“Le auto moderne sono tutte uguali, sempre più grandi e pesanti”. Sebbene sia una frase a effetto, c’è tanta verità dietro questa frase. La stragrande maggioranza degli automobilisti viaggia da solo sulla propria vettura. In più, le automobili moderne superano ormai con grande facilità il muro dei 1.500 chili, e le vetture elettriche superano spesso le 2 tonnellate. Le dimensioni sono sempre più grandi, con vetture “compatte” che superano di slancio i 4,30 metri, dimensioni che fino agli anni ’70 erano da berlina da famiglia. Non stupisce quindi scoprire che sempre più persone auspichino un ritorno al passato, con il ritorno vetture più piccole, più leggere, adatte alla città e a trasportare massimo due persone, specie se si parla di vetture elettriche, per natura affini all’ambiente cittadino. Questa è proprio la missione di Microlino: reinventare la mobilità cittadina, con un occhio al passato e uno al futuro.
Riuscire a offrire un veicolo completo, sicuro, divertente e che unisca dimensioni compatte adatte alla città e una cura nei dettagli da automobile. Microlino, infatti, non è considerabile un’automobile, ma un quadriciclo pesante, ovvero un veicolo con quattro ruote con limitazioni nelle dimensioni, nella potenza e nella velocità massima, limitata per legge a 90 km/h. Ci sono poi altre limitazioni, rispetto alle quali andremo nel dettaglio più avanti. Questa natura da quadriciclo, però, va un po’ stretta a chi Microlino l’ha creata. La piccola creatura della Micro, azienda svizzera che produce monopattini e biciclette d’alta gamma, progettata, sviluppata e prodotta da Microlino Italia nella sede di Cecomp di La Loggia, vicino Torino, è qualcosa di più.
Microlino è infatti un veicolo unico, un mix tra le qualità degli scooter e quelle di un’automobile. Rispetto ai classici quadricicli leggeri, però, Microlino ha una qualità costruttiva, una raffinatezza in alcune soluzioni e soprattutto una sicurezza che la avvicinano molto più alle auto che alle moto. Simile alle auto è poi anche il prezzo, che pone il piccolo “ovetto” italo-svizzero tra i più costosi quadricicli pesanti sul mercato. Microlino vuole ottenere poi tutti questi risultati regalando simpatia, gioia e praticità. Microlino è un veicolo davvero particolare. Unisce una scocca e una meccanica raffinata a soluzioni d’altri tempi, come il tetto in tela manuale e i finestrini scorrevoli.
Lo stile, è evidente, si ispira alla leggendaria Iso Isetta, ma ne evolve le linee, portando nel presente un look a dir poco iconico. Lo stile però si mescola con la praticità, in quanto in poco più di 2,50 metri gli interni di Microlino offrono spazio per due persone e tutto ciò di cui si ha davvero bisogno in un’auto cittadina, e nulla di più. L’autonomia, poi, grazie ad un peso ridotto, è davvero buona. La sicurezza è a livelli decisamente superiori alle normali microcar, e la guida diverte molto più di quanto ci si immagini. Nonostante le dimensioni lillipuziane, è uno dei veicoli più interessanti e attesi degli ultimi 10 anni. Scopriamo allora dimensioni, interni, autonomia, come si guida e il prezzo di Microlino.
Partiamo immediatamente dalle dimensioni di Microlino, una delle caratteristiche peculiari di questo veicolo unico. Sebbene non sia l’unico quadriciclo pesante elettrico in circolazione, Microlino ha un’impostazione totalmente differente da qualsiasi altro modello concorrente. Ciò che immediatamente salta all’occhio è, ovviamente, l’enorme portiera anteriore, che ingloba totalmente il frontale dell’auto e che rappresenta l’unico accesso all’abitacolo di Microlino. Questo rende la piccola italo-svizzera un unicum a livello estetico e di dimensioni, un’eccezione in un mondo di auto sempre troppo uguali tra loro. Queste sono, nel dettaglio, le dimensioni di Microlino:
A livello dimensionale, Microlino è quindi 18 cm più corta di una smart fortwo, ma 11 cm più lunga di una Citroen AMI, ponendola esattamente a metà strada tra un’automobile e un classico quadriciclo. Ciò che rende ancora più unica Microlino è, ovviamente, la sua estetica. Da ogni lato da cui la si guardi, Microlino è un oggetto originale, curato nei minimi dettagli. Il design è curato dall’italiana (torinese) Icona Design, che ha realizzato la visione del fondatore di Micro, Wim Ouboter, di creare un veicolo che fosse perfetto per l’utilizzo cittadino, dall’estetica inconfondibile. La missione di Ouboter è simile a quella di Nicolas Hayek, fondatore di Swatch e mente dietro al progetto smart. Non per nulla, infatti, Ouboter e Hayek sono molto amici, ed entrambi condividono questa visione rivoluzionaria di un veicolo da città utile e funzionale, ma non noioso e monotono.
L’ispirazione di Microlino, del resto, è facilmente intuibile. Si ispira, come accennato, alla leggendaria Iso Isetta del 1953, più nota nella sua versione BMW, prodotta su licenza dalla Casa tedesca tra il 1955 e il 1962. Dalla Isetta della Iso di Bresso, progettata da Ermenegildo Preti e disegnata da Pierluigi Raggi, Microlino 2.0 (questo il suo nome ufficiale) riprende la forma a ovetto, ma soprattutto la leggendaria porta anteriore che occupa l’intero frontale. Della praticità e della facilità di utilizzo parleremo ancora, con non poche sorprese in questo ambito.
A livello estetico, invece, la riuscita di questo “omaggio” è indiscutibile. Microlino è un veicolo incredibilmente simpatico, con una spiccata personalità e un gusto retrò, modernizzato da componenti moderne. Un esempio di ciò è la barra luminosa a tutta larghezza che integra gli indicatori di direzione ed è realizzata con una cura davvero elevata, sfoggiando un’illuminazione da vettura Premium. Simpaticissimi poi i fari a sbalzo laterali, dotati di tecnologia Full LED e che integrano anche gli specchietti retrovisori (rigorosamente manuali) all’interno del corpo del proiettore. A dominare la vista è ovviamente l’enorme porta anteriore, segno distintivo che rende unica Microlino sotto ogni aspetto. Sotto il portello anteriore troviamo invece una presa d’aria orizzontale.
Lateralmente, Microlino stupisce con linee tondeggianti che appaiono quasi fuori dal tempo, amalgamate benissimo con le colorazioni vivaci e variopinte della carrozzeria. Dal verde menta al rosso acceso fino alle tinte delle due vetture che abbiamo provato, bicolore arancio-nero per la Dolce e Blu Scuro-Bianco per la Pioneer, i colori di Microlino non fanno altro che enfatizzarne la simpatia e il sapore d’altri tempi. Le colorazioni fanno notare la grande cura costruttiva messa dentro questo progetto. I cerchi da 13 pollici hanno un disegno personale e piacevole, che fanno il paio con la leggera carenatura delle ruote posteriori, altra citazione della Isetta originale. La posizione delle ruote anteriori all’angolo estremo della carrozzeria è davvero particolare.
Queste fanno il paio con la carreggiata anteriore molto più larga di quella posteriore. Dietro, infatti, la carrozzeria è significativamente più stretta, e come alcune versioni della Isetta a quattro ruote ha le due ruote posteriori molto ravvicinate. In coda troviamo invece un’altra barra luminosa a LED, nuovamente di qualità eccellente. Il faro fa il paio con la targa (di dimensioni “motociclistiche” e montata solo al posteriore) e con il grosso portellone del bagagliaio di tipo Hatchback. Concludendo con le dimensioni di Microlino, il bagagliaio è sorprendentemente capiente. Nonostante i 2,52 metri, infatti, ha un vano di carico davvero spazioso, con ben 230 litri di capacità. Non sono ovviamente aumentabili, ma sono già decisamente validi su un’auto così piccola.
Per aprire il bagagliaio è possibile utilizzare il tasto sulla chiave oppure dal piccolo schermo multifunzione interno. Non ci sono tasti o maniglie all’esterno, per un look il più pulito possibile. Il portellone è poi impreziosito dal lettering Microlino a tutta larghezza, che fa il paio con il logo Micro all’anteriore. Non mancano poi dettagli molto retrò come i finestrini a scorrimento come sulle vetture degli anni ’50 e ’60, nonché il tetto in tela apribile manualmente, come sulla prima Isetta. Lascia infine stupiti vedere la carreggiata così stretta, rendendo immediatamente riconoscibile Microlino al primo sguardo.
Per scoprire gli interni di Microlino è necessario prima rispondere ad una domanda tanto semplice, quanto curiosa: come si entra a bordo di Microlino? Apparentemente, infatti, non ci sono maniglie o tasti, eliminati per una ricerca della massima pulizia estetica. Per salire a bordo di Microlino c’è invece un tasto nascosto sotto il faro destro, dietro il logo sulla fiancata. Qui troviamo anche una piccola serratura, per aprire la vettura anche in caso di batteria scarica. Una volta aperta la portiera, che grazie ad un ammortizzatore a gas simile a quello usato per il bagagliaio si apre da sola di parecchi gradi, scopriamo un’apertura ampia ma non immediatamente sfruttabile. Per garantire la massima sicurezza, infatti, non c’è il piantone collassabile della Isetta originale. Il volante e il piantone, invece, sono fissi in posizione, con i pedali montati a pavimento poco più in basso.
Come salire quindi a bordo di Microlino? Il modo più semplice è sedersi al posto del passeggero. Grazie alla presenza di una panchetta unica per guidatore e passeggero è possibile scivolare comodamente al posto di guida, avendo così la possibilità di scoprire i raccolti interni di Microlino. Ci si rende conto immediatamente di essere su un veicolo diverso da tutti gli altri. Per chiudere la porta, infatti, c’è una grossa e robusta maniglia morbida in tessuto o in simil-pelle, e la chiusura del portello è dotata della tecnologia soft-close: basta appoggiare la portiera perché si chiuda, come nelle ammiraglie di lusso. Come detto, quindi, il piantone dello sterzo, il volante e i pedali sono fissi in posizione.
Il guidatore ha poi accesso al rotore del “cambio” e al freno a mano meccanico, entrambi posizionati sulla sua sinistra proprio come sulla Isetta originale. Una volta seduti a bordo, gli interni di Microlino risultano semplici, essenziali, minimalisti, ma non poveri. Tutti i materiali sono infatti di ottima qualità, dal rivestimento della porta anteriore ai sedili, rivestiti in tessuto o in pelle e scamosciato vegan, così come il volante, rivestito in pelle vegana. Non ci sono infatti materiali di origine animale offerti su Microlino, e la qualità di questi materiali ormai fa ricredere anche i più scettici. Anche il resto dei materiali usati per gli interni di Microlino sono curati, con solo le plastiche nella parte inferiore dell’abitacolo più rigide e “croccanti”.
Si tratta però di una soluzione obbligata, in quanto si finisce per pestare queste modanature per salire a bordo. Spicca poi la barra al centro della plancia, o meglio, della porta anteriore. Questa barra ospita, oltre alla maniglia morbida per chiudere la porta, anche il tasto per aprirla, nascosto nella parte posteriore di questo grosso tubo di acciaio. Al centro della barra trova posto anche il piccolo schermo touch multicolore e multifunzione dal quale si comandano tutte le funzioni della vettura. Le icone e la modalità di utilizzo ricordano quelle di uno smartphone, e permette di accendere il riscaldamento o il sistema di aerazione su tre livelli di potenza e con due temperature, caldo o freddo, di accendere la luce di cortesia, di cambiare la visualizzazione nel piccolo cruscotto e di aprire il portellone, nonché di sbrinare parabrezza e lunotto.
Davanti al volante, dallo stile molto sportivo, troviamo uno schermo digitale molto completo e dettagliato, con due possibilità di visualizzazione selezionabili dallo schermo sulla barra e facile da leggere anche per i più alti. Integrate nella portiera troviamo anche le due bocchette d’aerazione, mentre dietro alla barra troviamo un rivestimento in tessuto molto piacevole alla vista e al tatto. Gli interni di Microlino sono davvero raccolti e compatti, ma i progettisti sono riusciti a ricavare un abitacolo sorprendentemente spazioso per due persone.
I più alti e robusti rischiano di toccarsi con le spalle, ma lo spazio per gambe, ginocchia e testa è ottimo anche per chi supera il metro e 90. L’ergonomia è molto ben studiata, e permette di guidare e interagire con la vettura senza sforzi anche in marcia. Non manca poi una pratica tasca portaoggetti sul lato del passeggero, di serie sulla versione Pioneer e optional sulla Dolce, mentre convincono a metà i finestrini. Sono goduriosi da azionare e da usare, e fanno entrare tanta aria in abitacolo, ma a volte il meccanismo di apertura e chiusura non è dei più precisi e infallibili.
Ottimo invece lo scorrimento, mentre la luminosità è davvero eccellente, in quanto i montanti sono sottili e le superfici vetrate molto grandi per le dimensioni dell’auto. Concludiamo la disamina degli interni di Microlino con un plauso al tetto in tela manuale, tanto comodo e pratico in estate quanto godurioso tutto l’anno, capace di regalare cielo azzurro, aria e luce anche in inverno. Curiosa poi la posizione del serbatoio del lavavetri, alloggiato in abitacolo proprio dietro il selettore del cambio. Simpatica e intelligente la soluzione pensata per l’intrattenimento. Al posto di un sistema audio integrato, infatti, troviamo una cassa Bluetooth portatile marchiata Micro dalla sorprendente potenza, dotata di un suo alloggio in un vano dedicato lato passeggero. Una soluzione semplice, ma efficace.
Arriviamo a parlare così di meccanica, motore e autonomia di Microlino, un altro grande punto di interesse di questo veicolo. Sebbene possa infatti sembrare un “giocattolo”, Microlino è stata sviluppata con soluzioni tecniche davvero raffinate. Il merito di questa ricercatezza è di Cecomp, che ha preso il progetto Microlino 1.0, realizzato da un’azienda italiana specializzata in microcar, e lo ha rivoluzionario. Microlino 2.0 è infatti totalmente diversa da tutte le altre microvetture. Gran parte di esse sono infatti realizzate con un semplice e poco raffinato telaio tubolare, con pannelli della carrozzeria in plastica. Microlino 2.0 abbandona il telaio a traliccio, usato sul primo prototipo della Microlino 1.0. Al suo posto, arriva un moderno e raffinato telaio unibody con scocca portante, sviluppato specificatamente per lei dalla Cecomp.
L’azienda torinese è nota per aver realizzato diversi prototipi per il Gruppo FIAT, tra cui l’indimenticata Lancia Fulvia Concept del 2004. In tempi più recenti, però, Cecomp si è occupata e si occupa tutt’ora della realizzazione delle scocche in alluminio per la Alpine A110 moderna. Insomma, appare chiaro che in Cecomp i telai li sappiano fare molto bene. Per Microlino, la sfida è stata quella di mantenere i pesi ridotti e, soprattutto, garantire una sicurezza simile a quella di un’auto stradale. Per questo, per il telaio di Microlino sono stati usati acciai altoresistenziali e alluminio per portellone, pannelli della carrozzeria e barre anti-intrusione in alluminio.
Questa soluzione ha permesso a Cecomp (che realizza anche l’intera scocca in casa tra i comuni torinesi di La Loggia, Moncalieri e Piobesi) di ottenere un veicolo con una rigidezza torsionale di un’auto, una durabilità molto superiore alle normali microcar e, soprattutto, un livello di sicurezza molto alto. Sebbene manchino gli airbag (non obbligatori tra i quadricicli pesanti), Microlino è stata sottoposta anche ai crash test dell’EuroNCAP, rispetto ai quali è in grado di resistere agli urti. A impreziosire ulteriormente la scocca ci pensano poi sospensioni indipendenti sulle quattro ruote, non presenti neanche su automobili “complete”. Non mancano poi anche quattro freni a disco e un motore discretamente potente per la sua categoria. Microlino è infatti una L7e, ovvero un quadriciclo pesante elettrico, e quindi deve sottostare a stringenti regole omologative. Il motore, ad esempio, deve stare sotto i 15 kW di potenza nominale.
Il peso, invece, deve restare sotto i 450 kg (batterie escluse), mentre una velocità massima è di 90 km/h. Il motore di Microlino rispetta queste limitazioni, e anzi offre qualche kW in meno. Si ferma infatti a 12,5 kW (17 CV) nominali, mentre in modalità Sport si può arrivare a 19 kW (26 CV) di picco. Il propulsore, poi, è montato posteriormente, rendendo questa piccola microvettura un veicolo con motore e trazione posteriore. La velocità massima è limitata per legge a 90 km/h. Il peso è invece contenuto al di sotto dei 450 kg, batterie escluse, arrivando a 435 kg. Sono infatti tre le batterie montate sulla piccola Microlino, con diverse masse e una diversa autonomia. Ad alimentare il motore di Microlino ci pensa un pacco batterie che, nella versione d’attacco, ha una capacità di 6 kWh.
Questa batteria ha un’autonomia ridotta, di 95 km nel ciclo WLTP, ma riduce il peso a soli 496 kg. È poi ricaricabile con una presa domestica ad una potenza di 1,35 kWh. Tradotto, la versione d’accesso passa dallo 0 al 100% di circa 4 ore. La versione intermedia, quella che abbiamo provato, ha un pacco batterie (di progettazione e produzione tedesca) da 10,5 kWh. Con la batteria di mezzo, l’autonomia di Microlino raggiunge i 175 km nel ciclo WLTP. La potenza di ricarica invece arriva a 2,6 kW, consentendo una ricarica completa in 3 ore. La versione con la maggiore autonomia di Microlino è infine quella con batteria da 14 kWh. Grazie anche ad un peso contenuto (530 kg, mentre la versione intermedia si ferma a 513 kg), con questa batteria ricaricabile in 4 ore l’autonomia di Microlino dichiarata è di ben 230 km.
Ora sappiamo proprio tutto su Microlino 2.0, dalle dimensioni agli interni alla sua meccanica, compresa l’autonomia. Come si comporterà alla nostra prova su strada Microlino? La risposta concisa è: sorprendentemente bene. Visitando il centro produttivo Microlino Italia di La Loggia, ci si è accorti come Microlino non sia una piccola microvettura pensata solo per fare piccolissimi tragitti senza pretese. Microlino è ovviamente un’auto dedicata principalmente alla città, e che ha nella vita urbana il suo habitat. Ciò che non ci si aspetta è la cura e la sensazione di essere su un’auto “vera” riesca a dare. Il tutto, però, con una personalità ben distinta, unica e immediatamente riconoscibile, fin dal momento di salire a bordo.
Salire a bordo di una Microlino per la prima volta è un’esperienza. Una volta che ci si issa in piedi (e si evita il tetto per non prendere testate), ci si siete prima al posto del passeggero e poi si scivola per prendere posto a bordo. Il volante non è regolabile, ovviamente, mentre la panca è regolabile in profondità, permettendo così a chiunque di trovare una posizione di guida piuttosto comoda. La personalizzazione di un piantone tradizionale non viene però mai raggiunta, così come il supporto tra le curve di un sedile “tradizionale”. Non essendoci fianchetti, infatti, nelle rotonde più “allegre” è facile invadere il posto del passeggero. Questo però, più che un difetto, diventa una simpatica peculiarità della vettura.
Guidare Microlino è davvero un’esperienza particolare. Priva di servosterzo e con le ruote proprio all’altezza del volante, nonostante l’assenza del servosterzo la piccola italo-svizzera è agilissima e facilissima da guidare. In città e nei parcheggi, Microlino è incredibilmente agile e scattante, anche grazie ad un motore che riesce a garantire ottime prestazioni, soprattutto in modalità Sport. Da fermo, raggiungere i 50 km/h è questione di pochissimi secondi, e anche nei lunghi viali cittadini non è mai in affanno. Convincono anche i freni, potenti quando chiamati in gioco, e aiutati da un’ottima frenata rigenerativa. Quest’ultima permette una guida one pedal senza l’utilizzo del pedale del freno, estremamente comodo nella guida cittadina. La visibilità anteriore è eccellente, così come la manovrabilità. Grazie al peso piuma, poi, le sospensioni sono morbide il giusto sulle buche cittadine, garantendo un buon handling ma senza essere troppo cedevoli tra le curve.
Attenzione, però, ai dossi dissuasori in plastica e a “scalini” simili, perché le sospensioni su questi ostacoli così alti si irrigidiscono molto. La visibilità posteriore è però limitata dall’assenza di uno specchietto retrovisore centrale. Bisogna accontentarsi degli specchietti laterali, tondi e piuttosto piccoli, o a girarsi “come una volta” nelle manovre. Per parcheggiare Microlino (azione semplicissima grazie ad un raggio di sterzata ridottissimo), invece, la tattica è quella usata dalle prime Smart, ovvero parcheggiarsi perpendicolarmente al marciapiede, o nei classici parcheggi a lisca di pesce. Questo permette infatti di salire agevolmente a bordo senza problemi in caso di parcheggi particolarmente “intimi” da parte di chi sta davanti. La stessa Microlino punta tanto sul fatto che è possibile parcheggiare perfettamente 3 Microlino perpendicolari al marciapiede in un classico parcheggio per auto “normali”, abbattendo così anche i problemi di parcheggio urbano.
Comodi nell’uso quotidiano i finestrini scorrevoli, mentre è sempre godurioso il tetto in tela, soprattutto se manuale. Abbiamo parlato di handling e curve prese “allegramente”. Tutto questo potrebbe sembrare esagerato, ma in realtà non è utopia parlare di piacere di guida nella prova su strada di Microlino. La piccola italo-elvetica ha infatti una meccanica di tutto rispetto. Ciò permette di godere di un assetto morbido ma solido tra le curve, di uno sterzo molto preciso e, soprattutto, di un comportamento dinamico sorprendente. Microlino ha infatti un’ottima aderenza, data dalla larghezza sovradimensionata per le sue dimensioni e dal baricentro basso garantito dalle batterie posizionate in basso.
Non è ovviamente una sportiva, in quanto anche in Sport i soli 26 CV fanno quello che possono. Nonostante le basse velocità, lo sterzo preciso, i freni potenti (non manca l’ABS con EBD), le sospensioni indipendenti e un’ottima messa a punto non fanno sfigurare Microlino anche fuori città. I 90 km/h si raggiungono senza fatica, e vengono mantenuti da Microlino senza crolli di autonomia e con una silenziosità discreta. Tra le curve, poi, nonostante gomme davvero strette il quadriciclo è agile, stabile e anche piuttosto divertente. Fa sorridere poi come il tasto Sport, posizionato al centro del selettore del cambio, sia una Microlino con una fiamma che esce dal suo posteriore. Microlino quindi è il veicolo cittadino perfetto? Nulla è perfetto in questo mondo, come spesso diciamo.
Oltre alla chiusura del vetro laterale e alla risposta molto secca sugli ostacoli più secchi, di cui abbiamo già parlato, il selettore del cambio è un po’ complicato e lento nel capire il passaggio tra marcia avanti e marcia indietro. Oltre a ciò, ovviamente, l’impossibilità di viaggiare su tangenziali e autostrade è un limite per chi vive in città con una tangenziale ad alto scorrimento, comune però a tutti i quadricicli. Microlino però si rifà con un ottimo comportamento dinamico, con la sua personalità e con l’agilità che è in grado di regalare.
Svicolare nel traffico con un oggettino da 500 kg e più piccolo di una smart ma con prestazioni paragonabili ad una normale citycar è un’esperienza che ti fa pensare semplicemente “Perché non ci ha mai pensato nessun altro prima?“. L’autonomia, infine, è piuttosto buona. Nel nostro test drive di circa 80 km abbiamo ottenuto un’autonomia teorica, con la versione da 10,5 kWh, di circa 130 km tra città e extraurbano. In città, superare i 150 km non è per nulla difficile.
Microlino non è l’unica vettura di questo segmento, ovviamente. Ci sono anche altre concorrenti di Microlino che offrono gli stessi contenuti con dimensioni e praticità simili. La ricetta trovata da Micro e Cecomp, però, funziona davvero bene. Microlino è un veicolo divertente, sbarazzino, simpatico, che allevia il traffico, le congestioni stradali e la ricerca di un parcheggio con la sua personalità. Grazie ad un motore frizzante e ad un peso contenuto, Microlino ha anche ottime prestazioni che la rendono vivace quanto un’auto termica tradizionale nell’ambiente cittadino. Rispetto ad una possibile rivale più “grande” come la Dacia Spring, Microlino ha l’impossibilità di viaggiare in autostrada. Le prestazioni sono però paragonabili, la guida è molto più divertente tra le curve e una qualità costruttiva è migliore.
Mancano però gli ADAS, il climatizzatore (c’è solo il sistema di aerazione) e un sistema di infotainment “vero”, limiti che diventano un po’ più importanti guardando il prezzo di Microlino. Il listino della versione italiana di Microlino è ancora in definizione. A marzo 2023 è arrivata l’ufficialità dell’approdo di Microlino tra i brand trattati dal Gruppo Koelliker, come abbiamo raccontato nel nostro articolo dedicato all’accordo tra Microlino e Koelliker. In occasione del lancio italiano, confermati i listini prezzi da parte di Koelliker delle versioni Dolce e Competizione:
Quanto costa Microlino? Poco prima del lancio in Italia, è arrivata l’ufficialità sul prezzo. Da luglio 2023 si potrà acquistare Microlino nei Koelliker Store a partire da 21.090 euro sfruttando il contributo statale di 4.000 euro in caso di rottamazione. Il prezzo sale di 1.500 euro per la batteria da 10 kWh e di 3.000 euro per la batteria da 14 kWh (ca. 230 km di autonomia), che arriva a costare 24.090 euro.
Micro infatti considera la sua creatura una microvettura “premium”, da considerare come sostituta vera e propria delle citycar “normali”. Il prezzo di Microlino mostrato non tiene inoltre conto degli incentivi statali, che per i quadricicli pesanti possono arrivare fino a 4.000 euro, rendendo interessante la vettura anche per un pubblico più ampio. Microlino si propone quindi come prima compagna di ogni giorno in città, e non come un mero giocattolo. Con lei infatti non si rinuncia a finiture curate, ad una ottima guidabilità e ad un’autonomia più che generosa per l’utilizzo cittadino.
Ha i suoi difetti, ovviamente, ma Microlino è un’auto simpatica, che prende la sfida di rendere più intelligente e funzionale l’automobile in ambito cittadino senza svestirla di ogni dettaglio e renderla inutilmente spartana, ma concentrandosi sull’essenza dell’automobile. Microlino torna ad essere un veicolo pensato solo per ciò che deve fare. La stragrande maggioranza delle automobili, infatti, secondo Microlino sono sovraingegnerizzate per il 95% del loro utilizzo. Troppo grosse, pesanti, potenti per muoversi in città e accompagnarci a lavoro, o nel tempo libero. Microlino torna alle origini, per rivoluzionare nuovamente il mondo della mobilità urbana. Tra le microvetture di questo genere, al netto del prezzo Microlino è la più convincente proposta provata finora, capace di conquistare con la sua allegria e con le sue insindacabili capacità. Sarà capace di cambiare davvero il mondo della mobilità sostenibile? Al tempo l’ardua sentenza, ma Microlino ha tutte le carte in regola per farcela.
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