Durante la presentazione ufficiale per il mercato italiano della nuova Sealion 7, lo Special Advisor di BYD, Alfredo Altavilla, ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardanti il futuro del mondo dell’auto e l’annosa questione riguardante gli incentivi. Lo stesso Altavilla ha infatti recentemente espresso la sua contrarietà all’utilizzo degli incentivi, definendoli “una droga per il mercato”.
In quest’occasione, l’esperto manager italiano ha ribadito alcuni dei concetti con cui sta accompagnando BYD nel suo approdo in Europa, dagli incentivi italiani alle regole europee sulle famose multe per l’eccedenza delle emissioni, dei dazi sulle auto prodotte in Cina e sulle prospettive future del mondo dell’automobile.
Altavilla, BYD: “La sfida sarà arrivare vivi al 2035”
Chi vince il braccio di ferro tra Case Costruttrici, Paesi come l’Italia che vogliono il rinvio del blocco alle auto termiche per il 2035 e il Green Deal dell’Unione Europea?
Per questa domanda ci vorrebbe la sfera di cristallo. Siamo di fronte a due posizioni, il realismo opposto al mondo delle favole. Il mondo delle favole è quello che sta provocando le migliaia di licenziamenti di cui state leggendo in questi giorni, non solo dalle OEM ma, ancor peggio, dalla filiera di produzione.
Non ho ombra di dubbio che purtroppo se questa incertezza continua, mi spiace ripetermi, il problema non sarà il 2035, quanto arrivarci vivi al 2035. Il sistema delle multe è quello che sta distruggendo il mercato, ed è quello il primo elemento del Green Deal che andrebbe messo in discussione. Se questo non dovesse accadere, andremo verso ad un futuro molto grigio per l’industria. D’altronde, il riflesso di queste scelte mi sembra molto evidente: siamo facendo un enorme regalo al mercato dell’usato, che non è mai stato così vivo e attrattivo come in questo periodo in tutti i principali mercati europei.
Questo sta succedendo perché la gente, anziché comprare nuovo, con tutte le incertezze che ci sono e i prezzi che ci sono, compra usato. Mi sembra che stia accadendo quello che nel mondo del tech si chiama Killer Application, e ci stiamo riuscendo perfettamente a metterlo in pratica.
“Gli incentivi sono una bestialità e una droga per il mercato.”
In una recente intervista, ha detto che gli incentivi sono una droga per il mercato, e immagino lo confermi. Come pensate di vendere in Italia le vetture elettriche?
Gli incentivi sono una totale bestialità, oltre che, lo ripeto, una droga per il mercato. Questo è vero fondamentalmente per due motivi. Il motivo “macro” è che fin quando i governi europei continueranno con questa storia degli incentivi sulla domanda, danno all’Europa la scusa perfetta per continuare a dire “non c’è bisogno di cambiare la legislazione, perché tanto i Paesi ci pensano da soli a dare sostegno alla sostituzione del parco circolante.
Il motivo “micro” è più reale: la storia dimostra che ogni qual volta gli incentivi finiscono, il cliente non è più disposto a tornare indietro al prezzo originale, e si aspetta due tipologie di possibili situazioni. Da un lato, il cliente aspetta che sia il costruttore, o direttamente o attraverso il concessionario, a coprire il gap lasciato scoperto dall’incentivo, mentre dall’altro aspetterà direttamente il “prossimo giro”. Nell’incertezza di non dover cambiare per forza la macchina, io acquirente decido di aspettare perché tanto rimetteranno dei nuovi incentivi presto. Quello che droga il mercato è proprio l’incertezza: è questo il motivo per il quale siamo così contrari agli incentivi, perché l’incertezza che contribuisce a tenere il mercato a livelli asfittici.
“Ecco come venderemo le nostre elettriche”
Come pensiamo di vendere le nostre automobili? Crediamo di venderle attraverso i loro contenuti. Quello che vogliamo comunicare è la quantità e la qualità dei contenuti, sia tecnici che tecnologici, di queste automobili. Non abbiamo bisogno di incentivi. Ci hanno detto che dobbiamo pagare un dazio del 17%: va bene, fa parte delle regole del gioco, anche se non le condividiamo.
Ho già detto un’altra volta che per noi quello dei dazi è un problema momentaneo, perché quando cominceremo a produrre in Europa, in Ungheria, dalla fine del prossimo anno, questo problema sarà dimenticato, è un limite che puntiamo a toglierci presto. Noi non saremo un brand che punta sul prezzo più basso, puntando ad essere i più economici sul mercato. Siamo pronti per un’offensiva senza precedenti, offrendo contenuti di un certo livello per qualità e tecnologia, e punteremo anche su modelli Plug-In, per arrivare a portare in Europa nuovi brand.