Il responsabile Europa di Stellantis lancia l’allarme: senza interventi immediati, l’industria automotive rischia una crisi senza precedenti. E Maserati non sarà salvata solo con l’elettrico. “Siamo a pochi mesi da un dramma industriale che pochi vedono”. Parole nette, senza filtro, quelle pronunciate da Jean-Philippe Imparato, responsabile Europa di Stellantis, intervenuto agli “Stati Generali dell’Energia” organizzati da Forza Italia alla Camera. Ma l’energia, qui, c’entra solo in parte. Il manager ha infatti parlato di un settore auto al limite del collasso, tra normative stringenti, mancanza di vetture accessibili e investimenti pubblici inesistenti.
“Se alla fine dell’anno le cose non cambiano, dovremo prendere decisioni toste. Come la chiusura delle fabbriche”, ha dichiarato senza mezzi termini.
Il cuore del problema: elettrificazione imposta e auto economiche scomparse
Il quadro tracciato da Imparato è chiaro: l’industria europea dell’auto è sottoposta a una pressione normativa e finanziaria senza precedenti, con l’obiettivo di elettrificare in fretta il parco circolante. Ma il risultato, secondo Stellantis, è un sistema non sostenibile né per i costruttori né per i consumatori.
“Nel 2019 c’erano 49 modelli sul mercato europeo sotto i 15.000 euro. Oggi ne rimane uno solo” (senza aria condizionata di serie, aggiungiamo noi), ha evidenziato Imparato. E in questo scenario, il rinnovo del parco auto circolante, oggi tra i più vecchi d’Europa, diventa un miraggio.
A pesare come un macigno sono anche le penalità finanziarie:
“Ogni punto percentuale non raggiunto nei target elettrici potrebbe costare all’industria europea fino a 2,5 miliardi di euro in multe entro 2-3 anni”.
“Servono cinque minuti per decidere”
Il manager Stellantis ha lanciato un appello alla politica:
“Basterebbero cinque minuti per prendere una decisione e avviare un piano di rinnovo del parco circolante. Ma serve volontà. Facciamolo insieme, con l’industria e con i cittadini”.
Maserati e Alfa Romeo: non tutto è perduto, ma l’elettrico non basta
Nel corso del suo intervento, Imparato ha anche smentito le voci su una possibile dismissione di Maserati, rassicurando sul futuro del marchio del Tridente:
“Non molliamo. Ho visto una squadra motivata e auto bellissime. Lavoreremo con Alfa Romeo per costruire un futuro comune. L’elettrico? Non può essere l’unica strada per Maserati. Dobbiamo continuare a fare macchine e motori”.
E rilancia persino un sogno industriale: ricreare un polo comune per Maserati e Alfa Romeo, simile a quello visto a Modena un decennio fa. Ma precisa:
“Vi parlerò di questo solo quando avrò qualcosa di serio e pubblico da dire”.
Una resa dei conti per l’automotive europeo
Le parole di Jean-Philippe Imparato vanno ben oltre una semplice dichiarazione d’intenti. Suonano come un ultimatum, rivolto tanto alla politica europea quanto ai governi nazionali. Se il sistema non verrà corretto, il rischio non è la delocalizzazione: è la desertificazione industriale.
La questione non è solo Stellantis. È l'intero comparto manifatturiero dell'auto in Europa a dover fare i conti con un modello di transizione ecologica troppo rapido, non supportato da incentivi adeguati e privo di una reale visione strategica.
Imparato ha acceso il faro su un rischio concreto. Ora tocca alla politica decidere se continuare a ignorare l’allarme, o se usare quei “cinque minuti” per riscrivere il futuro dell’industria automobilistica europea. Prima che sia troppo tardi.