Due giovani imprenditori sviluppano un filtro che trasforma l’anidride carbonica in ossigeno grazie alla fotosintesi. Sarà abbastanza per salvare la combustione interna?
Nel pieno della corsa verso l’elettrificazione, quando le case automobilistiche stanno riscrivendo le proprie strategie per sopravvivere alle imposizioni della normativa Euro 7, una piccola startup promette di cambiare le regole del gioco usando le alghe. Si chiama Go Green Filter e, secondo i suoi fondatori, può abbattere fino al 75% delle emissioni di CO₂ dei motori termici. Il segreto? Un filtro di nuova generazione capace di trasformare l’anidride carbonica in ossigeno.
Un’idea che, se confermata, potrebbe rivoluzionare non solo il modo in cui vediamo i motori a combustione, ma anche il loro destino regolamentare.
Un filtro biologico ispirato al mare
Alla base del progetto c’è una tecnologia tanto semplice quanto sorprendente: microalghe marine, capaci di effettuare la fotosintesi. Installate in un filtro compatto collegato allo scarico del veicolo, queste alghe assorbono parte del CO₂ emesso dal motore, lo trattengono in un microambiente umido e lo trasformano in ossigeno.
A ideare il sistema sono stati Rohan Kapoor e Jack Reichert, due giovani con background diversi ma uniti dalla volontà di intervenire concretamente sulla crisi climatica. La loro intuizione nasce nel 2023, durante una competizione di innovazione sostenibile promossa da T-Mobile, che hanno vinto con il primo prototipo del Go Green Filter.
Una promessa da 5 miliardi di tonnellate
Se il sistema funzionasse su larga scala, dicono i suoi creatori, si potrebbero eliminare fino a 5.400 milioni di tonnellate di CO₂ ogni anno: circa il 14,5% delle emissioni globali. E basterebbe applicarlo ai veicoli esistenti, senza doverli sostituire o elettrificare.
Il filtro, secondo gli sviluppatori, può essere integrato facilmente nei sistemi di scarico dei motori a combustione già in commercio. Ma tra brevetti, test e ricerca di fondi, il percorso è stato tutt’altro che semplice. Attualmente, tre gruppi industriali supportano il progetto, ma la startup cerca ancora investitori per avviare la produzione su scala industriale.
Euro 7, ma con un'alternativa?
Il timing potrebbe giocare a loro favore. Con l’avvicinarsi della normativa Euro 7, che impone limiti molto più severi alle emissioni anche per i motori benzina e Diesel, le case auto cercano soluzioni tampone per mantenere in vita i modelli termici nel breve termine. E un filtro biologico, se dimostrasse efficacia e scalabilità, potrebbe essere una di queste.
Tuttavia, il contesto è tutt’altro che favorevole: la gran parte dei costruttori ha già pianificato il phase-out della combustione a favore dell’elettrico. Anche i governi sembrano più interessati a incentivare batterie e colonnine piuttosto che tecnologie intermedie. E qui sta il vero nodo: quanto è credibile una soluzione come Go Green Filter in un’industria che ha già scelto il suo futuro?
La risposta arriverà solo dai fatti: test su strada, costi industriali, durata nel tempo e soprattutto volontà politica. Per ora resta una promessa affascinante, che dimostra come l’innovazione vera non sempre arriva dai grandi costruttori. A volte, basta un’idea e… un po’ di alghe.