Salvini: "Questa volta aboliamo davvero il superbollo. Lo faremo in due step"

Attualità
14 maggio 2025, 7.47
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Il ministro dei Trasporti annuncia una svolta sul tributo più discusso dagli automobilisti: “Primo passo entro l’estate, poi graduale eliminazione”
La promessa di cancellare il superbollo non è nuova. Negli anni, diversi governi hanno accarezzato l’idea senza mai concretizzarla. Ora, però, Matteo Salvini rilancia con decisione e fissa un obiettivo preciso: abolire l’odiata tassa aggiuntiva sulle auto potenti in due fasi, con un primo intervento già prima dell’estate 2025.
Il ministro dei Trasporti lo ha dichiarato con fermezza durante il suo intervento all’Automotive Dealer Day di Verona: “Il dibattito non è trovare 200 milioni di euro. Possiamo coprire la cifra anche subito, con un decreto. Ma se serve farlo per step, facciamolo per step, così da evitare critiche”.

Cosa prevede il piano

Il superbollo attuale colpisce le auto con potenza superiore a 185 kW (252 CV), con un aggravio di 20 euro per ogni kW in eccesso. L’intenzione del governo è di alzare questa soglia, escludendo quindi una fetta più ampia di vetture sportive o di alta gamma, prima di eliminarlo del tutto.
“Non vogliamo premiare chi gira con una Ferrari – ha precisato Salvini – ma aiutare un settore che produce e vende quelle auto, che genera ricchezza e posti di lavoro in Italia”.
A confermare la direzione intrapresa è anche il sottosegretario all’Economia Federico Freni, che starebbe già lavorando alla proposta normativa.

Un’imposta dal valore simbolico (e poco redditizia)

Il superbollo, introdotto per motivi di equità fiscale, si è rivelato nel tempo più un ostacolo burocratico che una fonte rilevante di gettito. Poco più di 200 milioni l’anno, a fronte di costi di riscossione alti e una forte evasione. Molti appassionati di auto hanno preferito immatricolare i veicoli all’estero, penalizzando l’industria nazionale.
Una prima apertura alla sua cancellazione era già arrivata nel 2024 con la legge delega sulla riforma fiscale, che prevede il “progressivo superamento dell’addizionale erariale sulla tassa automobilistica”. Ora il governo è pronto a passare dalla teoria alla pratica.

Critica al 2035 e all’auto elettrica “imposta”

Nel suo intervento, Salvini ha anche attaccato la transizione verso l’elettrico imposta dall’Unione Europea. Il riferimento è al bando della vendita di auto termiche dal 2035, una scadenza che il ministro definisce “folle, sbagliata e di stampo sovietico”.
“L’Europa rappresenta solo il 7% delle emissioni globali di CO₂, mentre la Cina da sola arriva al 31%. È inutile penalizzarsi da soli mentre altri Paesi continuano a inquinare”, ha dichiarato. Per Salvini, la scelta del mezzo con cui muoversi deve restare nelle mani del consumatore, non essere il frutto di una forzatura ideologica.

Riforma fringe benefit e polemica autovelox

Il ministro ha infine aperto alla possibilità di rivedere la stretta sui fringe benefit varata dal governo stesso: “Se qualcosa non funziona, bisogna avere il coraggio di correggerla”, ha detto. E sulla questione degli autovelox, ha ribadito la necessità di un censimento degli apparecchi, lasciando intendere una maggiore regolamentazione a tutela degli automobilisti.
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