La Germania sfida Bruxelles: vuole posticipare il divieto delle auto non elettriche nel 2035

Attualità
02 dicembre 2025, 11.28
friedrich merz
L’Europa potrebbe dover rivedere i suoi piani sulla mobilità: la Germania rilancia la battaglia contro l’obiettivo fissato per il 2035, che vieterebbe la vendita di auto nuove non elettriche all’interno dell’Unione europea.
A guidare l’iniziativa è il cancelliere tedesco Friedrich Merz, pronto a inviare una lettera ufficiale alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, chiedendo una revisione della normativa.

Motivazioni economiche e industriali

Il governo tedesco sostiene che una rigidità eccessiva rischierebbe di penalizzare l’industria automobilistica europea, già sotto pressione per l’aumento dei costi energetici, la concorrenza cinese con auto elettriche più economiche e le nuove tasse statunitensi.
Mantenere la possibilità di vendere auto a motore termico o ibrido plug-in dopo il 2035 è visto come un passo necessario per preservare la competitività industriale e proteggere i posti di lavoro.

Motori termici e ibridi: la richiesta chiave

Merz ha spiegato che la lettera chiederà di autorizzare non solo le auto elettriche, ma anche i veicoli ibridi ricaricabili e i motori termici ad alta efficienza, compresi sistemi di prolungamento dell’autonomia. L’obiettivo è conciliare la riduzione delle emissioni con la sostenibilità economica dell’industria, evitando una brusca interruzione nella produzione dei motori tradizionali.

Un dialogo possibile con l’UE

L’iniziativa tedesca arriva in un momento in cui l’Unione europea sembra aperta a un confronto sul tema. Il vicepresidente della Commissione europea, Stéphane Séjourné, ha recentemente lasciato intendere che la revisione dell’interdizione della vendita di veicoli con motore termico a partire dal 2035 potrebbe essere possibile.
La lettera di Merz potrebbe dunque avere un ruolo decisivo nelle future decisioni e influenzare la transizione verso la mobilità elettrica in Europa.

Flessibilità tra innovazione e occupazione

In sintesi, la Germania punta a un approccio più flessibile, capace di bilanciare innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale con la competitività industriale e la tutela dell’occupazione. La partita sul futuro delle auto in Europa è tutt’altro che chiusa, e la mossa di Berlino potrebbe segnare un cambio di strategia decisivo a livello comunitario.
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