“Troppi incidenti causati da ultraottantenni”: allarme sulle patenti degli anziani

Sicurezza
04 agosto 2025, 12.34
incidente auto
Dopo due gravi incidenti stradali con esito mortale avvenuti nelle scorse settimane, si riaccende il dibattito sulla sicurezza stradale legata all’età dei conducenti. A sollevare l’allarme è Giordano Biserni, presidente dell’Asaps (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale), che chiede ai microfoni de La Stampa interventi urgenti e radicali sulla questione delle patenti agli anziani.

“Serve una riforma urgente del sistema di rinnovo patenti”

Intervistato a seguito dei drammatici eventi che hanno coinvolto automobilisti ultraottantenni, Biserni, 71 anni, forlivese ed ex appartenente alla Polizia Stradale, non usa mezzi termini: «Lasciamo che gli anziani guidino anche con evidenti problemi di orientamento, affidandoci al “Dio vede e provvede”. È una situazione seria e va affrontata subito».
I dati parlano chiaro: su 7 incidenti mortali registrati nel 2025 dall’Asaps, si contano già 10 vittime, e nel 57% dei casi i responsabili sono conducenti over 80. Una percentuale preoccupante, che fa emergere con forza la necessità di una revisione dei criteri di idoneità alla guida per le fasce più anziane della popolazione.

Oltre l’oculista: test cognitivi e tempi di reazione

Per Biserni, l’attuale sistema di rinnovo delle patenti è insufficiente. «Non basta più la visita oculistica», afferma. La proposta dell’Asaps prevede una serie di accertamenti più articolati:
  • Certificato del medico di base, obbligatorio, che attesti lo stato di salute complessivo del conducente.
  • Test sui tempi di reazione, per verificare l’effettiva prontezza nella gestione delle situazioni critiche alla guida.
  • Esami dell’udito e valutazioni cognitive, con particolare attenzione alle capacità di orientamento e concentrazione.
Una riforma che non vuole essere punitiva, ma orientata alla prevenzione: garantire che chi si mette al volante sia realmente in grado di farlo in sicurezza, per sé e per gli altri.

Un tabù da superare

Il tema della guida in età avanzata è spesso considerato un tabù, legato a un’idea di autonomia e libertà che molti anziani faticano ad abbandonare. Ma la realtà – sottolinea Biserni – è che «non si tratta di discriminazione, bensì di responsabilità collettiva».
“Oggi in Italia chi ha 85 anni può guidare anche un SUV, senza test neurologici. È un paradosso normativo che non possiamo più ignorare”, avverte il presidente dell’Asaps.

Verso un nuovo modello europeo?

L’auspicio, conclude Biserni, è quello di adottare un modello simile a quello di alcuni Paesi del Nord Europa, dove i controlli sulle capacità cognitive e fisiche dei conducenti senior sono obbligatori e standardizzati. La sicurezza stradale, soprattutto in una società che invecchia, passa anche da qui.
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