L’Unione Europea non sembra intenzionata a fare marcia indietro: entro il 2030 le emissioni di CO₂ delle nuove auto dovranno essere ridotte del 55%, e dal 2035 sarà vietata la vendita di vetture con motore termico. Una linea politica che, secondo il nuovo CEO di
Stellantis,
Antonio Filosa, rischia però di mettere in ginocchio l’intera industria automobilistica europea.
Filosa ha parlato chiaro: gli obiettivi fissati da Bruxelles, stabiliti prima della pandemia di COVID-19 e delle due guerre ai confini dell’Europa, sono oggi “irrealizzabili”. Il manager italiano – subentrato a Carlos Tavares nel corso del 2025 – sostiene che serva maggiore flessibilità, non per negare la transizione ecologica, ma per bilanciare decarbonizzazione, capacità industriale e potere d’acquisto dei consumatori.
Il nodo economico e sociale della transizione
Il ragionamento del CEO parte da un dato di realtà: il mercato europeo è in affanno, i costi di produzione restano elevati e la domanda di auto elettriche non cresce come previsto. “Se i cittadini non hanno né la possibilità economica né la volontà di acquistare nuovi veicoli green – ha spiegato Filosa – fissare scadenze troppo rigide significa rischiare la paralisi del settore”.
Da qui la proposta di rivedere i tempi: mantenere gli obiettivi climatici al 2050, ma ammorbidire quelli intermedi, in particolare il divieto dei motori termici nel 2035. Nel frattempo, secondo il CEO, sarebbe necessario accettare anche le tecnologie ibride come soluzione di transizione, dando tempo sia ai consumatori sia alle infrastrutture di ricarica di adeguarsi.
La posizione di Stellantis e la crisi industriale
Le parole di Filosa arrivano in un momento complesso per il gruppo: il primo semestre 2025 si è chiuso con risultati economici in calo e diverse fabbriche in Europa si fermeranno a ottobre per adeguare la produzione alla domanda effettiva. Si parla di tagli al personale e di ristrutturazioni industriali in corso, soprattutto in Italia e Francia.
Mentre alcune case restano favorevoli - almeno sulla carta - a una transizione rapida verso l’elettrico, Stellantis chiede un approccio più realistico e inclusivo, che non penalizzi le aziende europee né i lavoratori. La visione di Filosa è chiara: “La neutralità climatica è un obiettivo che condividiamo, ma dobbiamo arrivarci senza distruggere il nostro tessuto industriale”.
In sintesi, Stellantis non contesta la direzione, ma i tempi. E il messaggio a Bruxelles è inequivocabile: senza una strategia di transizione più equilibrata, la mobilità sostenibile rischia di diventare un lusso per pochi.