizione elettrica non procede ai ritmi immaginati nel 2021.
Un rinvio al 2040 darebbe:
- Più tempo ai costruttori per gestire gli investimenti nell’elettrico, molti dei quali oggi non stanno generando i ritorni previsti, complice la domanda debole in Europa e in Paesi come l’Italia.
- Più scelta ai consumatori, che potrebbero continuare ad acquistare auto benzina e diesel a prezzi più accessibili, soprattutto nei segmenti A e B.
- Maggiore gradualità nell’evoluzione tecnologica, permettendo all’industria di affinare batterie, catene di approvvigionamento e infrastrutture di ricarica.
Cinque anni non bastano a rivoluzionare il settore, ma rappresentano una finestra sufficiente per evitare un’accelerazione forzata che molti brand giudicano rischiosa.
Le pressioni politiche: Italia e Germania in prima linea
Secondo Milano Finanza, la spinta più forte verso un rinvio arriverebbe proprio dall’Italia, determinata a valorizzare due fattori strategici:
- Carburanti sintetici (e-fuel) come soluzione alternativa e a basse emissioni per mantenere in vita le piattaforme termiche.
- Ibridi e full hybrid, oggi al centro delle vendite e capaci di ridurre consumi ed emissioni senza l’obbligo della spina.
Anche la Germania, con il suo imponente comparto automotive, da tempo chiede una revisione della normativa. Bruxelles potrebbe quindi puntare sul 2040 come compromesso in grado di accontentare le principali economie automobilistiche europee.
E l’elettrico? Le incognite che pesano sul mercato
Il rallentamento della domanda EV è un tema che da mesi domina le strategie industriali. Gli investimenti miliardari degli ultimi anni, per molti costruttori, non hanno generato la spinta attesa: il prezzo ancora elevato delle auto elettriche, la rete di ricarica insufficiente e le incertezze normative rendono difficile accelerare.
Uno slittamento al 2040 potrebbe consentire:
- una migliore pianificazione delle piattaforme elettriche di nuova generazione,
- un consolidamento della filiera europea delle batterie,
- una transizione meno traumatica per la forza lavoro dell’automotive.
Al tempo stesso, resta l’incognita più grande: cosa accadrà fra cinque o dieci anni?
La tecnologia potrebbe cambiare radicalmente lo scenario. Nel 2030 il mercato potrebbe essere quasi tutto elettrico… o potrebbe essere ancora frenato dagli stessi ostacoli di oggi.
Il 10 dicembre la prima risposta ufficiale
Per ora nulla è deciso, ma le indiscrezioni indicano un clima politico favorevole al rinvio. La Commissione Europea — e la presidente Ursula von der Leyen — dovranno pronunciarsi il 10 dicembre 2025, data chiave che potrebbe riscrivere il futuro della mobilità nel continente.
Se il ban slitterà davvero, l’Europa dovrà ripensare obiettivi, roadmap industriale e politiche di sostegno alla transizione. Una nuova fase che potrebbe cambiare, ancora una volta, le carte in tavola per consumatori e costruttori.