Quando in Alfa Romeo hanno scelto di abbinare il nome “Veloce” a un modello, abbiamo sempre visto dei risultati interessanti, già dal 1956, quando accompagnò per la prima volta una vettura del Biscione.
Da allora, le vetture dall’indole sportiva, ma non estrema, sfoggiano questa scritta che rappresenta una parte importante di storia. Una delle ultime che vanta questa denominazione è l’Alfa Romeo Giulia Veloce, disponibile in due declinazioni di motore, una diesel, la 2.2 da 210 CV, e una benzina, la 2.0 da 280 CV.
Noi abbiamo provato la versione con 280 cavalli, quella che, ad oggi, si trova uno “scalino” sotto la Quadrifoglio da 510 CV.
Design: il Quadrifoglio non è così lontano
Mantenendo dimensioni invariate (lunghezza 4,64 m), la Giulia Veloce si distingue dalle versioni “normali” grazie ad una serie di elementi che la rendono più sportiva, più vicina alla versione top di gamma.
A incorniciare l’inconfondibile trilobo centrale sul muso c’è un paraurti anteriore con prese d’aria nettamente maggiorate, le cornici a giorno nero lucido e i fari bi-Xenon da 25W con LED diurni. Sulla parte laterale le fiancate sono muscolose e, grazie allo splendido colore Grigio Lipari, si notano tutte le nervature. Completano la vista i cerchi da 19 pollici bruniti a 5 fori, gli stessi che può montare anche la Quadrifoglio.
È nuovo anche il look sul posteriore, con un paraurti sportivo caratterizzato da un estrattore specifico che ingloba anche i due scarichi posti ai due vertici opposti.
Dentro la Giulia Veloce domina la pulizia delle linee, gli assemblamenti e i materiali sono molto buoni, con la pelle color tabacco dei sedili che aiuta a creare l’ambiente giusto. Del sistema di infotainment se n’è parlato tanto, ma a ogni suo utilizzo l’Alfa Connect 3D con schermo da 8,8 pollici convince sempre di più, sia per velocità, sia per estetica. Non è la migliore soluzione in commercio, ma, a mio modo di vedere, può soddisfare appieno le esigenze di tutti gli utenti.
Lo spazio a bordo è ottimo per quattro persone, senza che la testa dei passeggeri posteriori sia troppo sacrificata. Il bagagliaio rimane invariato a continua ad assicurare una capienza di 480 litri, con un vano piuttosto regolare.
Alla guida della Giulia Veloce 2.0 280 CV Q4: veloce, di nome e di fatto
Il motore è l’aspetto più interessante e controverso di questa Giulia Veloce. Il duemila GME (Gasoline Medium Engine) turbo da 280 cavalli ha una coppia robusta da 400 Nm che le permette di passare da 0 a 100 km/h in 5,2 secondi, con una velocità massima di 240 km/h.
La Giulia Veloce 280 cavalli spinge forte, ha un bell’allungo, ma è un po’ meno rabbioso del 1.750 TBi che, ad esempio, equipaggia la Giulietta Veloce. Con questo 2.0 a 5.200 giri la curva di potenza scende ed è inutile insistere oltre, anche perché con il modulo Multiair, il limitatore interviene già verso i 5.500 giri.
Rispetto alla segmento C del Biscione però la potenza è maggiore e si sente. Se non è l’ingresso del turbo a darti il tanto amato calcio nella schiena ci pensa il polivalente ZF a otto rapporti. In Advanced Efficiency o Normal è un cambio docile, intuitivo e rilassante, mentre in Dynamic diventa molto più affilato, soprattutto se comandato attraverso i grossi paddle al volante in alluminio. Con questi, in salita di marcia c’è il calcio, mentre la scalata viene accompagnata da una sonora doppietta.
Se l’otto rapporti ve l’ho consigliato sulla Giulia diesel da 180 CV e sullo Stelvio, più la potenza aumenta e serve efficacia, più questa trasmissione è garante di alte prestazioni. Quadrifoglio compresa.
Lato handling, la Giulia Veloce mantiene, e rilancia, le promesse delle versioni meno spinte. Se la 2.2 diesel a trazione posteriore e differenziale libero non era esente da qualche pattinamento in uscita di curva, con tagli netti della potenza dovuti all’elettronica, qui la trazione Q4 è totale, anche e soprattutto in condizioni di aderenza precaria. D’inverno, con le strade scivolose e le gomme termiche, non ci si deve preoccupare di spalancare il gas a metà curva per esser catapultati fuori in leggero sovrasterzo, con il posteriore che spinge verso l’esterno, ma con l’anteriore che ci “tira” fuori dalla curva ed evita imbardate estreme.
Anche in questo caso i controlli elettronici non sono disattivabili, ma la trazione integrale li sgrava dalla maggior parte del loro compito e, anche quando sono chiamati ad intervenire, rimangono molto meno invasivi.
Buona parte del merito è del consigliatissimo Pack Performance, un optional che consiste nell’accoppiata del torque vectoring posteriore con gli ammortizzatori attivi a smorzamento variabile. In dynamic quando si attivano da soli (in alternativa si possono attivare attraverso il pulsante posto sulla rotella del DNA) rendono la vettura molto rigida, con un rollio praticamente azzerato.
Lo sterzo poi è la ciliegina sulla torta, sempre piuttosto leggero, ma con un rapporto molto diretto che le permette di essere una delle migliori della categoria in questo campo. Sensibilità e bassissima demoltiplicazione permettono di fare tornanti senza mai staccare le mani dalla corona. A “causa” della trazione integrale, invece, non soddisfa il corto raggio di sterzata, che rende le manovre più lunghe e difficoltose.
La frenata con Integrated Brake System è sempre pronta, forte e quasi instancabile, ma con un pedale poco modulabile, cui bisogna abituarsi. Con i fondi leggermente scivolosi il sistema di frenata di emergenza con accensione delle quattro frecce tende ad accendersi un po’ troppo spesso, risultando un po’ invadente.
Quello che impedisce alla Giulia Veloce 280 di essere una berlina di rappresentanza “macina chilometri” sono esclusivamente i consumi (dichiarati nel ciclo misto 6,6 l/100 km), dove, con andatura allegra, si registrano circa 5 km/litro, mentre sforzandosi con una guida oculata si toccano i 10 km/litro. In autostrada si toccano risultati leggermente migliori, ma, ovviamente, non paragonabili alle versioni diesel. Comodità e silenziosità, invece, non mancano, anzi il 2.0 dentro offre un bel sound, ma fuori gli scarichi potrebbero suonare di più, magari con l’aggiunta di un impianto più sportivo in opzione.
Insomma, la sportività non manca, le prestazioni sono superlative per una berlina da 280 CV e, nonostante abbia poco più della metà della potenza della Quadrifoglio, il divertimento è di primissimo livello. Un risultato ottenuto dal fatto che la progettazione è partita dall’alto verso il basso, ottenendo così tutte versioni praticamente “depotenziate” della regina della gamma.
Ora, però, immaginate una Giulia in una versione “stile M4 GTS” oppure una Quadrifoglio 4×4. Fin dove si può spingere il potenziale di questa vettura?
Prezzo e concorrenti
L’Alfa Romeo Giulia Veloce parte dal prezzo di 51.050 euro, costo riferito alla diesel da 210 cavalli, mentre per la benzina da noi provata si parte da un listino di 55.050 euro.
La Giulia Veloce si fa trovare piuttosto preparata alla voce “dotazione di serie”, annoverando, tra i vari accessori, il climatizzatore automatico bi-zona, il cruise control (non adattivo), i sensori di parcheggio posteriori, i cerchi da 18”, i fari bi-xeno con LED diurni, gli pneumatici anti-foratura, il display da 7 pollici, l’Integrated Brake System, il sistema di trazione integrale Q4 e il cambio automatico a 8 rapporti.
Rimangono fuori dalla lista il cruise control adattivo (1.000 euro), l’Alfa Connect 3D NAV 8,8″ (1.100 euro), il pack performance da 2.200 euro, il sound pack by Harman Kardon da 1.300 euro, i cerchi in lega da 19″ bruniti a 5 fori (1.200 euro) e il colore Grigio Lipari (1.000 euro).
Il costo totale, considerati gli optional sopracitati, della Giulia Veloce che potete ammirare nella nostra galleria fotografica è di circa 63.000 euro, in linea con la maggior parte dei competitor. La concorrenza è composta dall’Audi A4 2.0 TFSI da 252 CV, dalla BMW Serie 340i XDrive da 326 CV, dalla Mercedes Classe C 400 4Matic da 333 CV e dalla Jaguar XE 2.0 AWD da 300 CV.
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