Le condizioni per ricorrere nuovamente al taglio delle accise ci sarebbero. Da qualche giorno a questa parte, si sarebbero rimanifestate tutte le possibilità per reintrodurre il freno alla corsa verso l’alto dei prezzi dei carburanti, ora starebbe quindi solo al governo decidere se applicare il taglio delle accise. Quindi tutti gli italiani si chiedono: arriverà il fantomatico taglio delle accise in grado di dare una boccata d’ossigeno alle tasche degli italiani?
Da qualche giorno a questa parte, a quanto pare, ci sarebbero nuovamente tutti i parametri necessari per indire un nuovo taglio delle accise sui prezzi dei carburanti. Proprio come fece il governo Draghi immediatamente dopo l’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina, l’esecutivo in carica si ritrova davanti alla decisione di sottrarre le accise al prezzo dei carburanti oppure lasciare che i prezzi alla colonnina continuino ad impennarsi. Nessun segnale sta però giungendo da Palazzo Chigi, dove alcuni membri della maggioranza si stanno invece prodigando per l’attuazione di un provvedimento che potrebbe scontare i prezzi alla pompa in maniera stabile.
L’allarme sui rincari dei prezzi alla pompa di benzina è stato già da tempo lanciato dalle associazioni dei consumatori, evidenziando le conseguenze di un mancato intervento, ma il governo Meloni starebbe considerando dei palliativi e non un intervento di scontistica diretto. Al vaglio del Consiglio dei Ministri ci sarebbe quindi l’istituzione di una social card per le famiglie meno abbienti, poiché non ci sono neanche i necessari decreti attuativi ed i conti pubblici presentano una sofferenza tale da escludere un intervento a causa della necessità di coprire bonus e sussidi di vario genere degli anni passati. Quindi quanto entrerebbe nelle casse pubbliche grazie alle accise rappresenterebbe ossigeno per il governo ma anche una mazzata alle famiglie ed alle imprese italiane.
Scopriamo insieme quali sono le condizioni necessarie per introdurre ancora una volta il taglio delle accise. Tutto parte dal Decreto Trasparenza, che stabilisce una soglia critica della quotazione del Brent a 77,4 euro al barile, condizione raggiunta qualche giorno fa, quando il greggio scambiato sulla piazza londinese ha superato i 92 dollari. Ci sarebbero però, come sempre del resto, delle incongruenze presenti nel Decreto Trasparenza, come una media delle quotazioni del precedente bimestre, senza specificare se si intendono i mesi di calendario o la media mobile degli ultimi due mesi tenendo conto dei giorni. A tutto questo si somma che il taglio non è obbligatorio, sta quindi al governo scegliere per il sì o per il no al taglio delle accise sui prezzi dei carburanti. Proprio in merito ai prezzi dei carburanti le ascese sono fuori controllo, nello specifico:
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