Mercato auto Europa: luglio in crescita, ma le elettriche in Italia non si vendono

Mercato
28 agosto 2025, 16.50
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Il mercato automobilistico europeo torna a respirare nel mese di luglio 2025, con una crescita del 5,9% e 1.085.356 immatricolazioni, rispetto alle 1.024.806 dello stesso mese del 2024. Tuttavia, rispetto ai livelli pre-Covid, il distacco resta evidente: -18,4% sul mese e -19% sul cumulato gennaio-luglio.

I Major Markets: Italia in difficoltà, Spagna locomotiva

Tra i cinque mercati principali (Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Spagna) le dinamiche restano divergenti:
  • Spagna: +17,1% a luglio e +14,3% nel cumulato.
  • Germania: +11,1% nel mese, ma -2,5% da inizio anno.
  • Regno Unito: -5% a luglio, ma comunque positivo nel cumulato (+2,4%).
  • Italia: -5,1% a luglio, -3,7% da inizio anno.
  • Francia: la peggiore, con -7,7% a luglio e -7,9% nel cumulato.
Nonostante la flessione, l’Italia conquista la terza posizione per volumi sia nel mese sia nel cumulato, dietro Germania e Regno Unito.

BEV e PHEV: Italia ultima in Europa

Se il mercato complessivo tiene, quello delle auto ricaricabili (ECV, somma di BEV e PHEV) evidenzia un quadro preoccupante per l’Italia. A luglio la quota si ferma al 12,3%, contro una media europea del 27,5%. Nel dettaglio:
  • Italia: BEV 4,9%, PHEV 7,4%.
  • Germania: 28,7% (BEV 18,4% e PHEV 10,3%).
  • Regno Unito: 33,8% (BEV 21,3% e PHEV 12,5%).
  • Francia: 24,0% (BEV 16,8% e PHEV 7,2%).
  • Spagna: 21,3% (BEV 8,8% e PHEV 12,5%).
Il distacco dell’Italia sulle auto 100% elettriche è netto: 4,9% contro il 18,7% europeo (dati esclusa l’Italia), una quota quasi quattro volte inferiore. Peggio ancora, il divario è aumentato rispetto a un anno fa (3,8 volte oggi contro 3,4 volte nel luglio 2024).

Incentivi fermi e infrastrutture insufficienti

Per l’UNRAE, le cause sono chiare: ritardo nell’attuazione degli incentivi, infrastruttura di ricarica non capillare e costi troppo elevati per ricaricare un’auto elettrica.
Andrea Cardinali, Direttore Generale UNRAE, sottolinea la necessità di tre interventi immediati:
  1. Incentivi subito operativi e senza paletti che riducano i modelli incentivabili.
  2. Riforma della fiscalità aziendale, aumentando la detraibilità IVA, la deducibilità e riducendo i tempi di ammortamento.
  3. Sviluppo delle colonnine di ricarica: secondo i dati EAFO aggiornati a giugno 2025, l’Italia ha appena 13,2 punti di ricarica ogni 100 km di rete viaria, contro una media europea di 19,5.

L’Europa ridisegna la transizione

Sul fronte politico, l’Unione Europea ha avviato due consultazioni pubbliche (con scadenze l’8 settembre e il 10 ottobre) sugli standard di CO2 e sul piano automotive, che potrebbe introdurre incentivi fiscali specifici per i veicoli aziendali a emissioni zero.
Inoltre, il prossimo 12 settembre riprenderà il Dialogo strategico europeo sull’automotive, mentre ACEA e CLEPA hanno già chiesto a Ursula von der Leyen di ricalibrare la roadmap delle emissioni per non compromettere competitività industriale e occupazione.
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