Il grande paradosso dell’auto di oggi: cosa sta succedendo?

Attualità
24 giugno 2025, 15.26
la fabbrica toyota di valenciennes
Peugeot allunga la vita dei suoi modelli, Renault accelera lo sviluppo: cosa sta succedendo nel mondo dell’auto europeo?
Il settore automobilistico europeo si trova oggi stretto in una delle sue più grandi contraddizioni. Da un lato, marchi storici come Peugeot scelgono di prolungare la vita di alcuni modelli ben oltre i canonici sette anni. Dall’altro, case come Renault corrono contro il tempo per sviluppare nuove vetture in appena due anni, spesso in partnership con aziende cinesi. Un doppio binario che riflette le incertezze e le pressioni dell’era post-termica.

Peugeot e la strategia della “lunga vita”

Un caso emblematico è quello della Peugeot 2008, la cui nuova generazione è attesa non prima del 2028. Fino ad allora, l’attuale modello — già aggiornato con un restyling — resterà in listino. Motivo? Il futuro 2008 sarà solo elettrico, e in un mercato europeo ancora tiepido verso le EV, Peugeot preferisce attendere tempi più maturi. Stesso discorso per la 208, che continuerà a essere venduta in versione termica e ibrida anche quando debutterà la nuova elettrica.
Una scelta prudente che mira a difendere i volumi di vendita in un periodo di transizione incerta. Alcuni modelli termici ancora molto richiesti, infatti, rappresentano un’ancora di salvezza per i conti economici delle case, che rischierebbero altrimenti di perdere margini e clienti in un mercato sempre più polarizzato.

Renault (e la Cina) spingono sull’acceleratore

All’estremo opposto troviamo Renault, che ha annunciato un’accelerazione radicale nei tempi di sviluppo. L’obiettivo è chiaro: passare da 4-5 anni a soli 24 mesi per lanciare un nuovo modello. La prima ad arrivare sarà la nuova Twingo elettrica, costruita in collaborazione con un partner cinese e basata su una batteria LFP (litio-ferro-fosfato), più economica e versatile.
Una mossa che riflette un’esigenza concreta: stare al passo con l’evoluzione rapidissima delle tecnologie, soprattutto nel campo delle batterie e dell’elettronica di bordo. Renault, ad esempio, è rimasta indietro sull’adozione delle celle LFP, puntando inizialmente tutto sulle batterie NMC. Lo sviluppo accelerato serve anche a evitare sorprese simili in futuro.
Ma una domanda resta aperta: è davvero possibile garantire affidabilità e qualità con tempi di progettazione così compressi?

Il caso Porsche: quando le regole cambiano il gioco

Il paradosso si accentua se guardiamo a marchi premium come Porsche. Il celebre Macan, uno dei bestseller del brand, è uscito di scena in Europa perché non più omologabile secondo le nuove normative. È stato sostituito da una versione 100% elettrica che, però, fatica a replicare il successo del modello termico. Per evitare lo stesso errore, Porsche ha deciso di prolungare la vita del Cayenne fino al 2030, aggiornandolo con restyling periodici.

Paradosso o nuova normalità?

Quello che un tempo era un ciclo prodotto rigido — 6-7 anni, con restyling a metà carriera — oggi è diventato un mosaico di approcci divergenti. Alcuni puntano sulla longevità dei modelli per ammortizzare gli investimenti e restare redditizi con le vendite termiche. Altri, invece, rincorrono l’innovazione per non essere sorpresi dal prossimo cambio di paradigma tecnologico.
L’equilibrio è delicato, e il rischio è reale: fare troppo presto può compromettere l’affidabilità, ma restare troppo fermi può significare uscire dal mercato. La sfida per le case automobilistiche è capire quando è il momento giusto per cambiare — e farlo senza perdere la fiducia dei clienti.
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