Il settore automotive italiano attraversa una crisi di gravità storica. Autovetture, veicoli commerciali, autobus e mezzi pesanti registrano cali costanti dei volumi di vendita e una produzione ai minimi storici, mentre l’invecchiamento del parco circolante e lo stallo della transizione energetica aggravano la situazione.
A lanciare l’allarme sono le principali associazioni di settore, tra cui ACI, ANFIA, ANIASA, FEDERAUTO, MOTUS-E e UNRAE, che hanno sottoposto ai ministri e ai presidenti del Governo una proposta articolata in sei punti prioritari per rilanciare il comparto.
Sei misure urgenti per invertire la rotta
- Stabilità degli incentivi – Servono misure strutturali e di lungo periodo per la diffusione dei veicoli a basse e zero emissioni, coordinate tra tutti i ministeri competenti, per garantire fiducia e visibilità agli operatori e ai consumatori.
- Piano nazionale infrastrutture – Accelerare l’installazione di colonnine di ricarica elettrica e sistemi di distribuzione di vettori energetici puliti, con procedure semplificate e costi energetici ridotti, garantendo copertura uniforme su reti urbane, periferiche e autostradali.
- Riforma della fiscalità sull’auto aziendale – Allineare deducibilità, detraibilità e ammortamenti alle best practice europee per incentivare il rinnovo delle flotte aziendali, generando benefici economici, occupazionali e ambientali.
- Sostegno alla filiera industriale – Supportare componentisti, concessionari e operatori nella transizione tecnologica, favorendo ricerca, sviluppo, formazione e riconversione industriale per mantenere la competitività globale del settore.
- Supporto alla clientela – Fornire informazioni chiare e strumenti di accompagnamento a consumatori e aziende, garantendo sicurezza, sostenibilità e serenità nella scelta del veicolo, con attenzione alla coerenza normativa tra livelli regionali e comunali.
- Valorizzazione culturale del settore – Promuovere l’auto e il trasporto su gomma come motore economico e culturale, capace di generare innovazione, design, turismo e collegamento tra territori, sostenendo la pluralità tecnologica e la libertà di scelta dei consumatori.
Un appello al dialogo istituzionale
Le associazioni si dichiarano disponibili a un confronto diretto e strutturato con i ministeri competenti (MASE, MEF, MIMIT, MIT) e con gli enti locali (ANCI, Conferenza Stato-Regioni) per elaborare proposte concrete e sostenibili.
L’Italia, sottolineano, non può permettersi di restare indietro nella transizione europea verso la mobilità sostenibile: l’automobile deve continuare a essere percepita come motore di progresso, innovazione e benessere economico e sociale.