Un’auto dal cuore italiano ma dall’apparenza tipicamente francese. Di chi stiamo parlando? Ovviamente della DS N°8, ammiraglia elettrica del brand premium transalpino. Perchè è italiana? Beh viene prodotta a Melfi, strategico stabilimento Stellantis dove gli investimenti decisi dal colosso italo-francese hanno portato nel cuore della Basilicata, dove una volta nasceva la FIAT Punto, tutte le nuove auto su base STLA Medium. C’è la DS N°8, sì, ma c’è anche la Jeep Compass di nuova generazione, e forse non sai che proprio a Melfi già a partire dal 2014 è stata prodotta un’altra best seller come la Jeep Renegade.
Tornando a noi, obiettivo di questo viaggio è stato quello di dimostrare che oggi con un’elettrica pensata proprio per questo scopo, ossia offrire comfort ed eliminare l’ansia da ricarica, si può viaggiare tranquillamente in tutta Italia. Per farlo DS Italia ci ha fornito una N°8 nuova di zecca, in allestimento Jules Verne, con la sola trazione anteriore da cui derivano 245 CV e, grazie alla batteria da 97,2 kWh, oltre 600 km di autonomia. Ancora prima di mettermi in viaggio, la curiosità stava tutta lì: le medie autostradali quanto avrebbero inciso sulla reale performance della vettura? Via, si parte!
Destinazione Melfi, sì, partendo da Torino, ma il focus del viaggio, è stato un altro. Partire dalla “culla” della DS N°8, lo stabilimento lucano dove nascerà anche la futura Lancia Gamma, attesa per il 2026, e arrivare in un altro centro di eccellenza del Made in Italy, Nera Montoro. Forse hai già capito perchè proprio la cittadina umbra, ma andiamo per gradi. Qui trovi il VLOG del nostro viaggio!
Ansia da ricarica? No grazie
Già durante il viaggio di andata, quindi da Torino all’albergo di Melfi, più di 900 km, mi sono dovuto fermare due volte…e mezzo: la prima sosta mi ha permesso di rabboccare, da colonnina HPC di Free to X, 68,90 kWh per 405 km, caricando fino al 95% con 609 km di autonomia, sfruttando a mio vantaggio la pausa pranzo mia e dei due operatori, foto e video, al mio seguito, per un totale di circa 45 minuti. La seconda, sull’Autostrada Adriatica prima di Pescara, ha caricato ulteriori 52,73 kWh e 310 km. La terza, della durata di appena 10 minuti, una veloce sosta in bagno, ha caricato 19,67 kWh per 116 km necessari ad arrivare in albergo con sufficiente autonomia per poi procedere alla più classica delle ricariche notturne, quando la macchina rimane ferma e, specie in ambito domestico, ha tutto il tempo di caricarsi con tariffe più vantaggiose rispetto alle colonnine HPC che proprio economiche, va detto, non lo sono per niente. Ovviamente il tutto è stato gestito dal navigatore installato in vettura in grado di pianificare il percorso migliore e la durata delle soste nonché la percentuale desiderata di arrivo alla destinazione finale o alle colonnine, senza usare app esterne se non nel momento dell’effettiva ricarica (EnelOn Your Way).

Facendo due calcoli, è giusto notare come al 98% della percentuale di batteria sono partito dalla redazione di Autoappassionati con 660 km di autonomia, un dato sicuramente rassicurante, per arrivare dopo 353 km alla prima sosta con il 24% di batteria residua e una media di 19,5 kWh/100 km a una velocità media di 90 km/h. Sì, matematicamente sarei dovuto arrivare con 307 km di autonomia residua e invece il quadro segnava 112 km, segno che la media di velocità più alta ha inciso sui consumi che, onestamente, sono rimasti comunque positivi pur utilizzando aria condizionata e tutto ciò che la DS N°8 ha da offrire, come scoprirai a breve. Sappiamo tutti quanto incida ancora la velocità da codice nell’andamento di un’auto elettrica, ma qui aiuta l’ottimo Cx e la silhouette della vettura, con la coda rastremata.
Riempita la pancia e concesso il giusto riposo, inizia l’avventura, lo scopo di questo viaggio. Conoscere da vicino lo stabilimento di Melfi, un gradito ritorno per la DS N°8 Jules Verne di questo test che proprio lì è nata, e dirigermi senza caricare verso Nera Montoro, non prima di aver assaggiato dolci locali e vissuto in pieno relax le bellezze del territorio lucano.

Sì, ma perchè Nera Montoro? L’appassionato saprà sicuramente che proprio in Umbria nasce l’Alcantara, un materiale che tutto il mondo ci invidia e che adorna gli interni non solo dell’ammiraglia francese, lo noterai da questa foto, bensì di tantissime altre auto di ogni qualsivoglia specie e misura. Insomma, una vera e propria eccellenza italiana che sottolinea il Made in Italy presente a bordo della vettura scelte niente meno che da Emmanuel Macron come auto presidenziale.
Una sorta di orgoglio nazionale per noi italiani, non tanto la scelta del presidente francese quanto la presenza di questo prezioso materiali sui quali si sono versati fiumi d’inchiostro, con pareri sempre positivi, e che aiuta a migliorare la percezione dell’Italia nel mondo. Lo stabilimento Alcantara di Nera Montoro, lo scoprirai tu stesso nel video, è anche simbolo di sostenibilità, essendo stata certificata Carbon Neutral dagli enti preposti diventando reale riferimento per l’industria dell’auto.
A tal proposito abbiamo anche avuto l’occasione di scambiare due parole con Eugenio Lolli, CEO e presidente di Alcantara S.p.A., il quale così ha commentato la partnership con la Casa francese di Stellantis: “Sì, Alcantara ha sempre lavorato nel premium, e i nostri clienti lo capiscono. DS lo ha capito sicuramente e quando ha voluto sviluppare la loro ammiraglia hanno pensato proprio a noi e al nostro materiale ma, soprattutto, alle nostre lavorazioni. Noi le chiamiamo complesse perchè dalla semplice Alcantara possiamo personalizzare il materiale con vari processi, come sulla DS possiamo vedere sul pannello porta. Questo per noi è il futuro: partire dal materiale ma saperlo diversificare in tante maniere diverse secondo le richieste dei nostri clienti. Sono orgoglioso nel dire che l’Alcantara presente sulla macchina del presidente Macron sia nata proprio a Nera Montoro!“

Tutto bene, quindi: zero ansie da ricarica, massaggi, impianto audio Hi-Fi Electra 3D by Focal per godere a pieno del sound immersivo grazie ai suoi 14 altoparlanti da 690W durante il viaggio per vivere in pieno relax i 411 km che dal “Melfi Plant” ci hanno portato allo stabilimento umbro che tutto il mondo, dell’auto e non solo, ci invidia. Zero ansie da ricariche perchè è molto semplice: viaggiare in elettrico oggi è possibile, basta quell’accortezza in più e soprattutto quel minimo di pianificazione per sfruttare al meglio i momenti, le ore, in cui l’auto è ferma.
“Ripartire la mattina dall’albergo e vedere sul quadro 646 km di autonomia mette, non esagero, il buon umore“

Due considerazioni finali, insieme al recap
Siamo all’inizio dell’era dell’elettrificazione, con tanti scogli e paure da superare. Solo provando, toccando con mano, cosa voglia dire mettersi alla guida di un’auto elettrica diretta in sud Italia, dove pensavo che la carenza di colonnine avrebbe potuto causare qualche problema, si capisce quanto si sbaglia a pregiudicare l’auto elettrica nella sua essenza. Non è causa di ansie, non è causa di problemi, e scommettiamo che viaggiando in tre, penso anche a una famiglia con un bambino, non ci si fermi almeno mezz’ora a ogni Autogrill? Escludendo il discorso sul prezzo, ognuno con i suoi soldi può fare quello che vuole o spenderli come meglio crede, bisogna ammettere che un’auto come la DS N°8 se l’è cavata piuttosto bene in questa prova…del 9. Avevi dei dubbi?
Qui un veloce quanto sintetico recap del viaggio:
- Autonomia alla partenza da Melfi (100% batteria): 646 km
- 411 km percorsi da stabilimento Stellantis di Melfi a stabilimento Alcantara a Nera Montoro
- Autonomia all’arrivo (28% di batteria): 195 km
- Media consumi 20,1 kWh/100 km, media velocità 110 km/h
Non è difficile evidenziare che, essendo arrivato con quasi 200 km di autonomia residua, con questa batteria da 97,2 kWh avrei tranquillamente raggiunto la soglia dei 500 km di autonomia reale in autostrada, attivando i sistemi di assistenza alla guida in grado di controllare l’andatura della vettura nel traffico e nei rallentamenti dove, ricordo, si recupera preziosa energia che sulle termiche viene sprecata. Non solo: in autostrada diventa meno influente, ma anche i paddle dietro il volante per regolare la rigenerazione e il famoso One Pedal che sulla N°8 si attiva premendo un tasto sul tunnel centrale, diventano preziosi alleati che possono fare la differenza nella durata di un viaggio, specie in contesti dove non c’è ancora disponibilità di colonnine veloci e dove è quanto meno prezioso recuparare quanta più energia possibile prima di fermarsi e caricare.

