Il responsabile tecnico di Hyundai Europa, Tyrone Johnson, spiega perché le elettriche hanno già superato le sportive tradizionali
Chi meglio di
Tyrone Johnson, uno dei padri della
Ford Focus RS (
che abbiamo provato), può giudicare se le auto elettriche siano davvero divertenti da guidare? Secondo l'attuale
capo tecnico di Hyundai Europa, la risposta è netta:
le EV sportive sono più appaganti delle vecchie auto con cambio manuale. E non si tratta solo di numeri o accelerazioni, ma di sensazioni, coinvolgimento e progresso tecnologico.
Il tempo delle manuali è finito?
“
Nessuno vuole più cambi manuali, freni a mano o strumenti analogici”, ha dichiarato Johnson in una recente intervista a
Car Magazine. Parole che suoneranno come una bestemmia per molti appassionati, specie per chi è cresciuto con auto come la GR Yaris o la stessa Focus RS che lui stesso ha contribuito a creare in Ford. Eppure, per Johnson, si tratta semplicemente di evoluzione.
Oggi guida quotidianamente la
Hyundai Ioniq 5 N (
la nostra prova), l’elettrica da oltre 600 CV che promette non solo prestazioni brutali, ma anche un’esperienza di guida analogica simulata:
suoni sintetici, vibrazioni, persino una trasmissione virtuale che finge cambiate e "fuorigiri". Una provocazione? Forse. Ma secondo lui è ciò che serve per reinterpretare il piacere di guida in chiave elettrica.
“La nostalgia non serve a nulla”
Tyrone Johnson ha un curriculum che parla da sé: 33 anni in Ford, con ruoli chiave nello sviluppo dei modelli RS e SVT. Ha lavorato alla prima Mustang Shelby firmata SVT nel 1992, eppure oggi non sente la mancanza di rumore reale o frizione. “Non capisco la nostalgia. Se vuoi andare forte, non c’è niente di meglio di un’elettrica”.
Un'affermazione che farà discutere, specie tra gli irriducibili del cambio manuale. Eppure, per lui le attuali hot hatch termiche – incluse molte con il pedale della frizione – sono «una delusione» rispetto a un’auto come la Ioniq 5 N. Le ragioni? Risposta istantanea, controllo totale via software, capacità di replicare sensazioni che una volta dipendevano da meccanica e fluidodinamica.
Sensazioni simulate, ma reali?
Per non alienare del tutto i puristi, Hyundai ha scelto una strada intermedia: aggiungere effetti sonori personalizzati, vibrazioni artificiali e un software che simula le cambiate. Non è una copia fedele del mondo analogico, ma uno strumento per guidare con il cervello e con la pancia. “Quei segnali sensoriali aiutano il cervello a capire cosa fa l’auto”, ammette Johnson. E se è il software a fornirli, non è meno valido, anzi.
Siamo veramente sicuri? Non è che parla il bisogno di vendere auto? A voi il giudizio.