Toyota controcorrente: “Un’elettrica inquina come tre ibride”

Attualità
10 giugno 2025, 10.18
toyota prius 2024 09
In un mondo dell’auto sempre più orientato verso l’elettrificazione totale, Toyota continua a battere una strada diversa. E a guidarla è Akio Toyoda, Representative Director del Brand e nipote del fondatore, che non ha mai nascosto il suo scetticismo verso un’adozione forzata delle auto elettriche. Anzi, secondo lui la corsa sfrenata verso i veicoli a batteria potrebbe rivelarsi un errore strategico ed ecologico.

L’aritmetica di Toyota: 9 milioni di EV = 27 milioni di ibride

Secondo Toyoda, la produzione di un’auto elettrica, considerata l’intera filiera (inclusa la fabbricazione delle batterie), comporta un impatto ambientale molto più elevato rispetto a quello di una ibrida. Tanto da arrivare a un’affermazione che fa discutere: “Una BEV inquina quanto tre ibride.”
Dalla prima Prius del 1997 a oggi, Toyota ha venduto circa 27 milioni di vetture ibride. E, secondo il suo presidente, queste avrebbero generato, lungo tutto il ciclo di vita, emissioni paragonabili a quelle di 9 milioni di elettriche pure. Non è solo una questione di CO₂ su strada: la produzione stessa dei veicoli elettrici — specie in paesi dove l’energia elettrica deriva ancora da fonti fossili, come il Giappone — può rendere l’elettrificazione una soluzione meno verde di quanto sembri.

La prudenza paga: Toyota ancora prima al mondo

Molti critici hanno accusato Toyota di essere in ritardo sulla transizione elettrica, ma i numeri raccontano un’altra storia. Nel 2024, per il quinto anno consecutivo, il colosso giapponese si è confermato il primo costruttore automobilistico al mondo per volumi.
Se da un lato la gamma elettrica del brand resta più contenuta rispetto alla concorrenza, Toyota ha saputo rafforzare la propria offerta ibrida, espandendola anche ai modelli più piccoli, come l’Aygo X, attualmente l’auto non plug-in con la minore impronta di carbonio in commercio.

Una strategia a tre vie: ibrido, elettrico e idrogeno

Per Akio Toyoda, puntare tutto sulle BEV sarebbe un errore. Il futuro, sostiene, sarà plurale: ibridi, elettriche, carburanti sintetici e idrogeno dovranno coesistere. E Toyota sta investendo in tutte queste direzioni. Nonostante il flop commerciale della Mirai, la casa giapponese non rinuncia all’idrogeno e lavora fianco a fianco con BMW per lanciare entro il 2028 il primo modello a idrogeno prodotto in serie per il marchio tedesco.
Nel frattempo, continua a espandere la gamma EV con nuovi modelli della serie bZ e aggiornamenti alla Lexus RZ ed ES elettrica. Secondo Bloomberg, due nuovi modelli elettrici sono previsti negli Stati Uniti entro il 2027.

Il piacere di guida resta al centro

Oltre a pensare all’ambiente, Toyota non dimentica il divertimento al volante. Il CEO Koji Sato ha ribadito che “un’auto non è un’auto se non è divertente da guidare”. Per questo sono in cantiere nuovi modelli sportivi: una futura Supra, il possibile ritorno della Celica e persino una nuova MR2. Lexus, dal canto suo, promette una sportiva GT3 stradale, probabilmente con motore V8.

La via giapponese alla transizione

Toyota non segue il trend, lo reinterpreta. E mentre molte case automobilistiche si concentrano esclusivamente sulle elettriche, l’azienda giapponese difende una transizione tecnologica graduale e diversificata, mettendo sul piatto numeri, leadership industriale e una visione alternativa, ma credibile. Forse non sarà la più veloce a elettrificarsi, ma al momento resta la più solida.
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