A margine della conferenza stampa dedicata all’anniversario dei 20 anni della “storica” Renault Twingo, abbiamo intervistato Yves Dubreil, project manager della prima versione della vettura, di cui può simpaticamente definirsi un… “papà”.
Dott Dubreil, noi abbiamo definito, senza alcun timore reverenziale, la “sua” Twingo un’icona degli anni ’90: solitamente non si usa scomodare paragoni con altre case automobilistiche ma potremmo dire che la Twingo sia “la 500” degli ultimo decennio del secolo?
Credo di si, ovviamente vi ringrazio per la definizione e non posso che confermarla. La nostra Twingo, così come la 500 ai tempi, è nata da un’idea di rottura, da un concetto di innovazione totale. A volte, nell’industria automobilistica, bisogna rompere degli schemi per creare qualcosa di nuovo, non è detto che sia un bene farlo ogni volta, per ogni modello, tanto che, spesso, la critica fatta dalla stampa alla 2° generazione di Twingo è che non sia stata altrettanto innovativa, ma la 1° generazione lo è stata, ed in quel momento storico era esattamente ciò di cui avevamo bisogno.
Lei stesso, dunque, riconosce che, al di là degli svilupppi tecnologici importanti, la 2° generazione di Twingo, datata 2007, difettasse un po’ di personalità rispetto alla precedente?
Purtroppo, il tempo passa e le normative si evolvono: un’automobile come la mia Twingo oggi non sarebbe neppure commercializzabile per le moderne normative di sicurezza. Troppo corta davanti, troppo poco protetta intorno, non ci farebbero passare un crash test. Pensate che la 2° generazione è più lunga, eppure meno spaziosa all’interno: è sulla 3° generazione che stiamo, finalmente, preparando qualcosa di rivoluzionario. O meglio, “stanno”, visto che ora io non mi occupo del progetto ma solo del reparto storico della casa, ben rappresentato proprio dalla Twingo.
Quindi vedremo una Twingo che potrà offrire feeling e sensazioni simili alla 1° serie?
Ne sono convinto: il telaio sarà completamente nuovo, è un’auto completamente ripensata ma, prima di arrivarci, Renault ha dovuto ragionare in termini di gruppo perché, come sapete, produrre oggi una piattaforma è un processo enormemente costoso, che va pensato in chiave globale. Vi stupirà.
Lei ha parlato dell’incredibile abitabilità della sua prima Twingo, le faccio una battuta… Sa di essere responsabile della nascita di molti bambini grazie al suo leggendario sedile posteriore scorrevole?
Lo so, lo so (ride, n.d.r.): a mio figlio, ovviamente, da giovanissimo, regalai una Twingo, e lui ci fece un giro dell’Europa con la sua fidanzatina di allora. Non mi ha portato a casa pargoli ma so per certo che in quella macchina, oltre a dormirci comodamente anziché cercarsi dei campeggi, ci si è dilettato in altri modi… Che dire? Anche in questo possiamo dire di essere stati come la 500 negli anni ’60!
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