La notizia era nell’aria e, nel turbinio di decisioni che in questi giorni gli organizzatori di FIA e Liberty Media stanno prendendo, salta anche Baku, dove il prossimo 7 giugno si sarebbe dovuto svolgere il GP Azerbaijan 2020. Il mondiale, dunque, potrebbe partire dal Canada, il 14 giugno, ma il condizionale è quanto mai d’obbligo.
Prima la Cina, quando ancora l’emergenza era confinata al paese asiatico e l’Italia mai si sarebbe immaginata di piombare nella situazione in cui è ora, poi Melbourne , dove il GP è stato annullato in extremis, e, a stretto giro, Bahrain e Vietnam, quest’ultime con la speranza di tornare in calendario a fine stagione.
I tifosi hanno già avuto comunicazione circa l’annullamento, questa volta definitivo, del GP di Montecarlo, che si rivedrà solo nel 2021. Poche ore prima, era già stato comunicato lo spostamento, non l’annullamento, dei GP di Olanda e Spagna, che si sarebbero dovuti svolgere nel mese di maggio.
Oggi l’ultima novità: il mondiale non partirà a Baku, come preventivamente ipotizzato. La situazione non sembra delle più rosee considerando che tra giugno e luglio si correrà in Europa, dove i contagi stanno via via aumentando: probabile la stessa “fine” per GP come quello di Francia e Inghilterra.
Non si parte con il GP di Azerbaijan: quando la F1 potrà tornare a correre?
Con la sosta estiva che appare, ora come ora, indefinita, la speranza sarebbe quella di iniziare ad accendere i motori a fine agosto. L’evoluzione della pandemia, e il suo controllo, saranno fondamentali per definire una bozza di calendario, al momento difficile da stilare.