Dopo ben 39 anni di onorata carriera, il listino FIAT dice addio alla Panda 4×4. Un addio avvenuto in sordina, e che lascia stupiti e orfani tutti gli appassionati e gli affezionati clienti di un mezzo che ha fatto scuola. Con il debutto della prima FIAT Panda 4×4 avvenuto nel 1983, FIAT inventò da zero il segmento delle city-car a trazione integrale. Grazie ad un sistema sviluppato dalla specialista austriaca Steyr-Puch, alla leggerezza della vettura e alla sua poliedricità, Panda 4×4 è diventata ben presto un oggetto di culto per gli appassionati, ma anche per gli automobilisti di tutto lo Stivale (e non solo).
Agile come poche nelle zone di montagna, tra Alpi e Appennini è tutt’oggi una delle vetture più amate. Se la prima versione della FIAT Panda 4×4 è ancora la più apprezzata dai fuoristradisti, la seconda serie lanciata nel 2003 e la terza serie del 2012 hanno confermato le doti di eccellente fuoristrada, capace di dare del filo da torcere ai 4×4 più specialistici. Con l’addio a Panda 4×4 saluta anche il motore 900 TwinAir, fino a poche settimane fa proposto solo in abbinamento alla Panda integrale. Ma ripercorriamo gli ultimi mesi di carriera di FIAT Panda 4×4, il prezzo di Panda 4×4 usata oggi e il futuro di Panda 4×4.
Addio a Panda 4×4, l’epilogo di un successo lungo quasi 40 anni
L’addio a Panda 4×4 fa rumore, paradossalmente, per il modo silenzioso in cui è arrivato. Nel mese di ottobre 2022, infatti, è semplicemente scomparsa sia dai listini ufficiali FIAT e dal configuratore ufficiale della Casa. Ora le versioni Cross sono ancora presenti a listino, ma offrono solo la trazione anteriore e un’estetica più fuoristradistica trasformandosi, sostanzialmente, nella precedente versione City Cross, ora non più a listino. Con l’addio a Panda 4×4, saluta anche l’ultima applicazione in tutto l’ex Gruppo FCA dell’incompreso due cilindri turbo TwinAir. Poco capito e condizionato nella sua reputazione dai problemi di affidabilità dei primissimi esemplari, lo 0.9 due cilindri turbo non è mai diventato l’erede del FIRE che FIAT credeva di avere in mano. Interessante ai fini statistici un dato: per la prima volta dal lancio della FIAT Campagnola del 1951, la Casa del Lingotto non offre più alcun modello a trazione integrale.
Tutt’altro che incompresa, invece, è stata proprio la FIAT Panda 4×4, fino alla fine una delle vetture a trazione integrale più vendute in Italia. La genesi della Panda 4×4 arriva con il lancio della mitica Panda 141, avvenuto nel 1980. FIAT ebbe l’intuizione di voler creare un’automobile a trazione integrale pensata specificatamente per le nostre montagne. Piccola, stretta, leggera, in grado di percorrere mulattiere, strette strade sterrate e districarsi nei paesini innevati di Alpi e Appennini. Ispirata dal concept Offroader di Giugiaro del 1980, FIAT si affidò ad un fidato partner, Steyr-Puch. La Casa austriaca ha costruito su licenza la mitica 500, e aveva curato modelli a trazione integrale di livello assoluto, come la Mercedes-Benz Classe G e il mitico mini-fuoristrada Haflinger.
Per questo, FIAT non ebbe dubbi ad affidare ai vicini austriaci il compito di sviluppare un sistema di trazione integrale. Questo doveva essere in puro stile Panda: semplice, robusto, affidabile. La scelta ricadde su un sistema di trazione integrale inseribile manualmente tramite la mitica leva in mezzo ai sedili. Grazie ad un’altezza da terra maggiorata di 5 cm, un motore 965 cm³ di derivazione Autobianchi A112, ad una prima cortissima e ad un peso piuma di soli 740 kg, fin dal lancio la FIAT Panda 4×4 stupì tutti in fuoristrada. Grazie al peso ridotto e alle gomme strette, ancora oggi la prima FIAT Panda 4×4 (codice di progetto A141) è inarrestabile sulla neve, e in fuoristrada sa dire la sua contro veri fuoristrada come Land Rover Defender, Jeep e la lontana cugina Classe G.
Le Panda 4×4 moderne, tra motori turbo e soluzioni tecniche raffinate
Dal lancio nel 1983, su Panda 4×4 sono arrivati i motori FIRE nel 1986, senza dimenticare le versioni speciali Sisley, Country Club, Trekking e Climbing. Dopo l’arrivo del 1.1 da 54 CV, poi, la Panda 4×4 si avviò alla fine della sua prima serie, avvenuta nel 2003. Con l’arrivo della seconda serie di Panda, la 169 del 2003, si è dovuto attendere fino all’inizio del 2004 per la nuova FIAT Panda 4×4. Il sistema di trazione integrale montato sulla ex-Gingo (questa, però, è un’altra storia) non fu più meccanico, bensì diventò a controllo elettronico. Ora infatti troviamo un giunto viscoso centrale (sostituito da un più moderno differenziale elettronico Haldex nel 2007), delle sospensioni posteriori indipendenti a bracci tirati e, a richiesta, la presenza del bloccaggio del differenziale elettronico ELD.
Nonostante un peso più alto e un’estetica più moderna, anche la seconda generazione di Panda 4×4 si è fatta amare per le sue capacità fuoristradistiche. Grazie alla presenza del 1.3 MultiJet turbodiesel, molto più vivace e adatto al fuoristrada grazie alla coppia in basso, la Panda 4×4 ha conservato lo scettro di auto perfetta per il fuoristrada “all’italiana”. Con la seconda generazione, poi, ha debuttato anche la versione Cross, ancora più dedicata al fuoristrada con più paracolpi, un’estetica molto più specialistica e un’altezza da terra maggiorata. La Cross fu la prima, dopo le versioni speciali della prima Panda, a enfatizzare lo stile fuoristradistico per diventare più cool. Queste caratteristiche si sono conservate anche per la terza generazione di FIAT Panda 4×4, la 319, lanciata nel 2012.
Questa terza generazione sfoggia le linee riuscite e ancora oggi moderne della matita di Roberto Giolito, nonché interessanti novità dal punto di vista meccanico. Viene confermato il differenziale Haldex centrale, ora gestito in maniera più efficiente dall’elettronica. Arriva, però, un inedito cambio manuale a 6 marce pensato per l’utilizzo offroad. La prima marcia, infatti, è cortissima, come il primino delle vecchie Panda 4×4, ma grazie alla sesta lunga riesce ad adattarsi al meglio anche ai viaggi. Disponibile con il 0.9 TwinAir da 90 CV (5 CV più della Panda “normale) e del 1.3 MultiJet da 80 o 95 CV, la Panda 4×4 terza serie è stata proposta di nuovo con la specialistica versione Cross.
L’arrivo della City Cross, che riprendeva lo stile della Cross ma senza la trazione integrale, fece capire subito quale potesse essere l’andazzo futuro. Tantissimi clienti, infatti, sceglievano la Cross solo per l’estetica, non utilizzando quasi mai la trazione integrale. Anche per questo, probabilmente, FIAT ha deciso di salutare la 4×4, costosa da realizzare e ormai soppiantata dalla più economica e efficiente City Cross, dotata dello stile 4×4 ma senza i suoi comporomessi. In più, la Panda 4×4 è stata l’ultima automobile ad utilizzare il 0.9 TwinAir, prodotto ormai solo per lei, mentre il 1.3 MultiJet, invece, non è più in produzione dal 2020. E così, da ottobre 2022, l’addio a Panda 4×4 è realtà.
Addio Panda 4×4, pronta consegna e km0 le ultime possibilità di portarsela a casa “nuova”
Non è più possibile, quindi, ordinare una Panda 4×4 nuova. In realtà, però, i più appassionati “pandisti” possono ancora portarsi a casa, anche dopo l’addio, una Panda 4×4 nuova. Come? Affidandosi agli ultimi esemplari in pronta consegna o km0 sparsi nelle tantissime concessionarie italiane. Ma qual è il prezzo della Panda 4×4 oggi? Fino al mese di settembre 2022, ultimo mese di produzione “ufficiale”, il listino parlava di un prezzo di partenza di 18.950 euro per una Panda 4×4 con motore 0.9 TwinAir da 85 CV in allestimento City Cross (per non fare confusione, la City Cross 4×4 era una 4×4 con estetica Cross ma meno accessoriata: la trazione integrale e il sistema ELD, però, erano ancora presenti. In più, con l’omologazione Euro 6D, il 900 TwinAir ha perso 5 CV, tornando agli 85 originali).
Per una Cross top di gamma, invece, si arrivava a 20.450 euro. Le versioni meno accessoriate di Panda 4×4, come la Wild (non più in produzione dall’inizio del 2022) invece, partivano da poco meno di 17.500 euro. Proprio la Wild è una delle più apprezzate, in quanto offriva tutto ciò che serve per una Panda 4×4 e pochissimi fronzoli. Controllo di trazione, radio, vetri elettrici, clima manuale, ma anche differenziale centrale bloccabile ELD, controllo della velocità in discesa e il cambio a 6 marce.
Le Wild sono oggi le più abbordabili: i prezzi di Panda 4×4 Wild usate con poco più di un anno partono da 16.500 euro. Per una Wild con una manciata di km all’attivo, invece, si parte da 17.500/18.000 euro. Per una Cross, invece, gli annunci sui più celebri siti di compravendita auto parlano di prezzi che partono da 20.000 euro, e possono arrivare anche a 23.000 euro per esemplari ancora da immatricolare.
I più attenti si saranno accorti di un dettaglio sorprendente. L’addio di Panda 4×4 ha infatti fatto esplodere il mercato: oggi, una Panda 4×4 usata, km0 o in pronta consegna, costa più dell’ex prezzo di listino. Sulle prime, questa notizia può stupire, ma siamo di fronte ad una dinamica che abbiamo già visto in passato con altri modelli. Quando si parla di modelli iconici, spesso considerati l’ultima iterazione di una specie in via di estinzione, gli appassionati mettono in atto una sorta di “corsa contro il tempo” per portarsi a casa le ultime nate di una dinastia gloriosa. L’abbiamo visto accadere, per esempio, con una grande rivale di Panda 4×4, Suzuki Jimny. Quando la nuova generazione è stata prematuramente accantonata, infatti, c’è stata una corsa alle ultime Jimny in vendita.
Dal prezzo di circa 23.000 euro si è passati a richieste di 25, 26, anche 28.000 euro per Jimny a quattro posti, e il fenomeno non ha rallentato anche con il ritorno di Jimny come autocarro. Sta succedendo lo stesso anche con le ultime Smart termiche. Dal 2020, infatti, fortwo e forfour sono prodotte esclusivamente in versione elettrica EQ. Da quel momento, le quotazioni delle smart fortwo termiche sono volate alle stelle. Ancora oggi, a due anni dalla cessazione della produzione, per portarsi a casa una Smart termica del 2019 si parte da 13/14.000 euro, mentre per le apprezzatissime Brabus si arriva al prezzo di listino, di circa 23.000 euro. Le smart elettriche? Si parte da meno di 12.000 euro per esemplari coevi.
L’addio di Panda 4×4 e il declino del “Pandino”: “colpa” della 500?
Tornando al Pandino, l’addio di Panda 4×4 fa male a tanti appassionati, a tanti “pandisti” che apprezzavano la robustezza, capacità fuoristradistica e semplicità della 4×4 più economica del mercato. Ad oggi, per avere una vettura a trazione integrale sotto i 4 metri la scelta è obbligata, e porta in Giappone. A puntare tanto sulla trazione integrale è infatti Suzuki, che offre con trazione integrale AllGrip le sue piccole Swift e Ignis, senza dimenticare il vero fuoristrada Jimny, ora in vendita in versione Pro. Per ora, però, dopo l’addio di Panda 4×4 il futuro per il mitico modello sembra davvero in salita.
Il futuro di Panda 4×4 è infatti molto nebuloso, subordinato ovviamente a quello della classica Panda. L’addio di Panda 4×4 dimostra, infatti, come ormai per i clienti contasse più l’estetica delle vere capacità fuoristradistiche. La stessa Panda, però, sta soffrendo una crisi di vendite mai vista in 42 anni di carriera. Se fuori dall’Italia è in calo ormai da diversi anni, coincidente con il crollo del Segmento A in favore di vetture più grandi e pesanti, in Italia è ancora al primo posto ogni mese. A insidiarla, però, c’è forse la sua rivale principale: la FIAT 500. Nonostante sia quattro anni più vecchia, la 500 del 2007 è stabilmente in Top 10 europea da un paio d’anni a questa parte.
Il merito è anche, ovviamente, della versione elettrica, sempre più apprezzata, ma è sintomo di un cambiamento radicale delle preferenze del pubblico, che sembra lasciare sempre meno spazio a Panda. L’addio di Panda 4×4 infatti è un messaggio eloquente da parte di un pubblico che non apprezza più robustezza, praticità, solidità e abitabilità, ma stile, cura, simpatia e guidabilità. La 500, da sorella “giocosa” di Panda ne è diventata a tutti gli effetti la sostituta, nonostante un prezzo di listino più alto. Il suo stile inconfondibile la rende amata in tutta Europa, con caratteristiche tecniche e consumi sostanzialmente invariati. Cambia la praticità, ben inferiore su 500, e ovviamente l’assenza della trazione integrale, ma 500 è forse la prima nemica di Panda. E questa rivalità è ben chiara quando pensiamo al futuro di Panda. FIAT ha infatti lanciato come sua prima elettrica proprio la Nuova 500, lasciando la Panda in attesa.
Il futuro di Panda 4×4, tra elettrificazione e lo spiraglio “4xe”
Proprio per questo, il futuro della FIAT Panda, 4×4 e non, è ancora tutto da scoprire. Il prototipo Centoventi, presentato in pompa magna nel 2019, non ha ancora lasciato spazio a prototipi marcianti. L’arrivo di una nuova Panda è sempre rinviato, in favore invece di un fenomeno 500 che non accenna a fermarsi. Ancora oggi, a 11 anni dal lancio a fine 2011 della Panda 319, non è chiaro come potrebbe essere la prossima Panda. Potrà diventare finalmente un SUV, dopo essersi trasformata nel 2003 in mini-monovolume? Potrebbe essere solo elettrica? Oppure sarà offerta anche con motorizzazioni termiche ed elettrificate, come l’apprezzata Hybrid? Con una nuova Ypsilon (altra rivale su suolo italiano) in arrivo nel 2024, lo spazio per Panda c’è ancora, ma va riguadagnato.
I fuoristradisti, poi, possono stare tranquilli: dopo questo doloro addio di Panda 4×4, la piccola fuoristrada potrebbe tornare. Lo spiraglio per un clamoroso ritorno è dato dal lancio del prototipo Jeep Avenger 4×4. Sulla base meccanica E-CMP della baby Jeep, lunga poco più di 4 metri, Jeep ha installato due motori elettrici, rendendola una mini-SUV 4×4 elettrica. Lo stesso powertrain potrebbe mettere fine all’addio di Panda 4×4. Potrebbe poi esserci un clamoroso (sebbene improbabile) dietrofront, con un sistema mild hybrid a ridare vita alla Panda arrampicatrice. Per questa generazione, in vendita ormai da oltre 10 anni, l’avventura in versione 4×4 sembra ormai arrivata ai titoli di coda. In attesa di sviluppi, però, per ora dobbiamo davvero dire addio alla Panda 4×4, mitica co-protagonista di tantissime vite in giro per il nostro Paese. E speriamo, alla fine, si tratti solo di un arrivederci.
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