L’incidente di Mestre è ancora un mistero sotto molti punti di vista, ma finalmente stanno arrivando le prime risposte sulla vicenda grazie all’autopsia eseguita sul corpo di Alberto Rizzotto, l’autista del pullman elettrico precipitato che ha portato alla morte 21 persone. Autopsia che escluderebbe la possibilità di un malore accusato dall’uomo mentre era alla guida.
L’esame non avrebbe individuato problemi di qualche natura al cuore scrivono dal “Corriere del Veneto”. In ogni caso parliamo di risultati parziali perché l’esame voluto dalla Procura di Venezia, proseguirà ancora con ulteriori accertamenti, uno dei quali verrà fatto la prossima settimana, almeno secondo quanto riportato nella parte finale della scrittura.
Come sottolinea Guido Viel, uno dei medici legali che hanno svolto l’autopsia, il quadro della situazione è ben lontano dall’essere definito come sottolinea la nostra fonte. Il 25 ottobre verrà tolta e consegnata la perizia sul guardrail che in base ai primi accertamenti sembrerebbe non aver retto l’urto a causa dell’inadeguatezza strutturale.
Incidente Mestre: sfumata l’ipotesi di malore
Sfuma quindi l’ipotesi di un malore del guidatore all’origine dell’incidente del 3 ottobre e nel quale 21 persone hanno perso la vita a Mestre. Nessuna svista o disattenzione era stata la prima conclusione poiché Rizzotto veniva descritto dai colleghi come un serio professionista, molto attento e affidabile.
Come visto nei video dell’accaduto e confermato anche dal comandante della Polizia municipale di Venezia, Marco Agostini, non vi erano tracce di frenata sull’asfalto. Inoltre il pullman elettrico aveva strisciato contro il guardrail ben 27 volte prima di precipitare.
Incidente Mestre: restano tre gli indagati
Al momento, per l’inchiesta avviata a seguito dell’incidente sono tre le persone iscritte nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Venezia sulla strage. Queste sarebbero l’amministratore delegato della società “La Linea”, proprietaria del mezzo, e di due funzionari del Comune di Venezia: il dirigente del settore Viabilità e mobilità per la terraferma e quello del settore Manutenzione viabilità stradale.
Per loro si ipotizza i reati di omicidio stradale, omicidio colposo plurimo, lesioni personali stradali gravi o gravissime e lesioni personali colpose.
Fonte: Corriere del Veneto
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