Il successo del modello salva la compatta Mercedes, ma la fabbrica tedesca rischia il ridimensionamento La Mercedes-Benz Classe A non uscirà di scena nel 2026, come inizialmente previsto: la Casa di Stoccarda ha deciso di estendere la produzione del modello fino al 2028, grazie a una domanda ancora forte, soprattutto in Europa. Ma non è tutto: secondo indiscrezioni confermate da fonti interne al gruppo, la produzione potrebbe traslocare completamente in Ungheria, nello stabilimento di Kecskemét, per fare spazio alla nuova gamma CLA elettrica.
Perché la Classe A continua a vivere
Nonostante l’arrivo della nuova Mercedes CLA su piattaforma MMA, la più compatta Classe A resta un modello strategico per il marchio tedesco. Il restyling recente ha tenuto vivo l’interesse sul prodotto, e la clientela europea continua a premiarne praticità e posizionamento di prezzo.
Il prolungamento della produzione è quindi una mossa tattica: da un lato, soddisfa la domanda residua del segmento, dall’altro ottimizza l’uso degli impianti nell’ambito della nuova strategia industriale Mercedes.
Rastatt troppo affollata: l’Ungheria si prepara all’espansione
Lo stabilimento tedesco di Rastatt, dove oggi vengono prodotte Classe A e Classe B (anche quest’ultima in uscita dal 2026), sarà completamente riconvertito per produrre la nuova famiglia CLA: berlina elettrica, versione termica, station wagon e SUV. Per reggere i volumi previsti, la fabbrica passerà a un regime di produzione su tre turni.
Ed è qui che entra in gioco Kecskemét: Mercedes starebbe valutando di trasferire tutta la produzione restante della Classe A in Ungheria, liberando Rastatt per i modelli MMA. Già oggi parte della Classe A è prodotta a Kecskemét, e il sito ha capacità espandibili.
1 miliardo di euro e 3.000 nuovi posti di lavoro
Mercedes ha già annunciato un investimento da un miliardo di euro per potenziare il polo produttivo ungherese, con l’obiettivo di portare la capacità annuale a 200.000 unità e creare 3.000 nuovi posti di lavoro. Una mossa che rientra in un piano più ampio: secondo la stampa tedesca, nei prossimi tre anni l’azienda ridurrà la produzione in Germania di 100.000 unità, con un progressivo spostamento della forza lavoro verso l’Est Europa.