Jean Philippe Imparato, Chief Operating Officer della regione Enlarged Europe di
Stellantis, ha usato il palco dell’IAA 2025 per lanciare un messaggio chiaro:
“meno discussioni, più azioni”. Secondo il manager, l’industria automobilistica europea si trova davanti a una sfida decisiva, con regolamentazioni sulle emissioni di CO₂ fissate per il 2030 e 2035 che, nelle condizioni attuali, rischiano di restare fuori portata.
Regole troppo distanti dalla realtà del mercato
Imparato ha sottolineato come le attuali normative non tengano conto di tre elementi fondamentali: il potere d’acquisto dei consumatori, la carenza di infrastrutture di ricarica e la rigidità di un mercato in cui oltre il 60% delle vendite avviene sotto i 40.000 euro.
In questo contesto, fissare target troppo ambiziosi senza strumenti di supporto adeguati rischia di generare un collasso delle vendite, con conseguenze dirette su occupazione e competitività industriale.
Quattro priorità per una transizione sostenibile
Stellantis ha presentato un pacchetto di proposte operative articolato in quattro punti:
- Veicoli commerciali leggeri (LCV): rivedere le scadenze regolatorie del 2030 e 2035, considerate non realistiche, per evitare il collasso di un settore essenziale per logistica e servizi.
- Segmento A: rilanciare la fascia delle piccole auto economiche, creando una categoria europea di veicoli accessibili, emozionali ed ecologici con un prezzo di riferimento attorno ai 15.000 euro e procedure di omologazione semplificate.
- Rinnovo del parco auto: favorire la sostituzione delle vetture più datate con modelli nuovi o usati recenti (3 anni), con l’obiettivo di rinnovare il 10% del parco europeo ogni anno, riducendo così in modo rapido le emissioni.
- Tecnologie ibride: accelerare l’adozione di soluzioni come HED, MHEV e PHEV, considerate una tappa cruciale nella transizione energetica, in particolare per i segmenti più accessibili, con arrivo sul mercato entro 24-36 mesi.
Stabilità normativa e rete di vendita
Imparato ha rimarcato la necessità di una cornice regolatoria stabile e aderente alla realtà economica. L’incertezza legislativa, ha spiegato, rischia di frenare gli investimenti e indebolire un sistema che si regge non solo sulla vendita di auto nuove, ma anche su usato, servizi e ricambi. Il network dei concessionari, infatti, rimane fondamentale per sostenere la redditività e mantenere vivo il legame con i clienti.
Un equilibrio tra brand e mercati
Per Stellantis, il futuro del mercato europeo passa anche dalla gestione intelligente della propria costellazione di marchi. Imparato ha spiegato che ogni brand avrà un ruolo specifico: Opel con una forte presenza in Germania, Citroën in Francia e Spagna, evitando sovrapposizioni dannose e garantendo copertura su più fasce di prezzo e segmenti.
Un appello alle istituzioni europee
Infine, Stellantis ha ribadito la disponibilità a collaborare con altre aziende e associazioni del settore per presentare alle autorità europee un progetto concreto. L’obiettivo è ottenere entro l’anno un adeguamento delle politiche, che consenta all’industria di accompagnare davvero la transizione ecologica senza compromettere la sostenibilità economica.
“Il futuro dell’automobile europea – ha concluso Imparato – dipende dalla capacità di unire ambizione e pragmatismo. Abbiamo bisogno di regole stabili, auto accessibili e una visione industriale che non lasci indietro né il mercato né i cittadini.”