Retromarcia USA: Trump scommette sulla benzina (e promette auto low-cost)

Attualità
05 dicembre 2025, 12.15
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Mentre il mondo accelera verso l’efficienza, l'America tira il freno a mano sull'ecologia. La nuova scommessa della Casa Bianca: abbattere i costi di produzione rinunciando ai motori "green". Ma per gli automobilisti sarà davvero un affare?
C'è un’aria nuova che tira sulle autostrade americane, e profuma decisamente di idrocarburi. Con una mossa che segna una netta cesura con il passato recente, l’amministrazione Trump ha deciso di fare una brusca inversione a U sulle politiche di efficienza energetica. Il messaggio inviato a Detroit e ai colossi dell'automobile è chiaro: i vincoli sono allentati, le auto possono tornare a consumare.

Il taglio ai vincoli

La decisione tecnica è drastica: i limiti sui consumi sono stati rivisti, permettendo ai veicoli di bruciare quantità di carburante decisamente superiori rispetto agli standard che si stavano delineando. La soglia di tolleranza è stata spostata radicalmente (i parametri sono stati ricalibrati da 55,5 a 81,1 chilometri per gallone nelle nuove proiezioni, allontanando di fatto l'obbligo di stringere la cinghia sui consumi).
In termini pratici, questo significa che da oggi in poi i produttori che vogliono vendere negli Stati Uniti possono tirare un sospiro di sollievo: l'ossessione per rendere ogni nuovo modello il meno inquinante possibile non è più un requisito di legge. È una scelta che isola Washington dal resto del pianeta, che continua invece a marciare compatto verso la riduzione delle emissioni.

"La gente vuole le auto a benzina"

Dietro la firma della nuova legge c'è una filosofia politica ed economica precisa, ben diversa da quella dell'era Biden. Se la precedente amministrazione non obbligava all'elettrico ma pretendeva un impegno massiccio nello sviluppo di motori termici ultra-efficienti, Trump ha tagliato la testa al toro.
"La gente vuole le sue auto a benzina", ha affermato il Presidente. La logica è quella del taglio dei costi "alla fonte": rimuovendo l'obbligo di rientrare in parametri ecologici severi, le case automobilistiche possono smettere di investire miliardi in Ricerca e Sviluppo per filtri complessi e tecnologie ibride sofisticate necessarie a ridurre l'impatto ambientale.

L'illusione del risparmio

La promessa elettorale che accompagna questa misura è allettante: auto più economiche per tutti. L'idea è che, se produrre un'auto costa meno (perché tecnologicamente più semplice e meno filtrata), questo risparmio ricadrà a cascata sul prezzo di listino in concessionaria.
Tuttavia, gli analisti mettono in guardia su quello che potrebbe rivelarsi un "falso risparmio". È vero, l'assegno da staccare per comprare il SUV nuovo potrebbe essere più leggero nei prossimi anni. Ma c'è il rovescio della medaglia:
Acquistare una macchina che consuma di più significa sottoscrivere un debito a lungo termine con la pompa di benzina.
Il vantaggio economico accumulato al momento dell'acquisto rischia di evaporare, pieno dopo pieno. In un contesto di prezzi del carburante volatili, guidare un veicolo meno efficiente potrebbe trasformare quel risparmio iniziale in una spesa corrente molto più salata nel corso della vita dell'auto.
L'America ha scelto la sua strada: motori più semplici, prezzi più bassi, consumi più alti. Resta da vedere se, calcolatrice alla mano, saranno gli automobilisti a vincere o a perdere.
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